UN MIRTO CON... LUIS "LULÙ" OLIVEIRA

UN MIRTO CON... LUIS "LULÙ" OLIVEIRATUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
domenica 15 ottobre 2023, 02:11Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Luís Airton Oliveira Barroso, per tutti semplicemente Lulù, è stato uno degli attaccanti più iconici e apprezzati della storia recente del Cagliari.

La sua scanzonata spensieratezza, il suo amore per la giocata a effetto, la sua tecnica sopraffina e la sua capacità di essere decisivo nei momenti più importanti gli hanno assicurato un posto nel cuore dei tifosi rossoblù (ormai) con qualche capello bianco in testa.

Faticò a conquistarsi la stima e la considerazione di Carletto Mazzone, a cui il suo look sgargiante e stravagante e i suoi orecchini in bella vista proprio non andavano giù, ma quando mostrò al tecnico di Trastevere di che pasta era fatto diventò titolare inamovibile. E diede un contributo fondamentale alla qualificazione in Coppa Uefa del 1993. Per non parlare del ruolo da protagonista che recitò l’anno successivo, quando alla guida dell’attacco di un Cagliari stellare sfiorò il trionfo nella prestigiosa competizione continentale.

Oggi Lulù segue con affetto il team rossoblù, e sciorina un’analisi lucida e spassionata del periodo travagliato che stanno vivendo gli uomini di Claudio Ranieri.

Lulù, lei a cosa attribuisce tutte le enormi difficoltà che sta incontrando il Cagliari nell’anno del suo ritorno in serie A?

“Come ha detto lei, i rossoblù fanno veramente fatica a essere competitivi. Ci sono problemi strutturali di gioco ma anche inspiegabili cali di concentrazione: i gol che stanno subendo gli isolani spesso derivano da errori banalissimi di copertura e marcatura. L’unico modo per uscire da questo ginepraio è allenarsi al massimo delle proprie possibilità e sforzarsi di capire come, dove e perché si sta sbagliando. L’allenatore per fortuna è molto bravo ed esperto, e dovrà trovare le soluzioni per tamponare l’emorragia di sconfitte. Quel che è certo è che, in questo momento, il Cagliari proprio non c’è.”

Secondo lei da dove deve ripartire la squadra per raccogliere i cocci di un avvio di campionato disastroso e rilanciare la propria stagione?

“Intanto bisogna decisamente alzare il livello di attenzione e concentrazione generale. E poi c’è tanto da lavorare sia in fase offensiva che in fase difensiva. E anche nei movimenti e nei sincronismi del centrocampo. Il Cagliari imposta l’azione da dietro, arriva fino a un certo punto e poi è come se non sapesse dove andare, cosa fare del pallone. La sensazione è che i rossoblù siano perennemente destinati a soffrire, e non riescano a prendere in mano le redini del match.

Ci sono tanti modi per venire fuori da questa situazione. Prima di tutto bisogna dare il cento per cento in ogni partita, senza rinunciare a fare gioco. Ho visto la gara con la Roma: se tu stai sempre rintanato nella tua area di rigore è normale che prima o poi prenda il gol. Bisogna cercare anche di attaccare, ovviamente con equilibrio e nella maniera giusta. Noto che oggi quando il Cagliari attacca è molto ma molto lento nel rientro dei suoi giocatori, che recuperano la posizione troppo tardi e facilitano così la penetrazione degli avversari nella loro metà campo. I rossoblù si fanno soverchiare a centrocampo, vanno in inferiorità numerica e poi naturalmente faticano a neutralizzare le folate offensive dei rivali. Probabilmente manca un po’ di comunicazione in campo tra i giocatori.

Tutte le difficoltà sono ulteriormente accentuate dal fatto che, in questo periodo, a ciascun errore o distrazione della squadra o del singolo corrisponde - quasi automaticamente - un gol subito. Credo che Ranieri sia il tecnico migliore per lavorare sulla testa dei calciatori e per aiutarli a ritrovare serenità. Ci vorrebbe una bella prestazione coronata da una vittoria per risollevare il morale e accendere una miccia che adesso appare francamente annacquata.”

Non crede che manchi un vero raccordo tra centrocampo e attacco? Un uomo in grado di mettere gli attaccanti davanti al portiere e di illuminare la manovra offensiva con un filtrante, un’intuizione, un ultimo passaggio risolutivo…

“Direi che sono fondamentali anche gli inserimenti dei vari centrocampisti e dei difensori, compresi i terzini. Ormai nel calcio di oggi non ci sono più ruoli statici: oggi il terzino sinistro può diventare attaccante, il centrocampista può trasformarsi in difensore… È questa malleabilità, questa interscambiabilità dei ruoli e delle posizioni che deve ricercare il Cagliari.

È vero che in attacco fino a oggi si è distinto il solo Luvumbo, che è veloce, sa puntare l’uomo e sa anche far gol. Mancano altri giocatori che sappiano fare la differenza negli ultimi venti-trenta metri. Ad esempio ora come ora non c’è un vero e proprio centravanti. Un bomber da quindici gol in su. Proprio per questa ragione il gioco del Cagliari deve essere basato su fraseggi in velocità con palla a terra, se l’intenzione è quella di sorprendere le difese avversarie. Lo stesso Petagna, che pure è grande e grosso, può anche essere cercato qualche volta con la palla alta e lunga, ma predilige il passaggio rasoterra, perché in questo modo si può spostare la sfera sul sinistro e calciare in porta.

Un contributo importante alla fase offensiva lo può dare Nahitan Nandez: lui è un elemento prezioso, che ha forza fisica, qualità e visione di gioco. Secondo me deve sempre giocare dal centrocampo in su. Mi auguro che il rigore segnato alla Roma possa dargli ulteriore carica e spinta emotiva.”

La speranza è che, alla ripresa del campionato, affrontando squadre un po’ meno competitive gli isolani riescano a ritrovare prestazioni e risultati.

“Quest’anno vedo la Salernitana in notevole difficoltà, dopo l’exploit della scorsa stagione con Paulo Sousa. Anche l’Udinese sta stentando parecchio, e l’anno scorso aveva fatto benissimo. Nelle prossime partite il Cagliari dovrà assolutamente fare punti. Ai nostri tempi, per la verità, ce la si giocava alla pari – almeno al Sant’Elia – anche contro le grandi corazzate. Mazzone ci ripeteva sempre: ‘Le big sono superiori a noi, ma se ciascuno di voi dà qualcosa in più in campo poi diventa difficile perfino per loro trovare il bandolo della matassa’. E infatti spesso Inter, Milan e Juventus inciampavano quando venivano a giocare a casa nostra. Per non parlare di Roma, Lazio e Napoli. Quando poi incontravamo le formazioni della nostra stessa caratura, beh lì dovevamo vincere a tutti i costi e fare il salto di qualità. Ma non partivamo mai battuti neanche contro i top team.”