La Repubblica - Nicola: “Dal dolore la grande spinta per le mie imprese”

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Oggi alle 10:30Rassegna stampa
di Redazione TuttoCagliari

L'ex tecnico del Cagliari, Davide Nicola, oggi sulla panchina della Cremonese, è stato intervistato da La Repubblica. Le sue considerazioni: "Mi chiamano collezionista di salvezze? Io ascolto tutti, ma non sono collezionista di niente. Credo invece di essere un professionista serio, molto ambizioso. Non ho mai fatto imprese, sono sempre stato un attore fra gli altri. Ho lavorato con gente che, come me, ci ha creduto, questo sì. La salvezza è il risultato di un percorso di un anno. Non bisogna cascare nella trappola: se perdi due partite ti danno per spacciato, se fai cinque punti ti dicono che sei salvo. Credere a questo genere di narrazione è il miglior modo per non raggiungere l’obiettivo. Servono tenacia e una voglia matta di salvarsi.

Le altre salvezze le ho dedicate a mio figlio Alessandro, mancato a 14 anni? Luis Enrique, che ha perso una figlia piccola, in poche parole ha detto tutto: la vita è una continua sorpresa, ti mette di fronte a situazioni che mai avresti immaginato, e non possiamo controllare tutto. Dobbiamo essere grati per qualsiasi cosa accada, che ci piaccia o no, perché tutto può contribuire a renderci persone migliori. La gratitudine è il segreto della vita. Se ho mai parlato con Luis Enrique? No, e penso che se ci incontrassimo non servirebbero parole. Ci basterebbero un abbraccio e uno sguardo. Con gli occhi puoi creare legami, incendiare un interlocutore o esprimere gratitudine. Incontreremo subito il Milan, poi avrete gli scontri diretti? Pensare al calendario e alla classifica serve solo a perdersi d’animo. Noi, al contrario, dobbiamo fare punti su quelli che si perdono d’animo".