UN MIRTO CON... ALDO FIRICANO
Uno degli ultimi grandi interpreti del ruolo di libero non solo in relazione alla storia del Cagliari Calcio, ma a livello nazionale. Aldo Firicano, per sette stagioni faro e guida imprescindibile della retroguardia rossoblù, in Sardegna è tuttora considerato un’autentica bandiera del sodalizio isolano. Aveva tra l’altro anche un piacevolissimo vizio: quello di infilarsi tra le maglie dei difensori avversari sui calci piazzati e trovare - quasi sempre di testa - la via della rete.
Aldo, la brillante prestazione offerta a San Siro contro la corazzata interista sembra certificare la definitiva presa di coscienza, da parte degli uomini di Ranieri, delle proprie potenzialità tecniche e morali.
“Io ricorderei anche la precedente vittoria ottenuta ai danni dell’Atalanta, che assieme al pareggio conquistato al Meazza corona un periodo decisamente positivo per il Cagliari. Adesso Nandez e compagni potranno affrontare la Juventus non dico con serenità, perché il cammino verso la salvezza è ancora lungo, ma con rinnovata fiducia e con l’assoluta consapevolezza di poter fare risultato contro qualsiasi avversario.
Io d’altronde avevo predetto, in tempi non sospetti, che nel girone di ritorno il Cagliari avrebbe svoltato. La mia non era una profezia casuale: conosco bene l’ambiente e, soprattutto, conosco alla perfezione mister Ranieri. Ora il più è fatto: manca l’ultimo, grande sforzo. Certo che anche questa salvezza, se arrivasse, avrebbe dell’incredibile.”
La sensazione è che la crescita della squadra sia passata attraverso il miglioramento della qualità del gioco e dell’espressione calcistica. Adesso il Cagliari, specie in certi momenti delle partite, “osa” di più e sembra più propositivo e coraggioso. Nel girone d’andata, invece, spesso si limitava ad “aspettare” l’avversario, fino a incassare puntualmente una o due reti…
“Direi che ci sono due cose importanti da sottolineare: il recupero di tutti i giocatori, che a mio avviso è stato fondamentale per dare la possibilità al mister di trovare soluzioni più imprevedibili e anche più spregiudicate, avendo a disposizione elementi dalle caratteristiche diverse. E poi, non meno importante, c’è l’aspetto mentale: i risultati positivi portano autostima e sicurezza nei propri mezzi. La prestazione di Milano è lo specchio della fiducia e dell’ottimismo che adesso regnano sovrani all’interno del gruppo. Il Cagliari è diventato un’altra squadra rispetto a quella timorosa e tremebonda che arrancava nel girone d’andata.”
Stasera all’Unipol Domus è in programma l’appuntamento di gala contro la Juventus. Lei che Juve si aspetta e, a suo avviso, come dovranno approcciare la partita i ragazzi di Ranieri?
“La Juve farà di tutto per vincere e per incanalare la gara sui binari a lei più congeniali, ovvero quelli della solidità e della fisicità, sia a livello difensivo che offensivo. Da par suo il Cagliari dovrà cercare di approfittare delle difficoltà psicologiche dei bianconeri, che non vivono un momento particolarmente felice. Quindi sarà importante sfruttare tutte le situazioni potenzialmente favorevoli e, a mio parere, ribattere colpo su colpo agli attacchi juventini. Così potrà venire fuori un match equilibrato e, magari, deciso dagli episodi.”
Aldo, come si dice oggi le “sblocco un ricordo”. Tanti anni fa voi affrontaste la Juve dei record al Sant’Elia, rifilandole tre gol in una partita memorabile e senza storia. Andarono a segno Oliveira, Dely Valdes e Roberto Muzzi. Forse è troppo sperare in un bis di quella giornata radiosa…
“Quella Juventus era prima in classifica ed era un’autentica schiacciasassi, con Marcello Lippi in panchina. Aldilà dei tempi, che ovviamente sono cambiati, oggi la Vecchia Signora anche se non è più in lotta per lo scudetto è sempre temibile. Ma proprio contro un avversario dal blasone così eclatante potrebbe arrivare – lo speriamo tutti – una vittoria di grande prestigio e di valore incalcolabile in ottica salvezza.”
È possibile individuare un giocatore chiave che ha avuto un ruolo determinante nel risollevare le sorti del Cagliari o, come spesso si dice in questi casi, davvero è stato il collettivo a fare la differenza?
“Direi che nessuno si è distinto come il trascinatore in grado di suonare la carica e di guidare i compagni alla riscossa. Certamente gli acquisti del mercato invernale, mirati e ponderati, hanno arricchito l’organico con elementi validi e, soprattutto, tecnicamente utili e funzionali alla squadra. Ma, devo ripetermi, è stato essenziale per Ranieri tornare ad avere finalmente tutti gli effettivi a disposizione: questo è sempre un fattore che fa tutta la differenza del mondo.”