Domus dolce Domus, finalmente un Cagliari convincente anche in zona gol. Ma ora fondamentale intervenire per curare il mal di trasferta

Domus dolce Domus, finalmente un Cagliari convincente anche in zona gol. Ma ora fondamentale intervenire per curare il mal di trasferta
sabato 11 marzo 2023, 12:50Il punto
di Sergio Demuru
Sergio Demuru - Corrispondente da Cagliari di Tuttosport dal 2007, al seguito del Cagliari Calcio dal 1997 avendo collaborato con altre testate quali Il Giornale di Sardegna e Sardegna 24.

Finalmente un po’ di luce. Contro l’Ascoli rossoblù che hanno convinto anche in fase realizzativa. La prima volta in stagione. Il Cagliari sinora proprio non riusciva a quagliare, considerato che l’ultima affermazione, prima di quella contro la compagine marchigiana, nella quale ha centrato il bottino pieno risale all’11 febbraio in casa con il Benevento.

Il problema sussiste principalmente in trasferta, dopo che passa in vantaggio, annaspa, tentenna e lascia troppa iniziativa alla formazione di turno che, spronata dall’orgoglio di giocare fra le mura amiche, riesce a rimediare ed a riagguantare nel punteggio i rossoblù, sempre nelle battute finali del match. È già accaduto a Bari, si è ripetuto a Brescia contro una squadra che non segnava da 42 giorni, un’eternità. A Venezia, addirittura in sovrannumero, il Cagliari non è riuscito a sbloccare un amorfo zero a zero. Il pareggio sempre a reti bianche con il Genoa alla “Unipol Domus” ed il primo tempo con lo stesso Ascoli avevano completato il quadro, invero un po’ opprimente, di una fase della stagione durante la quale si è persa un po’ di identità acquisita faticosamente con l’avvento della nuova guida tecnica ai primi di gennaio ed il retrogusto amaro delle mancate vittorie fuori dalle mura amiche comincia a pesare, anche e soprattutto se rapportato alla situazione di classifica.

E non si può negare che la compagine rossoblù sviluppa una certa mole di gioco, ma troppo spesso questo sviluppo si ferma come un incantesimo sulla trequarti, laddove le difese avversarie riescono a tamponare le iniziative. Ranieri non può esimersi dal confermare che esiste una reale problematica, legata in qualche modo ad una fase offensiva non propriamente equilibrata. Manca la capacità di andare a rete con più soluzioni.

Fuori dalla “Unipol Domus” raramente vi è un giocatore che possa affiancare ed aiutare Lapadula, che è circondato da maglie avversarie e dunque non trova gli sbocchi giusti per puntare efficacemente la porta. Sinora sono stati messi a segno 34 gol e se si detraggono i quattro realizzati solo con l’Ascoli sono un po’ pochini per riuscire a raggiungere posizioni di preminenza in una campionato dominato da un Frosinone schiacciasassi.

Anche a Brescia, nell’ultima trasferta in ordine di tempo, Ranieri ha schierato una formazione comunque formata da elementi di qualità, almeno per la serie cadetta, che comunque hanno le potenzialità per far male dalla cintola in su, con Mancosu trequartista a supporto del duo d’attacco composto da Lapadula e Luvumbo. Fra i tre nella zona nevralgica era inoltre presente Nandez dall’inizio della contesa, il quale ha spiccate doti offensive.

Nulla da fare anche nella tana dell’ex-presidente Cellino, laddove il Cagliari ha sbloccato la gara grazie ad un rigore di Lapadula, procurato da una iniziativa sull’asse Makoumbou-Luvumbo. L’attaccante Italo-peruviano è giunto ora al tredicesimo centro stagionale, mostrando di essere tornato quella punta di diamante che si conosceva in cadetteria. Ora il suo impatto positivo è atteso anche in trasferta. Nell’ultima partita a Brescia il suo gol non ha prodotto i frutti sperati perché I rossoblù si sono fatti rimontare dopo uno svarione difensivo che ha permesso a Dimitri Bisoli di realizzare il gol del pareggio per le rondinelle con un diagonale da destra in perfetta solitudine.

Dopo l’ennesimo risultato di parità in trasferta l’entusiasmo stava un po’ scemando, poi però è arrivata la flebo di carica con il poker rifilato all’Ascoli. Ranieri è sempre in attesa far decollare definitivamente un progetto tecnico studiato a tavolino con la società quando prese in mano le redini della squadra. Spesso il centrocampo difetta nella costruzione con alcuni elementi, vedi Makoumbou, che alternano buone prestazioni ad altre di medio basso cabotaggio. Il congolese ha una discreta padronanza dei fondamentali, ma spesso porta troppo palla perdendo un tempo di gioco prima di smistare. Questo comporta un migliore assestamento difensivo della formazione avversaria.

Nandez, dal proprio canto, non lo supporta adeguatamente e potrebbe fare molto di più con le caratteristiche tecniche e caratteriali che possiede, a patto che non si innamori troppo del pallone e riesca a liberarsene con maggior velocità. Dal centrocampo, in conclusione, partono le idee che poi dovrebbero sfociare in pericolosità offensiva delegando quindi gli attaccanti per la finalizzazione della manovra. Ciò ancora non sta accadendo con la frequenza dovuta. Qualche segnale positivo si è tuttavia notato. Ora sono attese conferme.