UN MIRTO CON... FABRIZIO PROVITALI

UN MIRTO CON... FABRIZIO PROVITALI
lunedì 28 agosto 2023, 00:00Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Il Sant’Elia batteva le mani a ritmo invocando il suo nome.

Bomber romano classe 1968 sbarcato in Sardegna ad appena vent’anni, Fabrizio “Bibi” Provitali è stato protagonista della doppia promozione dalla C alla A con Claudio Ranieri al timone. Centravanti tecnico e mobile, abile a segnare di rapina, di testa e di potenza, ha potuto appena “assaggiare” la serie A debuttando nella prima giornata del campionato 1990-’91 in casa contro l’Inter dei giganti e campioni del mondo Matthaus, Brehme e Klinsmann.

Quella volta non andò bene: i nerazzurri dilagarono vincendo 3-0, con tripletta del biondo attaccante teutonico. A distanza di oltre trent’anni il Cagliari, sempre con Ranieri allenatore, riceve nuovamente proprio l’Inter alla “prima” in serie A davanti al suo pubblico. Lo stadio non è più il Sant’Elia, ma l’Unipol Domus. E Provitali, da buon vecchio cuore rossoblù, spera che stavolta il risultato possa essere ben diverso.

Fabrizio, il Cagliari ha esordito in campionato impattando per 0-0 contro il Torino. Come le è sembrata la squadra nella prima uscita stagionale?

“Intanto vorrei ripartire dal capolavoro che i rossoblù hanno fatto l’anno scorso a partire dal momento in cui è arrivato mister Ranieri. Raggiungere i playoff e poi centrare la promozione all’ultimo secondo contro il Bari è stata un’immensa soddisfazione per la squadra e per tutti i tifosi isolani.

Archiviata la serie B, in serie A ovviamente cambia tutto: non si può sbagliare nulla. Ma il Cagliari ha cominciato col piede giusto, passando il turno in Coppa Italia e facendo un punto prezioso fuori casa col Torino, contro una formazione – come quella di Juric – che gioca un buon calcio. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino…”

Ora dal mercato si attende una punta. Ranieri ha dichiarato che il profilo ideale coniugherebbe le caratteristiche di Pavoletti con quelle di Lapadula. Si parla insistentemente di Petagna del Monza. Lei cosa ne pensa?

“Mi sembra che il problema della punta centrale ce l’abbiano parecchie squadre in serie A. Trovare un attaccante con le caratteristiche richieste da Ranieri è difficile, anche perché mancano pochi giorni alla fine del mercato e, in questa situazione, i club tendono a trattenere - se li hanno in rosa - i centravanti di un certo valore. Ma Petagna a mio avviso potrebbe fare al caso del Cagliari: ha fatto sempre bene e, soprattutto, ha fatto sempre gol.”

Secondo lei nell’organico del Cagliari c’è un “underdog”, un giocatore poco considerato alla vigilia del campionato che però, a lungo andare, potrebbe diventare la sorpresa in positivo della stagione?

“Mettendo da parte i calciatori più esperti e navigati che già conoscono la serie A - penso a Pavoletti, Nandez, Lapadula – io punto sempre sui giovani, che hanno sempre quel qualcosa in più, quella smania di dimostrare il loro valore. Quel sacro fuoco che li porta ad andare oltre i loro limiti. Sarebbe difficile e forse riduttivo sceglierne uno solo: il Cagliari ha diversi talenti in erba che si candidano al ruolo di rivelazione in positivo dell’anno. Nella speranza che possano trascinarlo fino alla salvezza, che credo sia l’obiettivo principale della società.”

Fabrizio, esattamente come toccò a voi nel 1990, anche quest’anno il Cagliari debutterà davanti al proprio pubblico contro l’Inter. A voi non andò bene: fu un perentorio 0-3. Come viveste l’esordio in massima serie di fronte a una corazzata come quella nerazzurra e che speranze ha invece il Cagliari di oggi di strappare almeno un risultato positivo?

“Io credo che il Cagliari abbia la possibilità di fare un’ottima partita. Certo, se guardiamo ai valori tecnici delle due rose la differenza è netta. Ma le partite non si vincono coi valori tecnici: si vincono in campo. Chi avrà più fame porterà a casa l’intera posta. Mi auguro di cuore che sia la formazione sarda, anche perché in effetti ai nostri tempi il risultato contro i nerazzurri non fu dei migliori. Io entrai a venticinque minuti dalla fine, a gara già compromessa. Ricordo che per tanti di noi del Cagliari quel match era il debutto in massima divisione, dopo la straordinaria scalata dalla C alla A. Beh, trovarsi a disputare una partita del genere contro gente come Matthaus, Brehme, Klinsmann, Zenga e via dicendo era un po’ come vedersi improvvisamente di fronte giocatori che fino a poco tempo prima potevi ammirare solo sugli album di figurine. C’era chiaramente un po’ di timore reverenziale.

Per la sfida di lunedì faccio un sincero in bocca al lupo ai rossoblù: forza Cagliari sempre!”