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UN MIRTO CON... IVO PULGA

UN MIRTO CON... IVO PULGATUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
mercoledì 10 aprile 2024, 00:02Un mirto con...
di Matteo Bordiga

A Cagliari ha lasciato un gran bel ricordo sia da giocatore che da allenatore. Con le scarpette chiodate era un jolly del centrocampo utilissimo sia in fase difensiva che in accompagnamento all’azione offensiva. Da tecnico ha incarnato quel serio, illuminato pragmatismo che ha portato il Cagliari, nel campionato 2012-2013, a disputare un memorabile girone di ritorno salvandosi in scioltezza.

Ivo Pulga commenta con soddisfazione la vittoria-chiave degli uomini di Ranieri contro l’Atalanta, che potrebbe davvero rappresentare la svolta definitiva della stagione rossoblù.

Ivo, domenica il Cagliari ha conquistato tre punti prestigiosi – i primi contro una “grande” in questa stagione – e di importanza capitale in ottica salvezza.

“Purtroppo non ho potuto seguire la partita, ma da quello che ho visto e letto il Cagliari ha disputato un gran secondo tempo e, alla fine, ha meritato il successo. E non è certo un caso: da quando il mister ha trovato il modulo di riferimento, prevedendo la difesa a quattro e sempre uno o due uomini dietro la punta centrale, le prestazioni della squadra sono sensibilmente migliorate. E sono arrivati anche i risultati. Personalmente ero convintissimo che prima o poi il Cagliari sarebbe venuto fuori, esaltando le qualità di una rosa che è in grado di reggere l’urto con la serie A: era solo questione di tempo. Ranieri aveva bisogno di trovare i giusti equilibri tattici, e col mercato di gennaio ha dato alla formazione isolana una fisionomia ben precisa.

Ora credo che, dopo questa vittoria, più della metà del lavoro sia fatto. Diciamo che la missione-salvezza è stata completata per circa il sessanta per cento.”

Anche la difesa rossoblù è cresciuta col passare dei mesi. Un golletto lo incassa più o meno sempre ad ogni partita, ma dà una sensazione generale di maggiore solidità e affidabilità.

“L’arrivo di Jerry Mina ha contribuito a far crescere tutto il reparto: il colombiano ha messo la sua esperienza a disposizione dei compagni. Dossena è un ottimo prospetto, ma commette ancora degli errori marchiani: il gol dell’Atalanta è arrivato in seguito a un suo svarione piuttosto grave. Mina infonde tranquillità e sicurezza al pacchetto arretrato: come dicevo, gli arrivi di gennaio sono stati fondamentali per rilanciare il Cagliari. E poi i sardi quando giocano in casa possono contare sul supporto di un pubblico che ‘entra’ a tutti gli effetti nella partita, attaccato com’è al terreno di gioco: spinge letteralmente i giocatori verso il traguardo. Per gli avversari, in queste condizioni, è difficile venire a far punti nell’Isola.”

Domenica prossima è in programma l’appuntamento di gala, in notturna, con l’Inter. Lei come affronterebbe una corazzata come quella nerazzurra, con l’obiettivo di portare a casa almeno un pareggio?

“A San Siro servirà la partita quasi perfetta, condotta cercando di limitare il più possibile la quantità di errori tecnici. E, ovviamente, al contempo occorrerà che l’Inter sforni una prestazione mediocre, o comunque non all’altezza delle sue migliori giornate. La differenza tra le due squadre è enorme. Ecco perché Dossena e compagni non dovranno regalare praticamente nulla. Mi aspetto una gara, da parte del Cagliari, sulla falsariga di quella disputata ieri dall’Udinese: difesa blindata e sfruttamento delle ripartenze. Ci vorrà anche un po’ di fortuna - ovvero che gli episodi girino a favore - per portare a casa almeno un punto, ma l’aspetto positivo è che quando arrivano certe sfide l’allenatore non ha nemmeno bisogno di caricare l’ambiente. A Milano si giocherà davanti a ottantamila spettatori, in un contesto estremamente stimolante: i rossoblù saranno motivati e carichi a pallettoni. Insomma, ci sono tutti i presupposti affinché possano giocare una grande partita.”

Ivo, è possibile individuare un uomo-chiave che ha segnato il “turning point” della stagione del Cagliari? C’è un singolo che si è distinto rispetto a tutti gli altri?

“Non c’è stato un protagonista in particolare. Direi che la chiave di volta è stata la capacità di Ranieri di trovare il bandolo della matassa anche dal punto di vista tattico: 4-2-3-1 o 4-3-1-2, per dare alla squadra un assetto definitivo. E poi c’è il fattore-Viola: questo ragazzo, da subentrante, è stato decisivo in più di un’occasione. Il tecnico, inserendolo nella ripresa, ha trovato il modo di valorizzarlo al cento per cento.”