Indagato il capo degli arbitrii. La Repubblica: "Zappi verso il processo"
"Indagato il capo degli arbitri, Zappi verso il processo". Così titola La Repubblica in edicola stamattina.
Un avviso di chiusura indagini rischia di far tremare dalle fondamenta l’intero sistema arbitrale italiano. Nel momento forse più delicato per i direttori di gara, già messi sotto pressione da una stagione costellata di polemiche, il presidente dell’AIA, Antonio Zappi, finisce formalmente coinvolto in un’inchiesta della Procura della Federcalcio.
L’accusa è pesante: avrebbe fatto pressioni indebite per modificare la composizione degli organi tecnici - riporta il quotidiano -. Con l’indagine ormai conclusa, Zappi ha quindici giorni per presentare le proprie memorie difensive. Lo scenario è chiaro: la possibilità che il capo degli arbitri venga rinviato a giudizio davanti al Tribunale Federale è concreta. E un processo a carico del vertice AIA, come la storia insegna, potrebbe spingere la Figc a valutare il commissariamento dell’associazione. A meno che Zappi, finora intenzionato a resistere, non scelga di dimettersi.
Il caso arriva in un contesto già carico di tensioni. Da tempo, infatti, i rapporti tra l’AIA e il presidente federale Gabriele Gravina sono difficili. Quest’ultimo sta portando avanti il progetto di riforma che mira a rendere gli arbitri della Serie A professionisti a tutti gli effetti e indipendenti dall’associazione, sul modello adottato in Premier League.
L’origine della vicenda risale all’estate scorsa. Zappi aveva deciso di rinnovare gli organi tecnici delle categorie minori, proponendo Daniele Orsato come designatore della Serie C e Stefano Braschi per la Serie D. Un passaggio che però non avrebbe potuto compiere autonomamente: per procedere era necessario che gli attuali responsabili — Ciampi per la C e Pizzi per la D — lasciassero l’incarico.
Secondo la contestazione, per convincerli alle dimissioni Zappi avrebbe promesso loro di mantenere lo stesso livello di compenso economico in un ruolo diverso. Il problema? I fondi necessari non sarebbero nelle disponibilità dell’AIA, ma gestiti direttamente dalla Figc.