UN MIRTO CON... GIANPIERO MARINI

UN MIRTO CON... GIANPIERO MARINITUTTOmercatoWEB.com
domenica 27 agosto 2023, 00:00Un mirto con...
di Matteo Bordiga

È stato un mediano dai sette polmoni, capace anche di giocate di qualità e abile nel tiro dalla distanza. L’acme della sua carriera l’ha vissuto in Spagna con la selezione azzurra, nel 1982, laureandosi Campione del mondo da protagonista.

Dopo aver speso una vita calcistica (ben undici anni) all’Inter, sempre col Biscione nerazzurro Gianpiero Marini si è tolto la sua più grande soddisfazione da allenatore, alzando al cielo la Coppa Uefa del 1994. Sì, proprio quella coppa meravigliosa e stregata che è rimasta il grande rimpianto – con la “R” maiuscola – del Cagliari, eliminato dai meneghini in una drammatica doppia semifinale.

Gianpiero, torniamo indietro a quella storica semifinale di Coppa Uefa tra Cagliari e Inter. Cosa ricorda della doppia sfida, coi nerazzurri che alla fine riuscirono a spuntarla?

“In quel periodo noi dell’Inter eravamo penalizzati da una catena di infortuni che ci privò di parecchi giocatori importanti. In particolare per la gara di ritorno col Cagliari recuperammo diversi infortunati: da Berti a Shalimov a Bianchi. Ricordo bene che incontrammo molte difficoltà nella gara d’andata al Sant’Elia, ma poi nel ritorno a San Siro vincemmo, credo, abbastanza meritatamente. Il Cagliari era una squadra forte: del resto non si arriva per caso a disputare una semifinale di una competizione europea.

Io credo che, ai fini della nostra qualificazione, fu fondamentale il recupero di quei calciatori che erano rimasti ai box a Cagliari. E si trattava di calciatori di spessore. Poi San Siro sicuramente ci diede una mano, perché quella sera c’erano ottantamila spettatori a spingerci verso la finale. Insomma, meritammo di passare il turno… sempre senza dimenticare, però, che a Cagliari i rossoblù di Bruno Giorgi ci avevano messo sotto.

Non credo, tuttavia, che il risultato per il Cagliari fosse da considerare deludente. Arrivare fino a una semifinale di Coppa Uefa è sempre motivo di grande soddisfazione, a maggior ragione per una squadra che abitualmente non lotta per quei traguardi. Perciò io dico: chapeau al Cagliari di Giorgi.”

Venendo al presente, come vede Cagliari-Inter di lunedì? La sfida si presenta molto più sbilanciata rispetto a quella del 1994, che abbiamo appena rievocato. L’Inter oggi è un caterpillar. Gli isolani secondo lei hanno qualche possibilità di centrare un risultato positivo?

“Innanzitutto il Cagliari ha la fortuna di essere allenato da un tecnico di enorme spessore. Io ho avuto il privilegio di conoscerlo personalmente: Ranieri è un coach che sa farsi voler bene e stimare da tutto l’ambiente. E poi dal punto di vista tattico è veramente super. Certo, in questo momento l’Inter è nettamente superiore: a mio avviso è una delle compagini più forti in Europa, oltre che la numero uno in Italia, sotto l’aspetto tecnico e fisico. Sarà dunque un match molto impegnativo per il Cagliari. Ma anche i nerazzurri dovranno dare il massimo all’Unipol Domus, perché si troveranno di fronte una squadra ostica, scorbutica e desiderosa di fare bella figura davanti al proprio pubblico.”

Gianpiero, a suo avviso a quale traguardo può ambire il Cagliari da qui alla fine del torneo?

“Secondo me i rossoblù potrebbero anche puntare, potenzialmente, a una posizione a ridosso del centroclassifica. Ma io partirei con molta umiltà e mi accontenterei di non retrocedere, anche perché nel calcio può succedere di tutto: alcune partite che vanno male, qualche infortunio di troppo, giocatori che attraversano periodi negativi e si demoralizzano. Ma il Cagliari ha dalla sua il vantaggio di poter contare su un allenatore vero, che saprà certamente tirare fuori tutto il valore di questi ragazzi.”