ESCLUSIVA TC - EMANUELE BELARDI: "L'Udinese scenderà in campo carica e motivata dal successo contro la Juventus. Alla fine sia i friulani che i sardi si salveranno. Cagliari troppo attendista? Colpa degli infortuni dei vari attaccanti"

Portiere senza fronzoli e orpelli, pratico e affidabile, è cresciuto nel vivaio della Reggina. Proprio a Reggio Calabria ha vissuto la sua parentesi più lunga da protagonista (dal 1998 al 2004), per poi girovagare per mezza Italia. Tra le tappe più significative della sua carriera vanno menzionati il breve periodo trascorso alla Juventus e l’esperienza sempre in bianconero, ma questa volta in quel di Udine (dal 2008 al 2011).
Emanuele Belardi, oggi dirigente sportivo, fa il punto sulla situazione in casa Udinese a pochi giorni dal match-spartiacque contro il Cagliari, che segnerà un capitolo fondamentale nella corsa alla salvezza di entrambe le compagini.
Emanuele, come arrivano gli uomini di Cioffi allo scontro diretto di domenica?
“Sicuramente la vittoria ottenuta a Torino contro la Juventus darà grande slancio ai friulani. L’Udinese negli ultimi anni ha spesso vissuto dei momenti complicati, riuscendo poi sempre a tirarsi fuori dalle sabbie mobili e a salvarsi tranquillamente. Ha un organico piuttosto profondo, al netto degli infortuni eccellenti che l’hanno condizionata a inizio stagione. A mio parere uscirà presto dalla zona calda, raggiungendo una comoda salvezza.
Il Cagliari è allenato da un tecnico che io ho avuto e che stimo tantissimo, per cui sono convinto che alla fine anche gli isolani taglieranno il traguardo e riusciranno a rimanere in serie A.”
Che gara si aspetta al Bluenergy Stadium? Un confronto molto tattico e bloccato oppure un match in cui una delle due formazioni cercherà di attaccare e di prendere il sopravvento? Il Cagliari oggi è attardato in classifica, per cui dall’Isola si chiede ai rossoblù di centrare i tre punti…
“Non sarà un’impresa facile. L’ambiente friulano, dopo l’exploit dell’Allianz Stadium, è carico a pallettoni. Quindi è verosimile immaginare una partenza lanciata dall’Udinese, che cercherà di chiudere il Cagliari nella sua metà campo. Gli uomini di Ranieri sfrutteranno le ripartenze e le occasioni che riusciranno a costruirsi nel corso della partita.”
Focalizzandoci proprio sull’atteggiamento del Cagliari, ultimamente Ranieri è stato parecchio criticato per aver proposto delle formazioni fin troppo abbottonate, lasciando il centravanti isolato in mezzo ai difensori avversari e tenendo un baricentro molto basso. Ciononostante la squadra ha continuato a incassare tantissimi gol, non riuscendo mai a riequilibrare la gara nella ripresa. A suo avviso sarebbe opportuno approcciare le partite in modo più intraprendente e propositivo o, alla luce delle qualità tecniche della rosa, obiettivamente questo Cagliari non può esprimere un calcio a trazione anteriore?
“Intanto a livello difensivo il Cagliari ha tantissimo da lavorare e da migliorare. A gennaio ha preso Jerry Mina dalla Fiorentina, che è un giocatore di personalità. Però nel reparto arretrato i rossoblù, se vogliono salvarsi la pelle, devono fare molto ma molto meglio di quello che hanno fatto finora. Per quel che concerne l’attacco, dobbiamo ricordare che Ranieri ha dovuto sopperire a diversi infortuni di lunga durata. Lapadula ha saltato buona parte delle partite, Oristanio si è fatto male a Lecce. In più Luvumbo è dovuto partire per la Coppa d’Africa. A quel punto se schieri i tuoi unici due attaccanti disponibili fin dal primo minuto poi chi ti rimane da buttar dentro nella ripresa? Ranieri ha spesso optato per un trequartista dietro a una punta in modo da poter avere delle valide alternative a gara in corso. Se avesse agito diversamente, in panchina non gli sarebbe rimasto nessuno in grado di cambiare volto alla partita nel secondo tempo.
Ora l’importante è che il Cagliari recuperi i vari lungodegenti, così da avere tutti gli effettivi a disposizione: a quel punto la situazione sarà completamente diversa. Con l’organico al completo anche l’atteggiamento in campo della squadra può cambiare: hai più tranquillità e sicurezza. E la consapevolezza di avere le armi per modificare il piano tattico in fieri.”