UN MIRTO CON... IGNAZIO ARGIOLAS

UN MIRTO CON... IGNAZIO ARGIOLASTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Luca Di Leonardo
mercoledì 14 settembre 2022, 00:00Un mirto con...
di Roberta Lai

Riguardo all'attualità in chiave Cagliari, la redazione di TuttoCagliari.Net ha intervistato in esclusiva Ignazio Argiolas, ex tecnico del Settore Giovanile rossoblù e vice di Claudio Ranieri nella stagione 1988/1989.

Cosa pensa di questo Cagliari?

“Lo sto seguendo con curiosità. Liverani è stato un mio allievo, l’ho portato io nel settore giovanile del Cagliari”.

Come giudica queste prime cinque partite? C’è qualche aspetto su cui lavorerebbe maggiormente?

“Partiamo dall’ultima partita. Il Cagliari ha dato qualche speranza. Il problema è l’impostazione della squadra, il gioco che riesce a sviluppare e l’atteggiamento dei giocatori in campo. Quello che non va nelle nostre squadre è la componente legata al sistema di gioco. La formazione di un giocatore di calcio, nelle sue linee generali, dovrebbe seguire delle tappe basilari, qualcosa che è necessario fare per migliorarlo e adattarlo a tutti i sistemi di gioco. È questo che serve. Si esaltano, invece, alcune capacità che non offrono al giocatore la possibilità di supportare la capacità tattico-decisionale da adeguare a qualsiasi sistema di gioco”.

Manca, a suo parere, un po’ di ecletticità?

“Sì, purtroppo. È il tipo di giocatore che ci vorrebbe adesso. Se non c’è tecnica non c’è calcio. Cosa vuol dire tecnica? Significa avere un bagaglio esperienziale, di vissuti che forgiano la tua personalità. Manca un calcio insegnato che tenga in grande considerazione soprattutto i fondamentali allenati in condizioni situazionali”.

Uno dei problemi rilevati a inizio campionato riguardava gli esterni.

“Ci stiamo scervellando, ad esempio, per avere un esterno sinistro. Sanno giocare ma non sanno cosa vuol dire marcare. Alla tecnica si aggiunge il cuore, la volontà. Cose che ora non si vedono più".

Nelle prime partite abbiamo visto la difesa del Cagliari un po’ in difficoltà. Ora, invece, un dato (numero di tiri subiti) attesta la crescita della retroguardia rossoblù. Una conseguenza di una maggiore comunicazione tra i reparti?

“Direi anche una questione di responsabilità. Nell’errore ci deve essere l’autocorrezione che, in fondo, significa avere stima verso sé stessi. Così viene fuori la personalità”.

Che voto darebbe a questa prima fase del campionato dei rossoblù?

“Io equilibro le cose negative con quelle positive. Direi un sette e mezzo ma ci sono ancora tante cose da rivisitare. La leadership per me deve essere di tutti. Ogni giocatore, quando ha il pallone, deve essere in grado di fare bene quello che sa fare”.

La differenza, dunque, non la fa un giocatore singolo ma la squadra?

“Si chiama sinergia comportamentale: il gruppo che mira allo stesso obbiettivo”.

Nella prossima partita il Cagliari affronterà il Bari: che partita si aspetta?

“Ognuno dei nostri giocatori deve tener conto di un’area di attività e delle caratteristiche degli avversari con cui andranno a incontrarsi. Dopodiché non c’è avversario che tenga”.

Ha allenato il Settore Giovanile per tanti anni: come giudica il lavoro fatto di recente nella valorizzazione dei ragazzi del vivaio del Cagliari?

"Il nostro vivaio è sempre stato buono, fin dall'inizio. Abbiamo avuto tanti giocatori che avrebbero potuto fare bene in prima squadra.A questo punto si inseriscono i procuratori che, in questo momento, sono i padroni del calcio italiano e questo vale anche per il Cagliari. È possibile che avendo un giocatore come Desogus, lo si sia dato subito in prestito per farlo restare in panchina, al Pescara? La panca la poteva fare anche qua. Bisogna impiegare questi giovani, parlare con loro”.

Si ringrazia Ignazio Argiolas per la disponibilità e la cordialità nell’accettare e svolgere questa intervista.