Mancosu a Radiolina: "Settimane pesanti per via della sconfitta contro il Bari. Liverani? Chiede di ragionare piuttosto che essere istintivi"

Protagonista della puntata odierna de "Il Cagliari in diretta" è stato Marco Mancosu che ha dialogato con la redazione di Radiolina. Queste alcune delle sue parole: "La vita da emigrato? Se mi avessero detto a 18 anni di fare la carriera che ho fatto, mi sarebbe piaciuto. E mi è piaciuto un sacco, ho fatto un sacco di esperienze anche se da solo è difficile.
Io vedo Deiola e lo chiamo pistacchio. Mi dicevano sempre da piccolo che avevo la testa grande, siccome Ale mi ha colpito perché ha la testa piccolina, allora dico che ha la testa da pistacchio. I compagni non dicono niente anche perché poi cominciamo a parlare in sardo.
Per quel Venezia-Cagliari io ero a Ferrara in un ristorante e la stavo guardando con degli amici. Qualcuno era pure sardo. Io la vedo un po' distaccata, perché quelli che l'hanno vissuta a pieno sono i miei compagni. Io la vivo con voglia di far bene, ma penso che i miei compagni vogliono fare ancora meglio. Non ci credevo e penso che sia stata una sensazione che hanno avuto tanti tifosi.
Qualche mio compagno ha sentito parecchio il fantasma e la sente come una partita veramente importante. Venezia in difficoltà? In Serie B sono tutte pericolose, siamo all'inizio. Non mi fido veramente di nessuno.
Contro il Bari? La Serie B penso di conoscerla. Era una partita da portare a casa un pareggio e basta senza recriminare tanto. Una sconfitta era veramente eccessiva e secondo me stiamo pagando troppo per quello seminato.
Queste due settimane abbiamo lavorato su aspetti tattici. Ovviamente mancavano dei nazionali e abbiamo lavorato su concetti che il mister sta provando a farci capire da quando è arrivato. Sono state due settimane pesanti per il fatto che abbiamo perso.
Serie B più forte in cui abbia mai giocato. Sento le altre partite e sono tutte gare in cui dici che possono vincere sia l'una che l'altra. Se riesci ad inanellare una serie di risultati puoi andare in alto. Ho dato un peso forte al punto conquistato a Como.
Io mi presento come centrocampista offensivo, è molto semplice la mia analisi. Qualsiasi modulo che lo richieda, io mi reputo uno di quelli. Gli attaccanti sono particolari, magari hanno poca propensione ad aiutare la squadra, io sono più centrocampista in questo.
Liverani? Chiede di pensare prima che ti arrivi la palla, devi viverlo ogni allenamento. Se ragioni con il suo modo di pensare poi ti viene più semplice giocare la domenica. Più ragionare che essere istintivo".