UN MIRTO CON... GIACOMO BANCHELLI

UN MIRTO CON... GIACOMO BANCHELLITUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
lunedì 13 novembre 2023, 03:14Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Giacomo Banchelli, toscano doc, ex centravanti dalla buona tecnica di base e dallo straordinario fiuto del gol, appartiene senza ombra di dubbio a quella folta schiera di calciatori che, nel corso delle loro carriere, hanno ottenuto molto meno di ciò che avrebbero meritato.

Le qualità per sfondare le aveva tutte: è stato frenato da un pizzico di sfortuna e da qualche serio infortunio che ne ha limitato le chance di imporsi stabilmente ad altissimi livelli. Proprio a Cagliari, in maglia rossoblù, Banchelli ha giocato pochissimo, eppure ha messo a referto un gol ogni centottanta minuti (5 reti in appena 10 presenze).

Da vero condor dell’area di rigore, sapeva come e quando graffiare. Forse, se fosse stato fisicamente integro per tutta la stagione, con lui a disposizione il Cagliari targato Mazzone nella famigerata annata 1996-’97 - culminata nell’infausto spareggio col Piacenza - non sarebbe retrocesso.

Giacomo, dopo una partenza da brividi il Cagliari si è risollevato nelle ultime partite, con due vittorie in campionato e un successo in Coppa Italia. Con la Juventus, sabato scorso, ha confermato i progressi visti contro Frosinone e Genoa, ma è mancato ancora una volta qualcosa per centrare un risultato utile contro un top team.

“La squadra, dopo essere partita male, ha rimesso un po’ in sesto la sua classifica. Non ho visto la partita con la Juve, ma da quello che ho letto il Cagliari avrebbe potuto strappare almeno un pareggio. Di certo dopo le prime giornate sembrava quasi spacciato, anche per come aveva affrontato le formazioni avversarie e per come erano maturate le varie sconfitte. Poi piano piano è migliorato e ha messo la testa fuori dal guscio: io credo che se la giocherà fino alla fine. Ovviamente l’obiettivo non può che essere la permanenza in serie A.

La garanzia assoluta è la presenza di Ranieri in panchina: uno che non fa voli pindarici quando si ottengono dei buoni risultati e che non si abbatte quando si perdono tre o quattro partite di fila. Riesce a tenere sempre unito e compatto il gruppo.”

Focus tattico sul cambio Petagna-Lapadula, operato a Torino tra primo e secondo tempo. Forse il segnale che il tecnico voleva dare alla squadra, inserendo il bomber principe in avvio di ripresa, era quello di provare a vincere la partita. Però il Cagliari, con l’italoperuviano in campo, ha insistito nel tentare di scavalcare il centrocampo con lanci lunghi, senza poter più contare sui centimetri e sulla fisicità di Petagna. Così, privi di un attaccante in grado di fare a sportellate per far salire i compagni, fino al gol di Dossena i rossoblù non hanno più impensierito la retroguardia bianconera. Si è trattato di una mossa sbagliata?

“Beh, ovviamente non so perché Ranieri abbia fatto questo cambio. Forse ha visto che Petagna, contro una difesa molto fisica come quella della Juventus, nel primo tempo aveva dato tutto quello che poteva dare. Inserendo un giocatore dalle caratteristiche completamente diverse come Lapadula, cioè una punta più rapida, magari voleva sfruttare le ripartenze palla a terra per sorprendere la Juve in verticale attaccando la profondità. Probabilmente sono stati i giocatori a sbagliare, continuando a comportarsi come se ci fosse ancora in campo Petagna. Il cambio in sé ci poteva stare, perché finalizzato a modificare lo stile di gioco; purtroppo l’interpretazione dei rossoblù di quell’accorgimento tattico è stata rivedibile.”

Guardando avanti, la speranza è quella che il Cagliari di oggi ripeta - per certi versi - la parabola del vostro Cagliari nel ‘97: girone d’andata con l’acqua alla gola e girone di ritorno col vento in poppa. Confidando, naturalmente, in un esito finale diverso. Voi con Mazzone disputaste una seconda parte di campionato esemplare, tenendo una media punti quasi da Coppa Uefa.

“C’è da augurarselo. Con le ultime vittorie, e anche con la discreta prestazione fornita contro la Juventus, la squadra ha ritrovato certezze, fiducia e solidità. Credo che il campionato dei rossoblù passerà soprattutto attraverso le gare casalinghe: la Unipol Domus dovrà trasformarsi in un fortino. Poi in trasferta si dovranno affrontare le cosiddette pari grado col giusto piglio. Senza dimenticare, comunque, che non ci sono gare scontate. Ieri pareva inimmaginabile una vittoria dell’Empoli al Maradona di Napoli, che invece si è materializzata…”

In effetti, quello dei risultati inesorabilmente negativi contro le big è un tasto dolente - da tempo - per il Cagliari. In un modo o nell’altro i sardi soccombono sempre quando affrontano avversari blasonati, anche a causa di un atteggiamento spesso troppo remissivo. È un problema di carattere tecnico-tattico o è piuttosto una questione di mentalità?

“Dubito che si tratti di un problema tattico. Credo piuttosto che dipenda da una mancanza di convinzione da parte dei giocatori, che magari affrontano le prime cinque-sei squadre della classifica con una predisposizione mentale diversa da quella che hanno quando si misurano contro le avversarie di pari livello. Eppure proprio il match con la Juventus testimonia che, se si scende in campo determinati e cattivi, si possono fare punti anche contro i primi della classe. Nel calcio di scritto non c’è niente: i valori tecnici saranno anche diversi, ma ci sono undici uomini da una parte e undici uomini dall’altra. Non esistono partite ‘segnate’, ogni gara fa storia a sé. Non è che se davanti a te hai l’Inter o la Juventus hai perso ancor prima di allacciarti gli scarpini. Su questo aspetto confido in Ranieri: è un tecnico troppo navigato per non sapere come preparare mentalmente i propri calciatori a ogni tipo di sfida. Sotto la sua guida il Cagliari migliorerà anche nell’approccio e nell’autoconsapevolezza.”