Parole, parole, parole, poi...

Proprio così cantava la celebre Mina. Si fa presto a pronunciare parole, intenzioni, sogni (?), roba che poi spesso e volentieri va a cozzare con la realtà. Nel giro di quarantott'ore il Cagliari Calcio ha sconfessato (ancora) quanto dichiarato in precedenza. Domenica sera le frasi di Tommaso Giulini "Ingiusto addossare le colpe sull'allenatore", facendo chiaramente capire la sua protezione dei confronti di Leonardo Semplici. Oggi l'esonero è stato servito, quasi un deja vù dello scorso anno quando Eusebio Di Francesco (anche lui esonerato quest'oggi dall'Hellas) venne sollevato dall'incarico un mese dopo il rinnovo contrattuale.

Mister Semplici avrà pure qualche responsabilità. Si è forse fidato troppo di quella rosa che, seppur con mille difficoltà ed altrettante lacune strutturali, era risucita a salvarsi lo scorso anno. Si è fidato troppo di quel rinnovo contrattuale arrivato con fin troppe esitazioni da parte della società stessa, che avrebbe voluto portare Ivan Juric per (ri)aprire un ciclo.

Ed invece si è ritrovato quasi del tutto solo nel dover gestire un gruppo pesantemente incompleto fino all'ultimo giorno di mercato e dopo due partite di campionato già andate in archivio. Dulcis in fundo, terminata al finestra di acquisti e cessioni, giusto qualche elemento ha dovuto salutare la compagnia per gli impegni nazionali, salvo far ritorno quasi a ridosso della gara contro il Genoa.

In definitiva il lecito quesito è: perchè esonerare un tecnico che ha avuto una quantità di tempo limitata, o perlomeno non ottimale, per plasmare la squadra con i nuovi innesti? Paventando lo spettro della gestione Di Francesco, la società non ha voluto perdere tempo, e lo ha gentilmente accompagnato alla porta. 

Ora, con tutta probabilità, toccherà a Walter Mazzarri riorganizzare il lavoro e cercare di risollevare testa, morale e classifica. Sempre se alle parole poi seguiranno i fatti.