UN MIRTO CON... RICKY ALBERTOSI

UN MIRTO CON... RICKY ALBERTOSITUTTOmercatoWEB.com
venerdì 15 settembre 2023, 02:56Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Quando parla la “piovra di Pontremoli” c’è sempre da ascoltare e da prendere appunti.

Enrico “Ricky” Albertosi, sicuramente il più grande portiere della storia del Cagliari – e per distacco uno dei più luminosi e ispirati numero uno della storia del calcio in generale – non è tra i Giganti protagonisti del leggendario scudetto 1969-70 che hanno scelto di rifugiarsi per sempre nel grembo materno dell’Isola. Non ha scelto il soffio impetuoso e tagliente del maestrale e il dolce sciabordio delle onde del Poetto come colonna sonora della sua vita, a differenza di tanti altri campioni che hanno issato i colori rossoblù in cima allo Stivale. Ma quando torna in Sardegna Ricky sa che è come se gli si spalancassero le porte di casa: tra amici, mangiate e rimpatriate coi vecchi compagni di trionfi, l’abbraccio della “sua” terra lo fa e lo farà sempre sentire come un sardo acquisito.

Non stupisce dunque che il più acerrimo rivale di Dino Zoff – oltre che primattore indiscusso dei Mondiali messicani del 1970 – ancora oggi, quando può, segua le partite del Cagliari ed esulti, a ogni vittoria rossoblù, come un fiero tifoso di vecchio corso. Come il primo amico dei cari, irriducibili quattro mori.

Ricky, ha visto il Cagliari in queste prime tre partite di campionato? Si è fatto un’idea sul valore e sulle potenzialità della rinnovata squadra rossoblù?

“Sono riuscito finora a vedere solo la gara con l’Inter. Diciamo che il Cagliari fino a un certo punto ha anche retto al cospetto di uno squadrone costruito con ben altre ambizioni. Poi però, una volta che i nerazzurri sono andati in vantaggio, non c’è stata più storia: si sono rivelati nettamente più forti e attrezzati dei rossoblù, come del resto già si sapeva.

Però mi sembra che si possa essere ragionevolmente ottimisti: del resto la squadra di Ranieri viene dalla cadetteria, ha bisogno di tempo per ambientarsi e per trovare le contromisure agli avversari che si affrontano in serie A. Era scontato che le prime partite sarebbero state tremendamente difficili.”

Se non ha visto la gara di Bologna le sarà sfuggito l’errore marchiano di Radunovic nel finale, che è costato la sconfitta al termine di un match a tratti piuttosto equilibrato.

“No, in effetti non ho visto l’infortunio del portiere. Purtroppo in certe circostanze l’estremo difensore risulta determinante in negativo.  È il rischio del nostro ruolo, una sua caratteristica intrinseca.”

In base al mercato condotto da giugno ad agosto e alle prestazioni fin qui offerte in Coppa Italia e in campionato, secondo lei abbiamo già degli elementi per dire che il Cagliari può vivere una stagione tranquilla o, viceversa, per preconizzare un’annata burrascosa?  

“Beh, io mi auguro vivamente che i rossoblù abbiano le carte in regola per rimanere in serie A. Sono appena risaliti, quindi ottenere la salvezza è di vitale importanza. Dovranno lottare e spendere ogni stilla di sudore, ma questo è perfettamente normale. Tutti speriamo che alla fine del campionato si possa festeggiare la riconferma nella categoria più importante del calcio italiano.”

Il suo parere in generale su questa nuova serie A ai suoi primi vagiti, con le milanesi che sono partite forte e le romane che arrancano.

“Qualcosina l’ho vista, ma direi che è troppo presto per esprimere un’opinione compiuta sulle singole squadre. Sono passate solo tre giornate di campionato, che vogliono dire poco o niente. Dopo una decina di giornate verranno fuori le squadre più quotate e quelle meno attrezzate e competitive. A oggi possiamo dire che probabilmente l’Inter è la compagine che gioca meglio di tutte, ma si tratta di una considerazione che andrà rivalutata alla luce degli sviluppi futuri.”