Riccardo Milani: "La morte di Gigi Riva un dolore immenso: mi manca tanto, anche i suoi silenzi"
Il regista Riccardo Milani ha raccontato a La Nuova Sardegna il profondo legame che lo unisce all'Isola, un rapporto che si intreccia in modo speciale con la figura di Gigi Riva. È proprio al campione simbolo del Cagliari che Milani ha dedicato, nel 2022, il docufilm "Nel nostro cielo un rombo di tuono", che immortalò anche l'ultima apparizione pubblica di Riva, accolto da un lungo applauso in un Teatro Massimo di Cagliari gremito. Di seguito un estratto dell'intervista.
Cosa è la Sardegna per lei?
"È una terra per la quale non posso che avere rispetto e riconoscenza. Nei suoi confronti provo una forte gratitudine. Amo tutto di quest'isola: il territorio, le coste, le zone interne, gli esseri umani, i paesi, le città, la storia, le antiche civiltà. Credo di avere trasporto e passione per il popolo sardo perché è come se fosse meno contaminato di altri. Certo, l'omologazione arriva anche qui, ma in qualche modo il senso di appartenenza preserva l'isola. Qui ho ancora sempre la sensazione di essere a contatto con esseri umani".
La sua prima volta nell'isola?
"Nel 1976, cinquant'anni fa. Primo campeggio a Vignola, ero ancora al liceo. Era l'anno in cui Gigi aveva smesso di giocare. Era febbraio quando successe quell'episodio".
Chi era per lei Gigi Riva?
"Per tutti noi di quella generazione era motivo di grande fascino. Amavo lui, il suo talento, i suoi rifiuti. (...) Mi manca moltissimo. Per lui ho provato un dolore che si prova quando viene a mancare una persona cara. Ma i buoni maestri rimangono. Tutto quello che lui ha fatto rimarrà per sempre. Gigi ha scritto una pagina di storia per tutti noi, per la Sardegna, per il Paese. L'isola in qualche modo è stata influenzata dalla sua storia. Mi manca tantissimo, anche stare in silenzio insieme a lui, con me che non tocco una sigaretta e lui che ne fumava una dietro l'altra".