UN MIRTO CON... IVO PULGA

UN MIRTO CON... IVO PULGATUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
martedì 15 agosto 2023, 00:00Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Per il Cagliari è sempre stato un punto di riferimento, sia come giocatore che come allenatore.

Centrocampista grintoso ma dai piedi educati, capace di trovare gol decisivi e assist preziosi per gli attaccanti, Ivo Pulga in campionato ha messo insieme, con la maglia rossoblù, 174 presenze e 6 reti dal 1985 al 1991. Ha partecipato da protagonista alla doppia scalata dalla C alla A di fine anni Ottanta, risultando sempre imprescindibile ago della bilancia, in fase di contenimento e di ripartenza, del centrocampo.

Il Pulga allenatore, chiamato in causa da Massimo Cellino nel momento del bisogno, si è distinto soprattutto nell’annata 2012-2013, guidando la squadra a un girone di ritorno condotto col vento in poppa e a un lusinghiero undicesimo posto finale, con salvezza virtualmente ottenuta in larghissimo anticipo sulla fine della stagione.

L’ex centrocampista modenese è sempre attento osservatore delle vicende cagliaritane, per ragioni professionali ma anche sentimentali. Ha seguito sia la finale playoff col Bari che l’esordio stagionale di due giorni fa in Coppa Italia contro il Palermo.

Ivo, partiamo dallo spareggio del San Nicola. Come leggere la sfida tra biancorossi e rossoblù, culminata nel gol di Pavoletti arrivato proprio al fotofinish?

“In Puglia il Cagliari ha fatto una partita in cui non aveva niente da perdere, per cui ha attaccato fin dall’inizio il Bari il quale, a sua volta, si è accontentato di difendere il pareggino e, come puntualmente avviene in questi casi, ha finito per pagare dazio.

La verità è che l’1-1 dell’andata ha favorito i sardi, lasciandogli a disposizione un solo risultato per arrivare in serie A. Così gli uomini di Ranieri sono scesi in campo al San Nicola col coltello tra i denti, tirando fuori una grande prestazione e meritando, a mio parere, la vittoria. La squadra di Mignani, viceversa, aveva fatto benissimo all’Unipol Domus, ma poi al ritorno ha scelto di amministrare il match - tenendo un baricentro basso e puntando più che altro sul contropiede - e questo è stato un errore madornale, perché di solito quando ti accontenti perdi.”

Che sensazioni le ha dato invece il calciomercato dei sardi, al netto delle ultime operazioni in entrata che dovrebbero essere perfezionate in questi giorni? E che impressione le ha fatto il nuovo Cagliari al debutto stagionale in Coppa Italia contro il Palermo?

“Devo dire che qualche rinforzo è assolutamente necessario. La formazione vista contro il Palermo ricalcava in buona parte il Cagliari dello scorso anno, con l’aggiunta di questo ragazzino, Oristanio, che mi ha davvero sorpreso: è talentuoso, ha personalità, corre tanto ed è in possesso di colpi importanti. Si candida, a mio parere, a diventare la rivelazione della stagione. E rischia pure di soffiare il posto da titolare ad altri attaccanti o trequartisti, perché può giocare dietro la punta come può anche fungere da esterno. È veramente un prospetto che un tecnico come Ranieri, abilissimo a valorizzare i giovani, potrebbe far esplodere.

Oristanio a parte, ripeto che la rosa va completata con due o tre elementi di categoria. Col Palermo, che è una compagine attrezzata per salire in serie A, Pavoletti e compagni hanno fatto fatica. Alla fine gli è girata bene, ma non si è visto il grosso divario che dovrebbe notarsi tra una squadra di A e una di B.”

Ivo, lei che conosce bene Claudio Ranieri è così sicuro che, a dispetto delle parole estremamente prudenti pronunciate dal tecnico romano in conferenza stampa, l’unico obiettivo possibile per il Cagliari sia una semplice salvezza? In una serie A con 20 squadre retrocedere, paradossalmente, non è così “facile”: non ci si potrebbe focalizzare, magari, più su un dodicesimo-tredicesimo posto che sull’invariabile chiodo fisso di lasciarsi alle spalle tre squadre?

“Sono perfettamente d’accordo. Conoscendo Claudio, lui non si accontenterà certamente di una salvezza risicata. Anche se il primo obiettivo è quello, lui dirà ai giocatori che ci sono tutte le qualità per ottenere qualcosa in più. Alzare l’asticella, anche a livello psicologico, rende più facile tagliare il traguardo primario. Se si punta, ad esempio, ad arrivare nella parte sinistra della classifica sarà anche più facile centrare - magari pure con minor sforzo - la salvezza. Se si punta solo alla salvezza, una volta che si fanno i punti necessari a mantenere la categoria ci si sgonfia e si perdono motivazioni. Bisogna sempre individuare degli obiettivi importanti, coltivare delle ambizioni stimolanti.”

Che opinione ha di Shomurodov? Lo vede meglio come prima o come seconda punta?

“Mi sembra uno di quei giocatori che devono sempre esplodere e poi non esplodono mai. Credo che Ranieri giocherà con una punta più il trequartista, come all’inizio contro il Palermo. Oppure con due punte e col trequartista che viene spostato sull’esterno. Ma in ogni caso Shomurodov lo vedo come un rincalzo: con tutti gli effettivi a disposizione secondo me gli attaccanti titolari saranno Luvumbo e Lapadula, magari con Oristanio dietro. E mi ripeto, attenzione proprio a Oristanio: Ranieri è uno che non guarda in faccia a nessuno, e se il ragazzino meriterà di giocare avrà una maglia da titolare.”