Cecchi: "Folorunsho? Chiedere scusa gli fa onore, ma una squalifica avrebbe dato un segnale al mondo del calcio"
Nel corso del "Microfono Aperto" di Radio Sportiva, il giornalista Stefano Cecchi ha parlato del caso Folorunsho-Hermoso, verificatosi durante Cagliari-Roma di domenica scorsa. Di seguito le sue parole, sintetizzate da TuttoCagliari.net: "Folorunsho? Chiedere scusa è sempre una cosa positiva e gli fa onore. Però è anche vero che, per un gesto così volgarmente violento, anche io appartengo a quella parte di sportivi che ritiene che, se ci fosse stata una punizione, secondo me sarebbe stata giusta. Poi è vero, noi siamo il Paese degli azzeccagarbugli. C’è una serie di cavilli, una serie di cavilli, e quindi si dice: 'quella non è offesa'. Ho capito, però c’è anche una cosa che è il buon senso.
E, fra l’altro, mi sembra che anche Rocchi stia andando in questa direzione. Ci sono alcune cose nel calcio – l’offesa personale, la simulazione – che è vero non trovano nel codice una rispondenza per poter punire direttamente, ma a volte anche infrangere il codice, in senso positivo ed eticamente, non sarebbe un errore. Secondo me, se Folorunsho fosse stato punito non sarebbe stata una “caccia” a Folorunsho col tagliere, ma un segnale che dai all’intero mondo del calcio: smettetela, state esagerando. Perché c’è una violenza verbale così pessima, così gratuita. E allora io capisco il codicillo, la norma 5A, il codice, ma andiamo oltre il codice, andiamo verso il buon senso, sia sulla violenza verbale sia sulle simulazioni, come Rocchi, che mi sembra abbia ribadito a chiare lettere".