Pareggi esterni ed espulsioni allontanano il Cagliari dalla promozione diretta, ma il momento è semi-favorevole

Pareggi esterni ed espulsioni allontanano il Cagliari dalla promozione diretta, ma il momento è semi-favorevole
sabato 25 febbraio 2023, 22:18Il punto
di Sergio Demuru
Sergio Demuru - Corrispondente da Cagliari di Tuttosport dal 2007, al seguito del Cagliari Calcio dal 1997 avendo collaborato con altre testate quali Il Giornale di Sardegna e Sardegna 24.

di Sergio Demuru

Ai limiti dei “play-off”, ancora un pareggio in trasferta, ma almeno stavolta il Cagliari non ha giocato in sottonumero. Anzi, ha finito la gara con un uomo in più causa espulsione di un giocatore del Venezia. Un pareggio che deve esser preso per quello che vale, serve per muovere la classifica e nulla più.

Piuttosto la riflessione va fatta oltre, molto prima, considerato che nelle ultime tre gare prima di Venezia, in ordine cronologico, i rossoblù hanno giocato parte del confronto in sottonumero. Un difetto neanche tanto veniale che comincia a diventare un fardello pesante se non si corre ai ripari. Si è cominciato a Modena (Rog), poi in casa con il Benevento (Altare), per chiudere il cerchio a Bari (Lapadula). Non tanto per un nervosismo latente, che non avrebbe ragione di esistere, quanto per vere e proprie ingenuità associate a direzioni di gara forse troppo severe nell’interpretazione dei falli a sfavore del Cagliari.

Quella di Rog in quel di Modena addirittura clamorosa con il centrocampista espulso dopo un secondo “giallo” sventolatogli sotto il naso da un arbitro (Perenzoni) che già aveva avuto precedenti inequivocabili qualche tempo fa per non aver indicato la via degli spogliatoi ad un giocatore ammonito due volte in altro contesto e che vide la ripetizione di quella gara. Davvero un’ingiustizia incassata da Rog ed amplificata dalle immagini televisive che hanno dimostrato l’innocenza del giocatore rossoblù primo ad arrivare sul pallone in occasione dell’azione incriminata.

Anche Altare, nella gara interna con il Benevento, ha avuto il suo attimo fuggente di ingenuità, contrastando in una sorta di terra di nessuno un avversario crollato a terra come se fosse stato colpito da un fulmine. Indubbiamente il difensore cagliaritano avrebbe dovuto far maggiore attenzione nell’intervento, considerato che era già stato ammonito, ma resta l’accaduto, oggettivamente non in linea per estrarre un cartellino.

La tensione agonistica quasi certamente l’ha fatta da padrone ed Altare non si è saputo controllare. Un’opzione che però non dovrebbe esistere in ambito professionistico, laddove il giocatore deve anche calcolare le conseguenze che possono essere deleterie per tutto il complesso. Fortunatamente, nel caso specifico, l’espulsione di Altare non incise per nulla. E la conseguenza inaspettata è stata che anzi il provvedimento nei confronti del difensore ha inferto alla squadra una carica maggiore visto e considerato che in dieci il Cagliari è riuscito a trovare il gol della vittoria con Lapadula blindando sino alla fine del confronto il risultato positivo.

E proprio Lapadula è caduto nella rete tesagli dai difensori del Bari: ha sbracciato invero senza particolari movimenti spettacolari, un po’ per difendersi dal corpo a corpo provocato dall’avversario, rendendosi colpevole solo per aver provato a saltare a braccia relativamente larghe. Apriti cielo, il direttore di gara Massa ha immediatamente estratto il “giallo” che significava espulsione dopo che lo stesso Lapadula era stato ammonito precedentemente per una banale protesta susseguente ad una simulazione del cannoniere barese Cheddira in area rossoblù.

Alla resa dei conti si trattava di espulsioni evitabilissime. Il momento del Cagliari è semi-favorevole: la squadra naviga in zona “play-off”, nell’ultimo posto utile. La distanza sul secondo posto, che al momento è di nove punti, non lascia spazio a voli pindarici ed ambizioni di promozione diretta. Meglio concentrarsi sulla realtà dei fatti.