BIDONI ROSSOBLU - Victorino, dal "Mundialito" al "flop" in terra sarda

BIDONI ROSSOBLU - Victorino, dal "Mundialito" al "flop" in terra sardaTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 22 novembre 2021, 21:00Che fine hanno fatto?
di Vittorio Arba

Facciamo un salto nel passato, tra i tanti "bidoni" e le tante "meteore" che hanno indossato la maglia del Cagliari: oggi è la volta di Waldemar Victorino, bomber uruguaiano classe 1952. Soprannominato El Piscador, Victorino fa il suo esordio tra i professionisti nel 1969, a 17 anni, con la maglia del Cerro, dove mette subito in mostra doti da attaccante di razza. Dopo un anno di apprendistato al Progreso, arriva la chiamata del River Plate di Montevideo, mentre un anno dopo (1976), arriva la prima convocazione con la Celeste. Dopo oltre 30 reti in due anni arriva un’altra grande chiamata, quella del Nacional di Montevideo, dove vince la classificata marcatori al primo colpo con 19 reti, che lo consacrano al grande calcio sudamericano. L’anno successivo, il 1980, è ancora più ricco di soddisfazioni: arrivano campionato e Coppa Libertadores, decisa da una sua rete nel match di ritorno contro l’Internacional di Porto Alegre. Non è finita qui, perché nel 1981 regala il Mundialito alla propria nazionale, stendendo prima Olanda e Italia (facendo ammattire un certo Collovati ndr) e poi il Brasile in finalissima. Nel frattempo annuncia il proprio ritiro dalla nazionale. Un mese dopo, regala la Coppa Intercontinentale al suo Nacional, stendendo il Nottingham Forest in quel di Tokyo: a quanto pare, la sua prestazione superlativa ha ispirato la creazione del famoso cartone animato “Holly&Benji”. Lasciato il Nacional dopo ben 53 presenze e 42 reti in due anni, passa ai colombiani del Deportivo Cali, ma la sua esperienza colombiana sarà brevissima, in quanto arriverà una grande chiamata dall’Europa, quella del Cagliari. Partito il neo Campione del Mondo Franco Selvaggi, accasatosi al Torino, la dirigenza rossoblu fiuta il grande colpo, portando il bomber uruguaiano 30enne alla corte di Giagnoni. Le premesse per una stagione da “zona Uefa”, ci sono tutte, come dichiarato dallo stesso Victorino: “Voglio portare il Cagliari tra le prime quattro squadre del campionato. Sono un attaccante, ma devo dire che amo molto partecipare anche alla preparazione delle azioni offensive.

So, però, che al Cagliari serve essenzialmente un uomo-gol, e cercherò di adeguarmi al gioco della squadra. Di reti ne ho segnate tante, 320 nel corso della mia carriera. Lo scorso anno con 20 reti ho vinto la classifica dei goleador del mio Paese. Con il Cagliari spero di segnarne almeno 12, è nelle mie possibilità”. Morale della favola? 10 presenze, 0 reti e prestazioni al limite della decenza che lo portano a scaldare la panchina per lungo tempo, portando anche a bizzarre leggende metropolitane, in cui si narrava che Victorino avesse 10 anni in più. La “favola Victorino” si conclude al termine della stagione 1982-1983, con il Cagliari retrocesso in B e con gli argentino del Newell’s che si accaparrano il “pacco” per ben 100 milioni di lire: i dirigenti rossoblu non credono alle proprie orecchie, liberandosi subito di quella zavorra. Dopo due stagioni col Newell’s, passa al Colon Santa Fè, prima di chiudere la carriera nel 1987 con gli ecuadoregni del Porto Viejo. La bizzarra e e allo stesso tempo appassionante storia di Victorino, fenomenale in tutti i sensi in un calcio romantico come quello degli anni ’80.