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Jeda: "Il mio Cagliari pirotecnico che sbancò l'Olimpico di Torino contro la Juve nel 2009... Quella era una squadra che affrontava chiunque senza il minimo timore. I rossoblù sabato dovranno fare lo stesso: scendere in campo a spron battuto"

Jeda: "Il mio Cagliari pirotecnico che sbancò l'Olimpico di Torino contro la Juve nel 2009... Quella era una squadra che affrontava chiunque senza il minimo timore. I rossoblù sabato dovranno fare lo stesso: scendere in campo a spron battuto"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Giacomo Morini
Oggi alle 15:42Primo piano
di Matteo Bordiga

Il 31 gennaio 2009 il Cagliari suggellava la sua ultima, memorabile impresa in casa della Vecchia Signora d’Italia. All’Olimpico di Torino i ragazzi terribili guidati dal capitano di ventura Massimiliano Allegri sorpresero Alex Del Piero e compagni, confezionando uno strepitoso 3-2 (in rimonta) che incendiò l’entusiasmo dei numerosissimi tifosi sardi giunti allo stadio e fece gonfiare il petto a tutti i cuori rossoblù sparsi in giro per lo Stivale.

Protagonista indiscusso di quella sensazionale vittoria fu, tra gli altri, il brasiliano Jeda, autore del gol del momentaneo 2-2. Intervistato da Tuttocagliari.net, l’ex attaccante riavvolge il nastro della memoria e ripercorre gli attimi felici che fecero seguito al triplice fischio dell’arbitro, regalando alla compagine isolana la consapevolezza di aver scritto una pagina indelebile della propria storia.

Jeda, sabato è in programma Juventus-Cagliari all’Allianz Stadium: una partita che lei conosce bene, avendola giocata più volte e avendo segnato una delle reti che consentirono al Cagliari, ormai tanti anni fa, di espugnare la roccaforte bianconera.

“Quel Cagliari era una squadra straordinaria. Eravamo forti e anche esperti: non mancavano certo gli elementi dotati di carattere e di personalità. Eravamo un gruppo compatto, anzi direi granitico: la maglia rossoblù per noi era il top, e lo dimostravamo tutte le domeniche. A Torino mettemmo la classica ciliegina sulla torta: andammo lì a spron battuto, a giocare da grande squadra contro una grande squadra. Solo al fischio finale realizzammo che avevamo battuto la Juve: fu una strana sensazione. Ricordo l’esultanza incredula di Massimo Cellino in tribuna.”

Quel Cagliari affrontava chiunque con coraggio e senza speculare sul risultato. Era una compagine sbarazzina e arrembante, proprio perché ben consapevole delle sue qualità tecniche.  

“Infatti io trasecolo quando sento dire che Allegri sarebbe un allenatore difensivista. Chi lo sostiene evidentemente non lo conosce affatto. Io, essendo stato un suo calciatore, posso assicurare che noi giocavamo in manera così disinvolta perché ad Allegri piaceva il bel calcio. Sapendo che eravamo tecnicamente forti ci lasciava liberi di attaccare: non ci ha mai chiesto, che io ricordi, di restare asserragliati nella nostra area di rigore. Infatti non avevamo paura di nessuno: questo ci dava grande entusiasmo, ed era proprio il motivo per il quale ci esprimevamo così brillantemente.”

Dopodomani toccherà a Yerry Mina e compagni incrociare le lame con una Vecchia Signora ancora ferita e convalescente.

“Il Cagliari dovrà scendere in campo sereno e con la mente sgombra, senza pensare ossessivamente al risultato e all’avversario che avrà davanti. Questa Juve di Spalletti può fare gol in qualsiasi momento, ma lo può anche subire: in fase difensiva ha tante lacune, anche se possiede delle notevoli qualità dalla cintola in su. In linea generale, quando le cose non le girano per il verso giusto fa una gran fatica ad andare a prendersi i tre punti. Insomma, non riesce a ‘rovesciare’ le sfide e a portarle dalla propria parte. Io ho visto la gara persa con il Como, in cui la Juve ha subito per novanta minuti il gioco dei lariani senza mostrare mai un minimo segno di reazione. Ecco, il Cagliari dovrà approcciare il match a viso aperto, proprio come ha fatto il Como di Cesc Fabregas. Anche perché se ti limiti alla sola fase difensiva prima o poi le qualità dei grandi giocatori vengono fuori. Secondo me l’undici di Pisacane ha le carte in regola per sfatare nuovamente il tabù Juve e tornare a esaltare il popolo sardo: dopo tutti questi anni, d’altronde, sarebbe anche ora.”