Arbitri, Bucchioni: "Arriva la rivoluzione, cco cosa succederà. Tensioni e polemiche"

Nel suo editoriale per Tuttomercatoweb, il giornalista Enzo Bucchioni si è soffermato sulle novità che rivoluzioneranno il settore arbitrale. Ecco le sue parole: "Gli arbitri di serie A e B, gli assistenti e i varisti, 135 persone in tutto, usciranno dall’Aia per confluire in una nuova società autonoma, ma finanziata dalla Federcalcio e dalle due Leghe. Una vera e propria rivoluzione che porterà gli arbitri al professionismo. I rumors e le indiscrezioni stanno filtrando da qualche tempo, ma adesso (così pare) ci siamo: il progetto è pronto e molto probabilmente sarà presentato nel Consiglio Federale del prossimo sedici ottobre (al massimo quello dopo) per poter partire dalla prossima stagione.
Ovviamente stanno divampando polemiche, la transizione non sarà indolore e la reazione del presidente dell’Aia (associazione italiana arbitri) Antonio Zappi è forte, ma ormai si va in quella direzione perchè lo vogliono gli arbitri, anche se proprio Zappi continua a sostenere che non succederà niente. Vedremo. Tutto nasce dall’idea di dare finalmente una dignità da professionista vero, con tutto quello che comporta, dalla figura giuridica, al contratto, alle tutele sindacali, a una categoria rimasta sempre a metà fra la passione mista al dilettantismo e un professionismo mascherato, vasi di coccio in un mondo dove c’è l’iperprofessionismo e dove il business è fortissimo.
L’arbitro si vuole mettere al passo con i tempi per andare sempre più verso un mondo fatto da professionisti a tutto tondo, con la volontà di crescere come hanno fatto in altri paesi. Il modello è la Premier League dove dal 2001 il mondo arbitrale di vertice viene gestito da una società esterna chiamata PgMol che sta per “professional game match officials limited”. La nascente società italiana sarà qualcosa di simile, del progetto si è occupato in prima persona il segretario della federcalcio Brunelli con altri manager federali e delle leghe.
Dalle indiscrezioni che filtrano da un riserbo che avrebbe dovuto essere assoluto, il vertice di questa nuova società che non ha ancora un nome, sarà un direttore non nominato dall’Aia, ma ovviamente dall’interno. La struttura, nella catena di comando e nelle varie specializzazioni, oltre agli arbitri dovrebbe essere allargata, potrebbero essere coinvolti anche ex calciatori ed ex allenatori, preparatori atletici, psicologi. Insomma una struttura con tutto quello che di meglio serve a un professionista di alto livello come gli arbitri di oggi ai quali vengono richieste sempre più prestazioni oltre al saper arbitrare al top, dal comunicare negli stadi o in tv, al gestire var e tecnologie varie. Il fine ultimo è quello di formare, far crescere e selezionare tutta una nuova categoria arbitrale con sistemi diversi, con una ovvia grande attenzione a un lavoro di perfezionamento costante su quelli che sono già il vertice della categoria.
Sapremo presto nei dettagli, in maniera ufficiale, cosa succederà e come sarà organizzata la nuova società. Intanto molte voci portano come primo direttore in pectore all’attuale designatore degli arbitri Gianluca Rocchi. Basta aspettare. L’attuale presidente dell’Aia, come detto, sta ancora cercando di ostacolare o frenare il progetto. Perdere la gestione attuale e futura degli arbitri di vertice (A e B) politicamente sarebbe un colpo durissimo, ma ormai da troppo tempo ci sono tensioni, incomprensioni e situazioni non risolte per arrivare al caso degli stipendi non erogati per diverso tempo nei mesi scorsi e pagati soltanto una decina di giorni fa.
Con la nuova società e un vero e proprio contratto, il maggior impegno sarà ovviamente remunerato. Gli arbitri di vertice, secondo un calcolo che gira, potrebbero arrivare a crescere di circa il cinquanta per cento a fronte di una retribuzione media (ad ora) di circa centomila euro. L’inquadramento come lavoratori sportivi dopo la legge del 2023 con un contratto vero e proprio porterà trattamento di fine rapporto, ferie e altri istituti. Come tutte le categorie lavorative. Non succederà più che un arbitro si ritrovi a fine carriera a trentacinque anni o giù di lì, senza saper cosa fare e senza un contributo.
Zappi starebbe cercando l’alleanza dei 206 presidenti di sezione per cercare una reazione comune, ma salvo colpi di scena impensabili, la Figc andrà avanti nel prossimo consiglio. Marco Guida, delegato a rappresentare gli arbitri di A e B negli incontri che ci sono stati in questi mesi, del resto è stato chiaro: ha ribadito la volontà di tutti i 135 colleghi di staccarsi dall’Aia. In attesa di avere altri particolari dell’intero progetto e capire come andrà a finire, anche nelle categorie inferiori gli arbitri hanno intrapreso la strada della rivendicazione dei loro diritti e delle giuste tutele.
A cominciare proprio dalle categorie giovanili dove oggi un giovane arbitro è pagato con un rimborso di 37 euro per stare fuori mezza domenica e fare un viaggio. In seno alla Cgil è nato il sindacato degli arbitri, spinto e sostenuto dall’ex assistente e vicepresidente dell’Aia Duccio Baglioni che conosce perfettamente tutte le istanze di una intera categoria che vuole uscire da un mondo politicizzato, legato al potere, arcaico, per passare a un rinnovamento con inquadramento dignitoso per tutte le varie categorie dalla serie C alle giovanili che resteranno sotto la guida dell’Aia".