UN MIRTO CON... NICOLO' NAPOLI

UN MIRTO CON... NICOLO' NAPOLITUTTOmercatoWEB.com
domenica 18 giugno 2023, 00:00Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Era un difensore vecchia scuola, solido e affidabile, con in più il vizietto del gol.

Marcatore roccioso e dotato anche di buona tecnica, sapeva come inserirsi in area avversaria sia su azione manovrata che su calcio piazzato per irrompere sotto porta e trasformarsi in goleador.

Nicolò Napoli, palermitano con luminosi trascorsi al Messina e – soprattutto – alla Juventus, a Cagliari ha trovato la sua dimensione, tanto da restare in Sardegna per ben cinque anni (dal 1991 al 1996) contribuendo alla crescita di una squadra partita, sotto la gestione Giacomini-Mazzone, per strappare una sudata salvezza in serie A e arrivata fino alle porte del paradiso europeo, a un soffio da quella Coppa Uefa che ancora oggi rimane forse il maggior rimpianto della storia rossoblù.

Faro della difesa e jolly in grado di sparigliare le carte anche dalla metà campo in su, Napoli è tuttora ricordato con affetto e riconoscenza nell’Isola: ha infatti incarnato, assieme a tanti suoi compagni, i sogni e le ambizioni del Cagliari più talentuoso e sfrontato dell’epoca post-Scudetto.

Oggi spende la sua carriera di allenatore soprattutto in Romania, sua nuova terra d’adozione, dove ha guidato numerose squadre e si è imposto come un tecnico propositivo e di sicuro affidamento.

Nicolò, torniamo indietro con la memoria ai suoi anni vissuti in Sardegna: che cosa le hanno lasciato dentro?

“Un grande amore per questa terra e una valigia piena di bei ricordi. Sono stati anni meravigliosi, che mi hanno fatto crescere moltissimo come giocatore. L’esperienza a Cagliari è stata per me fondamentale. Adesso sono diventato allenatore, e cerco di portare il mio calcio in giro per l’Europa: l’ultima mia squadra è stata il Craiova, una formazione della serie A rumena, con la quale ho mancato per pochissimo l’accesso all’Europa League.”

A proposito di Europa: lei partecipò da protagonista alla campagna del Cagliari in Coppa Uefa nel ’93-’94. A suo avviso cosa vi è mancato per fare quel piccolo step in più e arrivare a giocarvi la finale col Salisburgo?

“Ricordo che vincemmo l’andata della semifinale con l’Inter per 3-2, giocando anche molto bene. Al ritorno poi siamo un po’ mancati, non ripetendo la grande prestazione del Sant’Elia. Ma ci si mise di mezzo anche l’arbitro, che fischiò un rigore dubbio per i nerazzurri e, a mio avviso, in generale in quella partita favorì un pochino i padroni di casa.”

Tra i tanti allenatori avuti a Cagliari qual è quello che, dopo tanti anni, ricorda con maggior piacere e affetto?

“Non posso non citare Mazzone: un mister che ha fatto fare un enorme salto di qualità al sottoscritto e, in generale, a tutto il Cagliari. Da lui ho preso diversi segreti che mi stanno tornando utili nella mia avventura attuale in panchina. Ma anche da altri tecnici bravi che ho avuto, e ce ne sono stati tanti, ho preso spunto e ispirazione.”

Ma Nicolò Napoli che allenatore è? Che tipo di calcio propugna, che filosofia sposa?

“Io sono solito far giocare le mie squadre in modo spregiudicato a propositivo. Sono per un calcio d’attacco, imposto con coraggio e intraprendenza. Mi piace fare la partita e scendere in campo sempre per vincere. Così ho fatto giocare tutte le formazioni che ho allenato, e devo dire che mi è sempre venuto bene. Per cui vado avanti deciso con questa filosofia.”

Ha un modulo preferito o, come spesso si dice, alla fine ciò che conta sono l’atteggiamento e gli equilibri in campo?

“Solitamente propongo un 4-2-3-1, ma naturalmente si può sempre cambiare a partita in corso. Se vedo che la squadra soffre e l’avversario ha trovato le contromisure, cerco di operare delle contromosse e di aggiustare l’assetto.”

Nicolò, segue ancora il Cagliari? Ha saputo del ritorno – a dir poco avventuroso – in serie A?

“Certo, ho visto la partita con il Bari. Sono molto felice che i rossoblù siano tornati nella massima serie. Anche i biancorossi sarebbero potuti salire, ma alla fine il gol al 94’ ha premiato un Cagliari coriaceo e determinato. Ora mi auguro che la squadra possa ben figurare in serie A: con l’innesto di qualche nuovo giocatore fare bene anche l’anno prossimo sarà possibile. Infine ci tengo a congratularmi con mister Ranieri, che ha compiuto un’impresa veramente straordinaria”.