UN MIRTO CON... Nelson Abeijón

UN MIRTO CON... Nelson AbeijónTUTTOmercatoWEB.com
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sabato 4 settembre 2021, 00:00Un mirto con...
di Luca Cavallero

Riguardo all'attualità in orbita Cagliari, la redazione di TuttoCagliari.net ha intervistato in esclusiva Nelson Javier Abeijón, ex calciatore rossoblù.

Cominciamo con lo stilare un mini-bilancio dell'avvio di campionato del Cagliari...

"E' un peccato che tutto sia iniziato così".

Ti riferisci alla debacle contro il Milan?

"Non solo. Per carità: con i rossoneri non c'è stata partita. Però io sono più dispiaciuto per il match con lo Spezia".

Per quali ragioni?

"Perchè ho visto un Cagliari feroce e aggressivo. E' mancato quel guizzo in più per trovare il gol della vittoria. Peccato":

Dopo la sosta c'è subito il Genoa, protagonista - sin qui - di un cammino pressochè analogo a quello del Cagliari...

"Esatto, ma bisogna vincere, anche se sarà una partita difficile. Il Genoa è una diretta concorrente per la salvezza, che deve essere l'obiettivo del Cagliari. Bisogna vincere per dare finalmente una svolta a questo campionato".

Molto passerà sicuramente dai nuovi acquisti. Come giudichi quello del tuo connazionale Cáceres?

"E' un grande calciatore. Può fare tutti i ruoli in difesa. Ho sentito amici a Cagliari: sono veramente contenti del suo acquisto".

Si riforma inoltre la coppia centrale del ciclo d'oro di Tabarez con l'Uruguay...

"Esatto, perchè c'è anche Godin che, nonostante le critiche, nelle partite decisive c'è sempre. Lui e Cáceres dovranno fare da guida a tutti i giovani dello spogliatoio".

Sei un'icona della storia del Cagliari: ti aspettavi lo scontro frontale che ha avuto luogo con Nainggolan?

"Mi dispiace, perchè indubbiamente si è perso un grande calciatore. I motivi precisi non li conosco, però è uno che ti fa la differenza in qualsiasi partita".

Hai parlato di salvezza come obiettivo stagionale: non potrebbe tuttavia risultare riduttivo alla luce del mercato rossoblù, molto lauto soprattutto nelle battute finali?

"La salvezza deve essere l'obiettivo minimo. Però io accosto questo Cagliari a uno dei miei del passato".

A quale?

"A quello del 2005-2006. Eravamo appena saliti dalla Serie B e eravamo consapevoli di quello che ci attendeva, in una Serie A piena di campioni. Il nostro zoccolo duro però era rimasto tutto: Suazo, Langella, Conti, Agostini, Esposito... Non ci sentivamo i più forti, però credevamo di valere qualcosa in più della salvezza. Affrontavamo ogni partita come se fosse una finale! Le big venivano a Cagliari e si guardavano bene dal sottovalutarci".

Parli da cagliaritano vero! Sogni un ritorno in società?

"Ora vivo in Uruguay, ma il Cagliari rimane nel mio cuore. Due miei figli sono nati lì. Mi piacerebbe tornare un giorno, in qualsiasi veste. Rimango comunque tifoso e seguo tutte le partite".