UN MIRTO CON... GIUSEPPE TOMASINI

UN MIRTO CON... GIUSEPPE TOMASINI
domenica 14 maggio 2023, 01:11Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Una volta governava la difesa, dominando il campo dalla sua posizione privilegiata e solitaria davanti al portiere. Era l’ultimo baluardo prima dei pali e della rete da violare, estremo avamposto del reparto arretrato al quale Albertosi si aggrappava per non ritrovarsi a tu per tu, da solo e disarmato, col nemico.

Oggi Giuseppe Tomasini, libero (sfortunato: nel campionato ’69-’70 saltò mezza stagione per infortunio) del Cagliari scudettato, è un attento osservatore e analista delle vicende rossoblù. E si unisce al coro dei tifosi che spingono con tutte le forze i sardi verso la sospirata risalita in serie A.

“Tomas”, come la chiamavano a suo tempo i compagni di squadra, ha visto la partita tra Cagliari e Palermo?

“Sì, l’ho vista. Il Cagliari mi ha fatto una buonissima impressione. I giocatori sono in palla, corrono, lottano l’uno per l’altro. Si giocherà sicuramente la promozione in serie A fino alla fine”.

Gara scorbutica e difficile. Il Palermo nel primo tempo ha tenuto il pallino del gioco, poi nella ripresa abbiamo sfruttato l’episodio dell’espulsione del difensore siciliano. Il Cagliari non è parso brillante come in altre uscite, soprattutto in fase di costruzione. Si sono visti parecchi errori tecnici e di misura nei passaggi. È d’accordo?

“È stato per merito del Palermo, che è un’ottima compagine e punta come noi alla promozione. Per cui mi sento di promuovere la prestazione dei rossoblù. È vero che nel primo tempo i rosanero hanno tenuto di più la palla, ma poi siamo venuti fuori alla distanza e abbiamo ribaltato la partita. Abbiamo battuto un avversario fortissimo, una grande del campionato.”

Una curiosità tattica: Ranieri non impiega mai l’unico regista di ruolo che abbiamo in rosa, ovvero Viola, preferendogli sempre Nandez e Makoumbou a centrocampo. Non potrebbe essere auspicabile in alcune circostanze la presenza di un uomo d’ordine che “pulisca” la manovra e scandisca i tempi di gioco con le sue geometrie?

“Credo che il mister prediliga giocatori veloci in grado di dare ritmo alla squadra. Per questo motivo sceglie Nandez e Makoumbou. Viola non ha nella velocità la sua caratteristica principale. Diciamo che si punta più sulla corsa e sulla quantità che sulla qualità del palleggio.”

Altro annoso tormentone: quasi mai un giocatore del calibro di Marko Rog inizia le partite da titolare. A volte non gioca, a volte subentra nella ripresa. Come se lo spiega? Scelta tecnico-tattica o influiscono i ben noti problemi fisici che da tempo affliggono il croato?

“Ranieri è un allenatore che non guarda al nome del giocatore. Non gli interessa che sia un pezzo grosso o un giovane di belle speranze. Osserva il ragazzo durante la settimana, vede come si comporta durante gli allenamenti e ne monitora lo stato di forma. Rog non è più quello di prima, altrimenti sarebbe un titolare inamovibile. L’infortunio che ha subito, peraltro seguito poi da una pesante ricaduta, ne ha condizionato il rendimento e dimezzato il valore. Anch’io ho avuto un grave incidente al ginocchio, che purtroppo mi ha privato di tante cose nella mia carriera: dopo non sei più tu, perdi tanto del tuo dinamismo e della tua forza. Se Rog fosse al cento per cento Ranieri non esiterebbe a schierarlo.”

Anche Pavoletti viene da lunghi e ripetuti infortuni. Può tornare utile nello sprint finale dei playoff?

“A mio avviso sì. È un attaccante che sa muoversi e sa piazzare il pallone in area, sente la porta e ha fiuto del gol. In più è prezioso nelle spizzate di testa e nelle sponde per i compagni. Lapadula non può mica reggere il reparto da solo: con l’aiuto di Pavoletti può ulteriormente accrescere la sua pericolosità. Insieme formano una bella coppia.”

A questo proposito, nelle prossime partite lei punterebbe, come partner di Lapadula, più su Prelec o, appunto, sul centravanti livornese?

“Dipende dall’approccio e dall’impostazione tattica che si vuole dare alla gara. Se l’intento è quello di giocare per vincere e per far gol punterei su Pavoletti, mentre se si sceglie un atteggiamento più prudente e votato al contenimento opterei per Prelec, che tiene una posizione maggiormente arretrata e aiuta molto i difensori. Pavoletti resta sempre alto assieme a Lapadula, e sotto porta è più incisivo di Prelec. Lo sloveno l’ho visto giocare: è più utile in fase di ripiegamento, mentre Pavoletti è un uomo da area di rigore.”

Domanda secca: quante possibilità attribuisce al Cagliari di centrare l’agognato obiettivo-serie A attraverso i playoff?

“Le gare di spareggio saranno equilibratissime, perché i valori delle formazioni che vi partecipano sono molto vicini. Più o meno tutte hanno le stesse possibilità. Il Cagliari però è coperto in ogni ruolo, può contare su un allenatore validissimo e sta giocando bene: anche contro il Palermo all’Unipol Domus l’ho trovato convincente. Sicuramente può dare del filo da torcere a chiunque, e non deve temere niente e nessuno. Non mi sorprenderei se alla fine fossero proprio i rossoblù a salire in serie A. Del resto i playoff sono un terno al lotto, un’incognita senza padroni e senza pronostico. Magari giochi una grande partita e poi vai fuori. In gare da novanta o centottanta minuti i valori si possono ribaltare, e gli episodi finiscono per diventare determinanti.”