Tanti, troppi errori, ora è vero allarme: tutti in trincea. Scelte Mazzarri non campate in aria, ma sta mancando un qualcosa di importante. La gara con l'Hellas può segnare una svolta

Tanti, troppi errori, ora è vero allarme: tutti in trincea. Scelte Mazzarri non campate in aria, ma sta mancando un qualcosa di importante. La gara con l'Hellas può segnare una svolta
giovedì 28 aprile 2022, 01:00Il punto
di Sergio Demuru
Sergio Demuru - Corrispondente da Cagliari di Tuttosport dal 2007, al seguito del Cagliari Calcio dal 1997 avendo collaborato con altre testate quali Il Giornale di Sardegna e Sardegna 24.

Disotterrata l’ascia di guerra. Dopo sei sconfitte dopo sette gare occorre un giro di vite e tutti in trincea da qui alla fine del campionato. Fallito il match-ball a Genova tutto è in divenire. Oggettivamente girarci intorno sembra quasi infilare il dito nella piaga. Cagliari che ora dovrà provare a risollevarsi immediatamente. I tanti, troppi errori in stagione, hanno portato a questa situazione di vero e proprio allarme. Al “Ferraris” sono riemersi i soliti difetti in fase conclusiva. Appellarsi a rigori più o meno esistenti non serve, occorre agire e guardare oltre, senza piangersi addosso.

La classifica pareva essersi assestata, ma le squadre in lotta per la salvezza hanno avute tutte un sussulto (Venezia esclusa) in avanti che ha destabilizzato. Salernitana in primis, che sta davvero facendo le capriole per mantenersi in quota ed i rossoblù dovranno andare in Campania a giocarsi le residue speranze di salvezza, con tutte le incognite del caso, considerato che l’Arechi è stadio “bollente” e difficilmente espugnabile di questi tempi.

di Sergio Demuru

Le scelte di Mazzarri non sono campate in aria. Il mister ha messo in campo a Genova praticamente la medesima formazione che aveva stradominato il Sassuolo. Ovviamente senza Lovato, squalificato, sostituito tuttavia in maniera egregia dal rientrante Ceppitelli. Quello che probabilmente manca è quella mentalità operaia, capace di aiutare a far risultato in contesti come quello ligure. D’ora in avanti le chiacchiere sono a zero. Mazzarri ha recuperato tutti. Anche i “lungodegenti” Nandez e Strootman sono abili ed arruolabili fin da questa settimana che conduce dritti al confronto di sabato con l’insidiosa Verona.

Una gara dai contorni indefiniti, che potrebbe segnare una svolta. In senso negativo, ma anche positivo, a seconda del responso proveniente anche dai campi dove sono impegnate le contendenti per raggiungere la tanto agognata salvezza. Cagliari che dovrà far valere, al cospetto degli scaligeri, quella componente agonistica propria di una formazione che è in procinto di annegare. Un’opzione che si è manifestata solo saltuariamente in questa fase della stagione. Un’oscillazione nel rendimento per la quale potrebbero concorrere tantissimi fattori, primo fra tutto quello di una carenza psicologica nel tenere alta la tensione agonistica. Si perdono le distanze tra i reparti ed il timore prende il sopravvento. Tenendo a mente una cosa però fondamentale: l’obiettivo del pareggio a tutti i costi non paga, soprattutto nelle trasferte.

In casa la musica può anche esser differente considerato l’apporto del pubblico, vero dodicesimo uomo in campo alla “Unipol Domus”. Ma fuori casa subire la pressione può risultare devastante. È accaduto troppo spesso anche per il fatto di avere una difesa che può tranquillamente far parte della “banda del buco” con i suoi 62 gol incassati, come l’Empoli, che però è già in salvo da parecchio, e con la Salernitana che è l’unica che ha fatto peggio (70). E nonostante un portiere di livello come Alessio Cragno. In questo contesto il Cagliari si avvia alle gare decisive. Da affrontarsi con umiltà e determinazione e con il tecnico che deve giocoforza far recuperare autostima ai suoi. Fermo restando che l’unica ad avere (apparentemente) staccato la spina è il Venezia.