LIVERANI al Corsera: "Avrei lasciato il calcio pur di salvare Federica. Lei non l’ha permesso"

LIVERANI al Corsera: "Avrei lasciato il calcio pur di salvare Federica. Lei non l’ha permesso"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Paola Pascalis
domenica 25 settembre 2022, 10:15Primo piano
di Redazione TuttoCagliari

In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, l'allenatore del Cagliari, Fabio Liverani, ha ricordato l'ex moglie Federica Frangipane, scomparsa nei giorni scorsi. Ecco le sue parole sintetizzate da TuttoCagliari.net: "Mia moglie era forte, ha combattuto fino alla fine. Mia moglie non c’è più", spiega il tecnico rossoblù, che fa fatica a parlare della madre dei suoi figli, Mattia e Lucrezia, come di una ex. E non perché era malata. "Per il rapporto che c’era tra di noi: sereno e di affetto, anche per i ragazzi. Forte. Dire oggi che la mia ex era una donna dolce e di grande carattere può dare l’impressione del solito cliché: parlar bene di chi non c’è più. Le assicuro, invece, che Federica era proprio così. L’ho conosciuta ragazzina, aveva 13 anni, ed è stata una storia bella, bellissima. Anche quando tra di noi le cose hanno cominciato a non funzionare più. L'ho chiamata ex? Capita quando ci penso un po’ di più, ma d’istinto dico moglie. L’amore può finire, il bene era e resterà per sempre. Mattia e Lucrezia ci hanno vissuti così: due persone che hanno continuato a rispettarsi e stimarsi. Federica è stata la mia gioventù, le mie delusioni, i miei successi. Poi, poco prima che si ammalasse, sono cominciate le incomprensioni. E la crisi definitiva del nostro matrimonio. La prima diagnosi non era terribile: un meningioma, un cancro al cervello di natura benigna. È stata operata una prima volta, poi è ricomparso ancora e ha subito il secondo intervento.

Fino alla terza operazione, a quel punto non era più un male da poter combattere. Lei ha creduto di potercela fare fino a sei mesi fa. Sorrideva e lottava. Federica voleva vivere, per i nostri figli. Federica era la vita. Adesso alleno a Cagliari, dopo le partite andavo a casa a Roma. Da lei, dai ragazzi. L’ho fatto anche sabato scorso: Federica era costretta a letto, la malattia le aveva compromesso la mobilità di arti e muscoli. Stava male, non immaginavo però che due giorni dopo l’avrei persa. L’avremmo persa, tutti. Se ho mai pensato di lasciare il calcio? Per Federica ero pronto a sacrificare tutto. Lei non me lo ha permesso. Anche la carriera? Avrei dato la mia vita se fosse servito a salvarla. Aveva ancora tanto da dare. I suoi desideri in punto di morte sono stati per gli altri".