UN MIRTO CON... MARCO NEGRI

UN MIRTO CON... MARCO NEGRITUTTOmercatoWEB.com
sabato 28 ottobre 2023, 00:36Un mirto con...
di Matteo Bordiga

I suoi gol Marco Negri li ha sempre fatti. A grappoli. Tanto in provincia (vedi soprattutto Cosenza, Perugia e Bologna) quanto in una compagine di spessore internazionale come i Glasgow Rangers, regina di Scozia.

Bomber aitante e potente, segnava un po’ in tutti i modi: di testa, di rapina, di prepotenza. Al Cagliari ha vissuto solo una brevissima parentesi, nel 2002 - marcando due reti in appena quattro presenze - che tuttavia non gli ha impedito di innamorarsi della Sardegna, della sua gente e del suo mare. Ancora oggi il cannoniere milanese ricorda l’avventura isolana con piacere e con affetto.

Marco, voi nel 2002 vi salvaste dall’esiziale prospettiva di una retrocessione in serie C grazie a una straordinaria rimonta targata mister Nedo Sonetti. Il Cagliari attuale è a pochi punti dalla salvezza, ma in nove giornate di campionato non ha ancora centrato neppure una vittoria.

“I rossoblù stanno pagando il fisiologico scotto del salto di categoria. Io però guarderei agli aspetti positivi, ad esempio alla consolidata compattezza e allo spirito di unione del gruppo: nonostante i risultati finora deludenti non sono mai venuti fuori malumori o polemiche. E il tecnico è uno che in carriera ne ha viste tante, dunque sa perfettamente come si superano questi momenti.

Certamente quello del Cagliari sarà un campionato di sofferenza. La squadra sa bene qual è il suo obiettivo. A mio modesto parere occorre trovare un uomo-gol in grado di spaccare o di indirizzare le partite. Quell’attaccante che fa 15-16 reti a stagione ti fa vincere ma ti aiuta anche a trovare il bandolo della matassa contro avversari molto chiusi, oppure quando giochi male e non riesci a creare occasioni con continuità. Ecco, ora come ora questo prototipo di giocatore al Cagliari non lo vedo. Tuttavia, a parte questo non mi pare che i rossoblù stiano vivendo una situazione drammatica. Le prossime gare saranno fondamentali non solo e non tanto per i punti che dovranno portare in classifica, ma perché vincere aiuterebbe i ragazzi a ritrovare un po’ di morale e di fiducia in sé stessi. A mio parere ci sono tutti gli ingredienti per tirarsi fuori dalle sabbie mobili e risalire la china.

Lo dico da uomo che il calcio l’ha vissuto sulla sua pelle: basta pochissimo per invertire la rotta. Serve una scintilla, un episodio favorevole. E i sardi ci sono andati molto vicino già domenica scorsa, a Salerno. C’erano tutti i presupposti per vincere quel match. Diciamo che è mancata la capacità di gestire il risultato, tipica di chi non è abituato a vincere e, quando si trova a un passo dal traguardo, si lascia un po’ prendere dal panico. Però intanto la squadra era andata in vantaggio due volte in trasferta, e aveva mostrato di sapere come far male alla Salernitana. Questo dimostra che le potenzialità ci sono. Poi la gestione delle energie, della pressione e del risultato sono cose che si imparano vivendole sul campo.”

Marco, lei che di bomber se ne intende: questa punta da 15-16 gol potrebbe essere Gianluca Lapadula, che in A non ha mai toccato quelle vette me l’anno scorso si è dimostrato imprescindibile e praticamente inarrestabile in cadetteria? Petagna finora ha faticato un po’, anche fisicamente…

“Io mi spingo oltre e dico che, una volta trovati i giusti equilibri in fase difensiva, non vedrei male l’opzione Lapadula-Petagna in tandem. Ora forse è un tantino presto, però questi sono giocatori che hanno il gol nel sangue, sentono la porta. Se ti sai muovere bene in serie B ti sai muovere bene anche in serie A: magari in A ti capitano due occasioni a partita e in serie B ne avevi cinque o sei, ma la tua qualità rimane. E poi gente come Lapadula e Petagna serve anche a catalizzare l’attenzione dei difensori avversari in area di rigore, liberando spazi per gli inserimenti dei centrocampisti.

Può essere una soluzione da adottare più avanti nel corso della stagione, ma secondo me l’italoperuviano e l’ex centravanti del Monza hanno caratteristiche tecniche che li rendono complementari. Tenere due attaccanti dal gol facile uno vicino all’altro può rivelarsi un’arma importante quando devi sbloccare il risultato o quando devi rimontare e manca poco alla fine della gara.”