UN MIRTO CON... FRANCO COLOMBA

UN MIRTO CON... FRANCO COLOMBATUTTOmercatoWEB.com
giovedì 1 febbraio 2024, 00:00Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Era il suo idolo, il suo punto di riferimento calcistico. L’ideale di perfezione tecnica e atletica al quale aspirare.

E un giorno, ancora imberbe e novellino, se l’è ritrovato davanti ai margini del terreno di gioco. Regale, imponente. Naturalmente – e involontariamente – dominante e autoritario.

Quando Franco Colomba, all’epoca un diciannovenne virgulto del Bologna - un centrocampista in erba di cui si diceva un gran bene - nel 1974 incrociò per la prima volta sua maestà Gigi Riva, per lui fu come una folgorazione. Tanto che la giovane promessa felsinea, che avrebbe poi vissuto una lunga carriera da calciatore e una altrettanto longeva “seconda vita” calcistica come allenatore (anche al Cagliari, per un brevissimo periodo), ancora oggi ha ben impressi quegli attimi nei suoi ricordi di ragazzo. E li racconta con commossa partecipazione, a poco più di una settimana dall’improvvisa dipartita di Rombo di Tuono.

Franco, se dovesse rievocare un episodio che la lega alla figura di Gigi Riva, cosa le verrebbe in mente?

“Nel 1974 esordivo in prima squadra nel Bologna, affrontando la Juventus. Finì 1-1 a Torino. La settimana dopo dovevamo sfidare il Cagliari in casa. Se non sbaglio vincemmo 3-1. Ma Gigi Riva per me era un totem: avevo il suo poster in camera da letto assieme a quelli di Bulgarelli, Pascutti e Rivera. In particolare per lui, mancino come me, avevo un debole. Quel giorno lo vidi giocare – io rimasi in panchina – e poi, nel risalire le scale per tornare negli spogliatoi, mi imbattei nuovamente in lui. Praticamente mi si parò davanti un Bronzo di Riace: sfoggiava un fisico scolpito, un atletismo straripante. Ma alla potenza Gigi abbinava l’eleganza dei movimenti, la velocità, la forza e la precisione nel tiro in porta… Insomma, avevo realizzato un sogno: vedere da vicino il mio idolo.

Poi lo incontrai in campo in un altro paio di circostanze, ma il ricordo più vivido è legato a quella prima volta. Che rafforzò e alimentò ulteriormente la mia passione calcistica per Gigi.”

Passando dal grande Cagliari di allora al Cagliari attuale, come inquadra il momento dei rossoblù di Ranieri? Le ultime due sconfitte con Frosinone e Torino hanno lasciato pesanti strascichi anche sulla classifica…

“Il Cagliari deve stringere i denti e lottare partita per partita. In panchina c’è un allenatore straordinario, una persona seria e un grande motivatore. Tutto quello che è umanamente possibile fare lui lo fa. In passato ha compiuto imprese leggendarie anche fuori dall’Italia. Io ho una stima sconfinata per Ranieri, che tra l’altro spesso e volentieri, quando ci incontravamo da calciatori, marcava e francobollava il sottoscritto.”