UN MIRTO CON... GIGI PIRAS

UN MIRTO CON... GIGI PIRASTUTTOmercatoWEB.com
venerdì 12 maggio 2023, 00:00Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Il Cagliari ai playoff se la potrà giocare con tutti. Ma occhio al Venezia, la mina vagante del finale di stagione. Meglio evitarlo nella corsa al terzo e ultimo posto disponibile per il ritorno nel paradiso della serie A.

Parola di vero rossoblù, parola di bomber. Gigi Piras, ai microfoni di Tuttocagliari.net, passa ai raggi X il campionato del Cagliari e fa le carte a Lapadula e compagni in vista degli imminenti spareggi.

Che sensazioni le dà questo Cagliari di fine campionato, reduce dalla bruciante sconfitta di Parma e dalle due affermazioni consecutive contro Ternana e Perugia?

“È un buon Cagliari, che sta cercando di scalare la classifica. Temo che il quarto posto non sia più alla portata, ormai. Bisognerà concentrarsi al massimo sull’appendice dei playoff dopo aver cercato di ottenere il miglior piazzamento possibile nella stagione regolare, utile ad assicurarsi un vantaggio, come quello del campo amico, tutt’altro che trascurabile nella ‘coda’ degli spareggi.”

Quali sono i giocatori che più degli altri hanno trascinato il Cagliari negli ultimi mesi, le pedine chiave dello scacchiere di Ranieri?

“Credo che il giocatore determinante del nuovo Cagliari sia il collettivo: in tanti, rispetto al girone d’andata, sono migliorati. Penso a Mancosu, che era stato a lungo assente per infortunio e ora sta offrendo un contributo fondamentale; a Nandez, anche lui rimasto ai box e finalmente tornato ad alti livelli; lo stesso Lapadula ha ulteriormente incrementato la sua media-gol. In questo quadro è mancato l’apporto di Pavoletti, il quale però ha l’alibi degli annosi guai fisici che da tempo lo tormentano. Ma magari ‘Pavoloso’ sarà prezioso proprio adesso che inizia la fase cruciale e decisiva della stagione.”

Il modulo quest’anno è cambiato più volte. Ora Ranieri sembra deciso a puntare su un centrocampo a tre con Mancosu dietro due punte, accantonando la soluzione - inizialmente propugnata da Liverani - del 4-3-3 con le due ali e il centravanti. Le sembra l’ “abito” migliore per questo Cagliari?

“Personalmente non penso sia una questione di numeri e moduli: arrivati a questo punto del campionato è la condizione fisica dei giocatori a determinare le prestazioni. Se si arriva con la lingua a penzoloni agli appuntamenti decisivi hai voglia a provare moduli e assetti diversi… Si finirà sempre per soccombere. Pensiamo alla sfida di ieri in Champions League tra Milan e Inter: i nerazzurri correvano come matti, i rossoneri erano cotti. Mentre fino a qualche settimana fa era esattamente il contrario. Speriamo che i rossoblù si presentino alle partite di spareggio al top della condizione fisico-atletica, perché se sarà così se la possono giocare con chiunque.”

In che modo Ranieri ha fatto svoltare il Cagliari, tecnicamente e psicologicamente?

“Ranieri ha esaminato i calciatori che aveva in rosa e ha adattato lo stile di gioco al materiale tecnico di cui disponeva. Liverani invece proponeva un calcio che non si sposava con le caratteristiche di questi giocatori, fondato su un palleggio che partiva sempre da dietro e si sviluppava troppo in orizzontale. Il tecnico romano ha capito che la squadra doveva andare subito in verticale, cercando rapidamente le punte e attaccando la profondità. Di questo ha beneficiato molto, ad esempio, uno come Lapadula.”

Nelle prime gare della gestione Ranieri la sensazione era che il Cagliari abusasse un po’ dei lanci lunghi, per via dell’ossessione di trovare subito gli attaccanti: un centravanti come Lapadula e giocatori come Luvumbo e Falco non potevano, per struttura fisica, trarre giovamento da questa impostazione tattica. Ora il gioco scorre meglio: si va sempre in verticale, ma palla a terra e puntando sullo scambio, sul fraseggio. È d’accordo?

“Sicuramente. Questa inversione di rotta è dettata dal fatto che i giocatori sono cresciuti fisicamente. Quando è arrivato Ranieri non tutti erano al cento per cento della condizione, poi piano piano hanno recuperato la forma migliore. Abbiamo assistito a una netta crescita ad esempio da parte di Makoumbou e di Nandez. Rog, che per noi è importantissimo, purtroppo gioca ancora a fasi alterne, ma almeno è tornato a vedere il campo. Grazie a questi progressi sul piano fisico-atletico la squadra ha ritrovato i risultati, la cosa che conta di più nel calcio. E i risultati, a loro volta, portano morale: quando si sta bene psicologicamente si rischia più spesso la giocata, e migliora anche la qualità della manovra.

E poi devo dire che finalmente stiamo cominciando a sviluppare il gioco sugli esterni, sfruttando il campo in ampiezza con Azzi da una parte e con Nandez e Zappa dall’altra.”

Il Cagliari è matematicamente ai playoff. Quale può essere l’avversario più pericoloso nella corsa alla serie A?

“Il rivale più insidioso è il Venezia, squadra da evitare perché viaggia sull’onda di una grande rincorsa che l’ha portata dai bassifondi della classifica a toccare con mano la zona playoff. Gioca bene e, a mio avviso, è un’ottima compagine, che già prima non meritava assolutamente la posizione che ricopriva. Oggi è una scheggia impazzita e può mettere chiunque in difficoltà. Anche per l’inerzia psicologica degli ultimi buoni risultati che ha ottenuto, io preferirei non incrociarla.”