La Nuova Sardegna - Riva e l'elisir azzurro di giovinezza

Eccolo Gigi Riva, a 65 anni è l’inossidabile mito del calcio italiano. Accompagnatore della nazionale sin dalle Olimpiadi di Seul del 1988, conosce vita, morte e miracoli del pallone azzurro. Il bomber dei bomber - il suo record delle 35 reti in 42 gare con la maglia azzurra è granitico - ha però metà cuore rossoblù e a Cagliari è legato a doppio filo.
Riva è tornato dunque anche a parlare del Sant’Elia, argomento diventato ormai un tormentone a Cagliari. Un suo pallino quello di non demolire lo stadio, come invece sembra ormai deciso. «Sono perplesso - dice Riva - non capisco le ragioni che stanno dietro le scelte di abbatterlo. E per me non può essere una faccenda sentimentale: è lo stadio dove mi sono infortunato e ho chiuso la carriera».
Lo scudetto è stato vinto infatti all’Amsicora. Ma Riva tira dritto. E spiega: «Non è giustificato abbattere uno stadio nato nel 1970. Il Sant’Elia è nato come stadio Olimpico regionale, è costato 50 milioni di euro di soldi pubblici, poteva contenere fino a 60 mila spettatori».
Riva insiste insomma. «Apriamo un dibattito, fateci capire le ragioni della convenienza a demolirlo dopo aver speso 30 milioni di euro nel 1990 ed aver ospitato per i mondiali Inghilterra e Olanda. Non sono contrario al nuovo stadio, chiedo solo chiarezza».
Ma coloro che vorrebbero spazzare via il vecchio stadio sottolineano come il Sant’Elia sia ridotto male. «È in condizioni pietose - conviene lo stesso Riva - ce ne siamo accorti anche nell’ultima amichevole con la Russia disputata cinmque anni fa. Ma c’è da chiedersi se le manutenzioni e gli interventi del comune e del club siano stati fatti».
Dal tema Sant’Elia al calcio mondiale. E al curioso esodo di tecnici italiani in giro per il mondo, a cominciare dall’Inghilterra. Un premio per il nostro calcio, secondo Riva. «Gli inglesi hanno inventato il calcio - sottolinea -, hanno sempre avuto un grande potenziale ma non vincevano nulla. E ora si sono accorti di poter ricevere una mano d’aiuto dai nostri allenatori: da Ancelotti, tra i più preparati, a Zola che fa miracoli con una squadra modesta, fino a Mancini. Se ci sono fior di campioni in campo, bisognerà pur fargli vedere come devono giocare, giusto? La dimostrazione arriva da Capello, uno che ha vinto dappertutto e che sta rilanciando le quotazioni della nazionale inglese in vista dei mondiali».
A proposito di mondiale, Rombo di tuono si augura una finale con l’Italia protagonista. «Magari potrebbe finire con un bella sfida proprio contro l’Inghilterra. Ma c’è anche il Brasile, e non scorderei le africane: la Costa d’Avorio, incontrata in Svizzera prima dei mondiali 2006, mi aveva fatto una grande impressione».
La nazionale è quasi un elisir di giovinezza per Riva.
Che lo confessa molto volentieri. «Stare con la squadra azzurra mi fa invecchiare bene. Dal 1988 a oggi ho avuto a che fare con tanti campioni e tanti ragazzi. Molte storie, ma soprattutto si respira aria di sfida ad alto livello, l’inebriante aria del calcio che conta. E il fatto che ci siano nel gruppo anche Marchetti e Biondini fa sprizzare di gioia la mia parte di cuore rossoblù».
Inevitabile un riferimento agli attaccanti. Riva promuove Gilardino. «È molto forte di testa, un autentico lottatore che ha anche la qualità dell’opportunismo. Un po’ come Inzaghi, uno che sta 15 volte in fuorigioco ma segna con l’unica palla buona anche se gioca 10 minuti».
E fra i giovani, al primo posto Marchisio e Beppe Rossi. «Mi piacciono parecchio. Ma anche Quagliarella, Di Natale e Pazzini sono ottimi giocatori. Sarà dura per Marcello Lippi stilare la lista dei convocati e fare la formazione. L’abbondanza però è una qualità in più per una squadra, come ha dimostrato il successo del 2006 in Germania».
Fra i giocatori che potrebbero essere nuovamente a disposizione di Lippi ci potrebbe essere anche Totti. Riva non si sbilancia. «Ha lasciato a suo tempo per sua scelta. A condizionarlo gli infortuni e l’elevato numero di partite. Ora tocca a Lippi decidere».
Immancabile un riferimento al suo Cagliari. «Ha iniziato benissimo il campionato - commenta -. Con la squadra di Allegri ci sono anche Bari, Parma, Chievo. Provinciali che giocano bene e mettono in difficoltà le grandi, un motivo in più per regalare spettacolo al nostro campionato».
Infine una dedica. «Sì, per David Suazo - conclude Riva - in Sardegna ha fatto belle cose. Vederlo in panca all’Inter faceva piangere il cuore. Al Genoa può ritrovarsi».