UN MIRTO CON... Pierluigi Cera
Riguardo alla storia del Cagliari, la redazione di TuttoCagliari.net ha optato per intervistarne un'autentica icona: Pierluigi Cera, calciatore rossoblù tra il 1964 e il 1973.
Con che spirito guardi attualmente le partite del Cagliari?
"Con lo stesso di quando ci giocavo. Amo il Cagliari e lo tifo con tutto il mio cuore. Quando vince sono contento, quando perde no".
Questa stagione è caratterizzata dal ritorno dal pubblico sugli spalti: è un elemento di vitale importanza per il Cagliari?
"Assolutamente sì, per il Cagliari il pubblico è tutto. Infatti quest'anno vedremo che farà la differenza".
Cosa risponderesti ai tifosi del Cagliari più "ambiziosi", che sognano l'Europa?
"Che è difficile e che in Europa ci si arriva per passi. Certo è tuttavia un aspetto":
Quale?
"Che il Cagliari è ormai una realtà consolidata in Serie A da tanti anni: ci sta sognare".
Se ti dico "Cagliari" che cosa ti viene in mente?
"Mi viene in mente quando sono diventato uomo. Sono andato a giocare lontano da casa e, grazie al popolo sardo, sono cresciuto. Grazie Cagliari!".
Intravedi analogie tra il Cagliari attuale e qualcuno del tuo passato?
"In particolare con due".
Quali?
"Per spirito mi ricorda il Cagliari del 1964 e quello del 1973".
Quello scudettato?
"Non ovviamente per l'obiettivo finale, ma per come è nata quell'impresa. Non eravamo tra i favoriti, però noi in spogliatoio eravamo uniti e sapevamo di poter fare qualcosa di importante. Così come nel 1964: eravamo ultimi alla fine del girone d'andata, poi facemmo una rimonta straordinaria e ci salvammo".
Ti senti ancora con i tuoi ex compagni?
"Assolutamente sì! Soprattutto con Tomasini e Reginato".