UN MIRTO CON... GIUSEPPE PANCARO

UN MIRTO CON... GIUSEPPE PANCAROTUTTOmercatoWEB.com
sabato 20 agosto 2022, 00:00Un mirto con...
di Roberta Lai

Riguardo all'attualità in chiave Cagliari, la redazione di TuttoCagliari.Net ha intervistato in esclusiva Giuseppe “Pippo” Pancaro, difensore dei sardi dal 1992 al 1997.

Il Cagliari riparte da Fabio Liverani. Come giudica questa scelta della società?

“Ne sono molto contento. Penso sia la persona giusta nel posto giusto, negli anni ha dimostrato di essere un allenatore vincente. Mi fa piacere vedere di nuovo Muzzi in rossoblù, una persona straordinaria”.

Quali sensazioni percepisce dall’esterno? Il Cagliari è ben attrezzato per affrontare le insidie della Serie B?

“Le sensazioni sono molto positive. In passato, il Cagliari ha investito molti soldi, raccogliendo meno di quello che meritava. Quest’anno parte un po’ con i fari spenti ma tutti sanno che l’obiettivo è quello di tornare il prima possibile in Serie A. Me lo auguro”.

Parliamo di due suoi colleghi di reparto. Cosa pensa di Goldaniga e Altare?

“Goldaniga è un giocatore esperto, sono tanti anni che gioca. Altare, che ho affrontato quando lui era all’Olbia e io allenavo la Pistoiese, è un giovane emergente che la scorsa stagione ha fatto benissimo, si è imposto anche quest’anno. Per lui,adesso, l’esame più difficile: riconfermarsi”.

C’è qualche rossoblù che quest’anno potrà fare la differenza?

“Rog, Nandez sono giocatori fortissimi per la categoria. A me piace moltissimo Pavoletti perché al di là dell’aspetto tecnico, è un trascinatore, un giocatore che dà sempre l’anima e che tiene alla maglia. Mi auguro che questo possa essere l’anno di Pavoletti in termini di gol”.

Ha parlato di attaccamento alla maglia, un fattore che in tanti pensano sia stato assente lo scorso anno. Può essere una delle cause di questa retrocessione?

“Quando si retrocede, tra l’altro con una squadra che tecnicamente non avrebbe dovuto lottare per la salvezza, le cause sono tante. Vuol dire che si è sbagliato e che in tanti hanno sbagliato. Adesso è acqua passata, ho sensazioni positive e mi auguro che il Cagliari possa tornare il prima possibile in A. Me lo auguro in primis per i tifosi, poi per Liverani e Muzzi”.

Facciamo un tuffo nel passato. Il gruppo di cui lei era protagonista rimarrà nella storia non solo per i risultati ma anche e soprattutto per l’atteggiamento con cui scendevate in campo. Un calcio diverso?

“Sono passati tantissimi anni, era quasi un calcio differente, vissuto in maniera diversa da noi e dai tifosi. È difficile fare dei parallelismi. Quello che posso dire è che noi avevamo creato un legame fortissimo con la città, con la tifoseria, c’era grande armonia all’interno del gruppo e tutto questo si trasformava in ottimi risultati. Sono passati tanti allenatori, tanti giocatori ma lo zoccolo duro è rimasto sempre quello per tanti anni. Questo feeling, quest’armonia ed empatia creata con tutta la città e i tifosi ci ha permesso di toglierci delle soddisfazioni, di raggiungere quasi sempre gli obiettivi prefissati”.

Com’è stata quella cavalcata in Coppa Uefa? Sembravate inarrestabili. Lei, tra l’altro, debuttò siglando il gol del 3-2 nella semifinale di andata con l’Inter.

“Fu un’esperienza bellissima. Eravamo una squadra forte e in quella competizione riuscimmo a ottenere risultati inaspettati. Il mio gol del 3-2 con tutto il boato del Sant’Elia fu un’emozione grandissima che ancora conservo dentro di me”.

Dopo quei cinque anni al Cagliari riscontrò delle difficoltà nel passare a squadre più grandi come Lazio e Milan con cui ottenne risultati importantissimi?

“I cinque anni passati nel Cagliari mi hanno preparato a potermi confrontare con squadre con grandi campioni, a poter giocare per poi vincere qualcosa. Quei cinque anni sono stati fondamentali per me grazie alla società, alla città e ai tifosi che mi hanno fatto sentire amato. Sono cresciuto gradualmente e poi ho fatto il passaggio naturale che è stato quello verso una grande Lazio che giocava per vincere. Non subii il contraccolpo psicologico perché arrivai pronto”.

Il Cagliari, in questa stagione dovrà affrontare il Modena, squadra con cui lei ha iniziato la sua carriera da allenatore. Come vede la squadra di Tesser?

“Il Modena è partito con un progetto nuovo, una società e un presidente nuovo. Trasmettono passione e competenza e dopo aver vinto il campionato di C si stanno preparando per fare una buona stagione in B. Oltre al Modena quest’anno la serie B presenta tante squadre che lotteranno per vincere il campionato, in primis le tre retrocesse”.

Che tipo di partita si aspetta domenica tra Cagliari e Cittadella? 

“Il Cittadella è una realtà ormai consolidata della Serie B. Ha un direttore, una società che sa fare calcio molto bene, è una delle squadre che spende meno e ottiene ottimi risultati. Sarà sicuramente una partita molto difficile per il Cagliari che, però, ha tutto il potenziale per poter vincere con chiunque”.

Si ringrazia Giuseppe Pancaro per la disponibilità e la cordialità nell’accettare e svolgere questa intervista.