UN MIRTO CON... ANDREA LAZZARI

UN MIRTO CON... ANDREA LAZZARITUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
venerdì 3 novembre 2023, 00:00Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Tre stagioni in rossoblù, dal 2008 al 2011, di cui due – le prime – vissute inseguendo il sogno europeo.

Andrea Lazzari era una pedina fondamentale soprattutto del Cagliari allegriano, che spaventava mezza Italia insidiando le primissime posizioni di classifica abitualmente occupate dalle big e candidandosi addirittura a un posto nell’Europa dei giganti.

Ora quei tempi sono lontani: negli ultimi dieci anni la formazione sarda si è sempre dovuta affannosamente arrabattare nel tentativo – a volte riuscito e a volte no – di conservare il patrimonio della serie A. Ma il sinistro al fulmicotone, i gol impossibili da fuori area, le prodezze balistiche sia in fase di rifinitura che in fase di finalizzazione di Lazzari - roccioso bergamasco doc dal piedino fatato - sono ricordi rimasti ben impressi nella mente dei tifosi.

Andrea, secondo lei – da illustre ex rossoblù – cosa può significare il trionfo di domenica scorsa col Frosinone per tutto l’ambiente cagliaritano? In che modo può incidere sul prosieguo del torneo?

“Può incidere molto positivamente sia sull’ambiente che sul gruppo-squadra. Anche perché è stato subito seguito da un’altra rimonta a Udine, che ha portato la qualificazione agli ottavi di finale di Coppa Italia. Queste due partite raccontano che il Cagliari è una formazione tenace, indomita e di gran carattere. Esattamente come il suo allenatore.”

Gli isolani stanno mettendo in mostra un calcio più convincente rispetto a quello proposto all’inizio del campionato. Col rientro degli uomini di maggiore qualità sta migliorando anche la fluidità e l’imprevedibilità della manovra. Secondo lei è questa la strada che porta più velocemente alla salvezza? È attraverso il gioco che si possono ottenere i punti necessari a mettersi al sicuro?

“Ranieri ha i giocatori sotto gli occhi tutti i giorni, quindi credo che la formazione la decida in base ai calciatori che vede meglio in settimana. Questo comporta che possa contare su determinati elementi per una gara e poi, magari, su altri elementi per un’altra gara. In più ci sono di mezzo gli infortuni, che a volte obbligano l’allenatore a giocare in un determinato modo.

Dall’esterno non saprei dire se la via più veloce che porta alla salvezza passi attraverso il gioco. Ciò di cui sono sicuro è che in panchina a Cagliari c’è un allenatore non esperto: di più! Sarà dunque lui a stabilire quale sia l’approccio migliore per arrivare il prima possibile a confermare la categoria.”

Andrea, una riflessione sulla difesa del Cagliari. Spesso i giocatori - molti dei quali estremamente giovani - che la compongono commettono degli errori e delle ingenuità individuali pesanti, che stanno costando punti su punti. A suo avviso potrebbe essere auspicabile, magari in determinate circostanze come i calci piazzati e altre situazioni di gioco, tornare a una rigida marcatura a uomo per non perdere mai di vista l’avversario? O, anche col sistema a zona, è solo questione di abitudine e bisogna dare tempo ai difensori di metabolizzare movimenti e meccanismi?

“Sicuramente è una questione di tempo. E di abitudine. Anche perché passare dalla difesa a zona alla marcatura a uomo è tutt’altro che semplice, soprattutto per dei difensori giovani. L’importante è che si portino avanti le idee del mister, e di conseguenza bisogna mettere giocoforza in conto qualche errore: è proprio commettendo errori che si matura l’esperienza necessaria a crescere.

Io posso dire che certe annate cambiano in una frazione di secondo. Come capitò a noi con Allegri dopo le cinque sconfitte consecutive, anche il Cagliari attuale può sterzare dopo i due successi con Frosinone e Udinese. A volte quando acquisisci fiducia, convinzione e autostima poi le vittorie arrivano da sole, quasi senza che tu te ne accorga…”

La sfida di domenica al Genoa. Che gara si aspetta? Il Cagliari cercherà di cavalcare l’onda lunga della sbornia post-Frosinone, ma il Grifone è duro a morire.

“Sì, il Genoa è un avversario complicato. Ma si giocherà all’Unipol Domus e a mio avviso, conoscendo il pubblico sardo, lo stadio traboccherà di entusiasmo e di passione. Non che prima non ci fosse coinvolgimento da parte dei tifosi, ma le ultime due sensazionali rimonte hanno ulteriormente incendiato i supporter rossoblù. Mi aspetto uno stadio esaurito in ogni ordine di posti: la spinta della gente si farà sentire.”