Massimo Rastelli: "Vi spiego come Sarri nel secondo tempo ha riequilibrato tatticamente la Lazio, togliendo al Cagliari la superiorità numerica a centrocampo. Ai rossoblù mancano i gol delle punte: Belotti era il bomber principe degli isolani"
L’ex allenatore rossoblù Massimo Rastelli, intervistato da Tuttocagliari.net, fornisce una lettura tecnicamente e tatticamente molto approfondita della sfida di ieri tra Lazio e Cagliari, spiegando come si è evoluto il match e quali correttivi ha apportato nel secondo tempo il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri per riequilibrare la formazione capitolina.
Massimo, il Cagliari ammirato a inizio stagione sembra essersi dissolto. Ieri con la Lazio i rossoblù sono andati un po’ meglio sul piano tecnico, ma alle prime difficoltà si sono sciolti. Cosa sta succedendo all’undici di Fabio Pisacane?
“In effetti nelle prime giornate il Cagliari aveva fatto vedere ottime cose, fornendo buone prestazioni e ottenendo anche risultati lusinghieri. Ultimamente c’è stato qualche passo indietro, anche se di fatto i primi settantacinque minuti contro il Verona e l’intera gara interna contro il Sassuolo hanno rappresentato le uniche occasioni in cui le prestazioni non sono state all’altezza del rendimento offerto a inizio campionato. Col Verona i rossoblù sono riusciti a raddrizzare il match grazie ai cambi operati da Pisacane, mentre col Sassuolo hanno meritato la sconfitta: non sono mai riusciti ad aggredire i neroverdi, come magari avrebbero voluto, sul piano del palleggio. Con la Lazio a tratti abbiamo rivisto il Cagliari sbarazzino di inizio stagione, e infatti i biancocelesti sono andati in grossa difficoltà. A dire il vero non c’era la sensazione che l’undici di Sarri potesse avere la meglio. Anzi, sembrava che con una buona ripartenza o con una giocata azzeccata i sardi potessero addirittura conquistare l’intera posta.
Non è andata così perché nel secondo tempo Sarri ha operato qualche correzione-chiave, pareggiando l’inferiorità numerica che la Lazio aveva precedentemente accusato a centrocampo e riequilibrando la squadra sul piano tattico. Cerco di spiegarmi meglio: nel primo tempo il Cagliari, che giocava contro un 4-3-3, impostava con i due centrali difensivi. Su un centrale rossoblù c’era una punta laziale, che era Dia; sull’altro centrale andava quasi sempre Guendouzi. Salendo Guendouzi per i capitolini rimanevano solo due elementi a presidiare il centrocampo, mentre il Cagliari abbassava Gaetano sulla stessa linea di Prati e quindi impostava a due, mettendo le altre due mezzali - Adopo e Folorunsho - alle spalle degli altri centrocampisti. In questo modo i sardi riuscivano a trovare sempre valide traiettorie di passaggio, perché la Lazio con l’avanzare di Guendouzi perdeva un centrocampista mentre gli attaccanti, Zaccagni e Isaksen, rimanevano sui terzini Zappa e Palestra.
Al contrario, nel secondo tempo la mezzala laziale non usciva più forte sul centrale del Cagliari, anzi lo invitava ad avanzare. Così i centrali ospiti non avevano più a disposizione giocate semplici, come invece avveniva nella prima frazione. Questo accorgimento, unitamente a un determinato lavoro che Sarri ha chiesto di fare a Zaccagni e a Isaksen, ha reso i padroni di casa più equilibrati e incisivi. Detto ciò, tutto sommato a me la prestazione degli uomini di Pisacane non è dispiaciuta.”
Viene dunque da chiedersi cosa manchi a questo Cagliari per poter vivere una stagione finalmente spensierata. I dati sembrano parlare chiaro: Mina e compagni subiscono qualche gol in meno rispetto al recente passato ma, in compenso, ne segnano pochissimi. Anzi, raramente arrivano a tirare verso la porta avversaria.
“Nelle prime dieci giornate sono state troppo poche le occasioni da rete create. Da un lato il Cagliari è una compagine che non riesce a costruire tantissime palle gol, se non vivendo un po’ di folate e cavalcando l’onda di un momento di entusiasmo vissuto all’interno della partita. Per contro, talvolta il problema è proprio quello di non saper capitalizzare le chance da gol più nitide. Purtroppo l’infortunio di Belotti ha privato Pisacane dell’unico attaccante che - unitamente a Pavoletti - ha davvero familiarità col gol. Le altre punte presenti in organico, per quanto siano piuttosto giovani, non hanno certo la stessa verve realizzativa del Gallo. Storicamente non hanno mai segnato tantissimo nella loro carriera. Per cui il Cagliari dovrà trovare i gol dei difensori e soprattutto dei centrocampisti, coi loro inserimenti da lontano, per ricominciare a raccogliere punti.”