La Nuova Sardegna - Fiori rossoblù per Tiddia

“Il campionato è perso”. Don Giampiero Zara scomoda frasi del calcio. E aggiunge: “Però, Mario ha fatto una buona preparazione e ha seminato bene. Raccoglierà i frutti che merita”. Al parroco della chiesa di Santa Vittoria gli si spezza la voce. Mario Tiddia se ne è andato. L’incenso sale alto. I singhiozzi tradiscono un addio sofferto.
Settantatrè anni di passione, grinta e lealtà che si fanno da parte. Cincinnato - come era stato felicemente battezzato per la sua abilità nel prendere per mano il Cagliari quando le cose viravano al peggio - ha lasciato la sua Sarroch in punta di piedi.
In prima fila, Gigi Riva: “Mario era riservatissimo e aveva pochi e profondi amori: il Cagliari, la famiglia e il suo orto. Lo ricordo arrivare all’Amsicora con le cassette di arance. Un uomo troppo buono per il calcio attuale, malato di business e televisione”. Per Rombo di tuono, Tiddia è stato il collega anziano che nel 1963 lo prese per mano all’arrivo in Sardegna. Riva ieri ha trascorso lunghe ore al fianco della moglie Maria Concetta e dei figli Mauro e Marcella.
Il team manager della nazionale volle Tiddia, a metà degli Anni 80, alla guida del Cagliari: portato in A e condotto a un sesto posto memorabile. “Mi ha allenato un solo anno insegnandomi tantissimo. Poi, ho avuto la fortuna di conoscerlo da vicino: una persona come non se ne incontrano tante” bisbiglia commosso Marco Cabras, marito di Marcella Tiddia.
“Ho un gagliardetto, glielo lascio nella tomba” dice stravolto Gigi Piras. L’ex bomber rossoblù, con Virdis e Selvaggi fu schierato da Tiddia al vertice di un tridente che smentisce le favole di un Cagliari catenacciaro. “Mi voleva bene. Giocavo sempre, anche quando stavo male. Fai giocare Briaschi, gli dicevo. Meglio tu a una gamba di un altro, rispondeva”.
Al fianco di Piras, visibilmente provati, Bellini, Brugnera, Loi e Copparoni. Mentre Quagliozzi e Tomasini hanno salutato la famiglia al mattino. Al funerale anche tanti addetti ai lavori. Ad applaudire la bara, tra gli altri, Sergio Bertola, Beppe Porceddu, Gianfranco Antonazzo, Pierpaolo Piras.
Il feretro lascia la chiesa coperto di corone e fiori. I rintocchi gelano la piazza nonostante i 35ºC all’ombra. “La moglie e i figli” si legge in una fascia rossoblù. Anche il sindaco di Sarroch, Mauro Cois, ha reso omaggio al terzino e all’allenatore incapace di fingere. Grintoso e coraggioso anche nel combattere la malattia. A Sassari, ieri, oltre 30 ragazzi di una leva della Torres hanno reso omaggio a Mario Tiddia con un minuto di raccoglimento. Ti sia lieve la terra, Cincinnato