Come sopperire alla prolungata assenza di Belotti?

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di Redazione TuttoCagliari.

Lo shock e il vuoto: la rottura che ridefinisce la stagione rossoblu
L'eco del "crac" avvertito al ginocchio sinistro di Andrea Belotti, occorso nel finale del primo tempo contro l’Inter nella sfida interna poi persa 0-2, ha gelato i tifosi del Cagliari e l’intero ambiente rossoblu. Gli esami strumentali hanno confermato ciò che tutti temevano: lesione del legamento crociato anteriore. Il verdetto è arrivato lunedì 29 settembre e, come da protocollo, l’attaccante è stato operato il 2 ottobre presso la clinica Villa Toniolo di Bologna. L’intervento è perfettamente riuscito e già nei prossimi giorni il "Gallo" inizierà la riabilitazione in Emilia.

Il messaggio dello stesso Belotti sui social: "Il primo mattoncino è stato messo, adesso si lavora senza sosta. Grazie al Cagliari, ai tifosi e alle mie ex squadre per la vicinanza. Ci rivediamo in campo", ha dato forza all’ambiente, ma non ha cancellato l’amarezza di un’assenza che rischia di segnare un’intera stagione. I tempi di recupero stimati oscillano tra i sei e gli otto mesi: in pratica, il Cagliari deve fare i conti con un campionato senza il suo centravanti titolare.

La perdita è pesantissima, non solo sul piano tecnico. Belotti aveva segnato due reti decisive nella vittoria a Lecce (2-1) e quelle rimangono ad oggi gli unici gol realizzati da un attaccante rossoblu in campionato. Gli altri marcatori sono stati difensori (Mina e Luperto) e l’esterno Felici, a dimostrazione di quanto il Gallo fosse già un punto fermo del reparto offensivo. Con 5 reti segnate e 5 subite nelle prime cinque giornate, il Cagliari si trova a metà classifica, con 7 punti frutto di due vittorie, un pareggio e due sconfitte: numeri che certificano un avvio equilibrato ma che, senza il leader offensivo, rischiano di diventare fragili.

Belotti non ha portato solo gol, ma anche esperienza, carisma e quella mentalità combattiva che si era subito radicata nello spogliatoio. La sua assenza, non toglie soltanto un centravanti, ma cancella tre valori fondamentali: concretezza, leadership e ferocia agonistica.

La Scelta Tattica di Pisacane: Flessibilità nel Sistema, 4-3-1-2 o 3-5-2
La palla ora passa a Fabio Pisacane. Promosso in estate dopo l’ottimo lavoro con la Primavera, il tecnico napoletano ha dato al Cagliari un’identità precisa: un 4-3-1-2 compatto, con Folorunsho spesso a fare da raccordo tra centrocampo e attacco. Contro avversari più forti, non ha disdegnato il passaggio alla difesa a 3, trasformando la squadra in un 3-5-2 più prudente.

Il problema, ora, è che quel sistema ruotava intorno a Belotti. Nel 4-3-1-2 il Gallo era la torre, il riferimento fisico per i cross, il punto di sponda per liberare gli inserimenti dei compagni. Senza di lui, l’allenatore è costretto a ricalibrare l’intero pacchetto offensivo. Da qui il dubbio: insistere sulla stessa struttura cercando un nuovo "target man" in rosa, oppure cambiare pelle, abbandonando il concetto di centravanti classico.

Nelle prime due giornate di campionato, quando Belotti non era ancora disponibile, Pisacane aveva proposto due varianti. Con la Fiorentina aveva scelto Esposito e Borrelli davanti, con Folorunsho trequartista, mentre a Napoli si era affidato a un 3-5-2 con Esposito e Folorunsho come coppia avanzata. Due esperimenti che ora tornano attuali.

La partita contro l’Udinese, valida per la sesta giornata e in programma domenica alla Dacia Arena, sarà il primo test senza il suo bomber. L’improvvisa assenza del marcatore principale rende le prossime giornate un’incognita. E l’incertezza, in un campionato dove la corsa salvezza è serratissima, è un fattore che può pesare.

Del resto, la natura imprevedibile del calcio, accentuata dagli infortuni gravi, obbliga a considerare scenari diversi. C’è chi ipotizza addirittura un ritorno stabile al 4-3-2-1, con due trequartisti rapidi (Felici e Folorunsho) alle spalle di Esposito. Una formula che potrebbe sfruttare la velocità nelle ripartenze, soprattutto in attesa del recupero completo di Luvumbo. Se si vuole analizzare le probabilità di successo del nuovo assetto offensivo e magari approfittare di questo momento di grande volatilità sui risultati, sul sito di scommesse AdmiralBET c’è un’ampia sezione di statistiche.

La Soluzione Immediata: Leonardo Pavoletti
Se si cerca un erede naturale di Belotti, il nome più ovvio è quello di Leonardo Pavoletti. Il centravanti livornese, 36 anni, ha già dimostrato di poter ancora dire la sua in Serie A quando la condizione fisica lo assiste. Le sue caratteristiche, gioco aereo, fisicità, esperienza, lo rendono il sostituto più credibile nel ruolo di prima punta.

Pavoletti conosce l’ambiente, è una bandiera del club e può rappresentare un punto di riferimento emotivo oltre che tecnico. La sua intesa con Pisacane, amico di lunga data, è un ulteriore elemento che favorisce la sua reintegrazione nel ruolo di guida. Schierarlo al fianco di Sebastiano Esposito permetterebbe di mantenere una struttura tattica simile a quella originaria, con la torre e la seconda punta più tecnica e dinamica.

L’unico dubbio riguarda la tenuta fisica: Pavoletti non può garantire un minutaggio completo per tante partite consecutive. Ecco perché il tecnico dovrà dosarne l’impiego, alternando titolarità e ingressi dalla panchina. Ma la sua presenza resta imprescindibile, perché in una squadra che fatica a segnare (appena 5 reti in 5 partite), serve un uomo capace di far salire il reparto e di dare profondità all’azione.

Il Fattore Dinamismo: Luvumbo e S. Esposito per la variante veloce
L’altra strada porta a un attacco più leggero e veloce. Qui entra in gioco Zito Luvumbo, che dopo l’infortunio ha ripreso ad allenarsi con il gruppo e dovrebbe essere convocato già per la sfida di Udine. L’angolano, con la sua rapidità negli spazi e la capacità di saltare l’uomo, può cambiare volto alla squadra, soprattutto contro difese meno mobili.

Accanto a lui, Sebastiano Esposito è chiamato a fare un salto di qualità. Già autore di prove convincenti, il giovane attaccante può diventare il nuovo riferimento dell’attacco, non più solo spalla ma fulcro creativo. Una coppia Esposito-Luvumbo, con due trequartisti alle spalle, renderebbe il Cagliari più imprevedibile, anche se inevitabilmente meno strutturato sul piano fisico.
Felici e Folorunsho, schierati dietro le punte, aggiungerebbero corsa, dribbling e capacità di inserimento. In questo modo, l’assenza di Belotti potrebbe trasformarsi nell’occasione per costruire un attacco più rapido e verticale, ideale per colpire in contropiede. La chiave sarà l’alternanza: Pavoletti per garantire struttura e peso quando serve, Luvumbo come carta tattica per sorprendere. La gestione della rosa, in un campionato che non perdona cali di tensione, sarà decisiva per non perdere terreno.

L’Opportunità del Futuro: Il laboratorio giovanile di Pisacane
Se l’immediato obbliga a soluzioni di equilibrio, il futuro apre scenari di crescita. Pisacane è da sempre un allenatore vicino ai giovani: nella scorsa estate ha portato diversi ragazzi della Primavera in ritiro e non ha mai nascosto di credere nello sviluppo dei talenti.

In questo contesto, l’assenza di Belotti diventa anche un’opportunità. Il nome che circola con maggiore insistenza è quello di Semih Kılıçsoy, classe 2005. L’attaccante turco, considerato in patria un prospetto di livello internazionale, potrebbe ora trovare minuti preziosi per crescere. A lui si aggiungono Borrelli, pronto a dare battaglia fisica, e altri giovani come Gaetano e Cavuoti, che garantiscono qualità tra centrocampo e trequarti.

Il messaggio è chiaro: non si tratta solo di rimpiazzare un uomo, ma di costruire una nuova gerarchia offensiva che regga nel medio periodo. Con un mix di veterani e giovani, il Cagliari può trasformare un’emergenza in un percorso di crescita collettiva.

In questa prospettiva, anche il mercato invernale potrebbe diventare un’opzione. La società sta già monitorando profili per capire se a gennaio sarà necessario inserire un nuovo centravanti. Ma fino ad allora, la strada è segnata: valorizzare ciò che si ha e accelerare il processo di crescita dei più giovani.

L’Attitudine Combattiva e la Ricostruzione Collettiva
La lesione di Belotti è un colpo durissimo, ma può diventare il punto di svolta per il gruppo. Pisacane ha ribadito più volte che la salvezza non si costruirà sul singolo, ma sulla forza collettiva. Tre sono i pilastri da seguire:

Affidabilità: Pavoletti deve assumere il ruolo di guida tecnica e morale, dando continuità al 4-3-1-2.
Variate tattica: Luvumbo ed Esposito devono offrire imprevedibilità e velocità, elementi chiave contro difese alte.
Investimento nel futuro: Kılıçsoy e gli altri giovani devono essere inseriti con coraggio, per garantire prospettiva e freschezza.

Il Cagliari si trova al decimo posto dopo cinque giornate, con una difesa solida (5 gol subiti) ma un attacco sterile (5 reti segnate, di cui due del solo Belotti). È chiaro che la salvezza passerà dalla capacità di aumentare la produttività offensiva.

Serve l’atteggiamento sempre combattivo. Solo così il club potrà trasformare la perdita del suo bomber in un’occasione di crescita. La sfida con l’Udinese non sarà soltanto una partita: rappresenta il primo vero banco di prova di una nuova era offensiva.

La lotta per la permanenza in Serie A, dunque, non sarà affidata al ritorno miracoloso del Gallo, ma alla capacità di un gruppo intero di resistere, reinventarsi e combattere. Perché, come recita lo slogan che circola tra i tifosi, «la cresta tornerà ad alzarsi, ma intanto ci sarà da lottare ogni domenica».