UN MIRTO CON... RICCARDO DESSÌ: "Sabato ho assistito a uno spettacolo che mi ha messo tristezza. E non mi sono piaciute le parole di Nicola nel dopogara. È ora che il Cagliari inizi a lottare per qualcosa di più di una semplice salvezza"

Non usa troppi giri di parole Riccardo Dessì, storico terzino del Cagliari ai tempi di Gigi Riva (anche se non faceva parte della rosa che conquistò lo scudetto nell’annata 1969-’70). Intervistato da Tuttocagliari.net, l’ex difensore snocciola impietosamente le mancanze e le lacune messe in mostra dal Cagliari in questa stagione tormentata e sostanzialmente deludente. Sottolineando, inoltre, che “dopo la sconfitta con l’Udinese il sentimento che prevaleva in me non era la rabbia, ma piuttosto la tristezza”.
Riccardo, proviamo a fare un bilancio complessivo della stagione vissuta dal team di Davide Nicola, al netto di una salvezza che – se non è ancora matematica – ormai pare virtualmente acquisita.
“Partiamo dall’ultima performance dei rossoblù contro l’Udinese. Io devo dire che sono rimasto basito: non mi sarei mai aspettato una tale arrendevolezza da parte della squadra. I giocatori sembravano praticamente in vacanza. E adesso attenzione, perché per quanto la salvezza sia ormai dietro l’angolo andando avanti di questo passo rischiamo di perdere tutte e tre le partite che restano da disputare. E a quel punto non lo so come andrebbe a finire…”
Lei ipotizza che ci sia il rischio di perdere anche contro il Venezia in casa?
“Il Venezia, esattamente come noi, ha un serio problema dalla cintola in su: fatica tremendamente a far gol. Ma sotto il profilo del gioco – duole dirlo – ora come ora è superiore al Cagliari. A proposito di gioco e di tattica: quando i rossoblù sono scesi in campo col 3-5-2 hanno raggranellato pochissimi punti. I risultati migliori sono stati ottenuti con la difesa e con il centrocampo a quattro. Il 3-5-2 è un modulo particolarmente apprezzato da Davide Nicola, che lo utilizza spesso; ora, tutti i moduli possono essere validi, ma bisogna avere gli interpreti giusti per poterli applicare con successo. In passato a Cagliari Eusebio Di Francesco, paladino del 4-3-3, siccome al centro dell’attacco c’era Pavoletti provò a dirottare Joao Pedro nella posizione di esterno sinistro: una collocazione tattica palesemente non adatta alla punta brasiliana. Questo per dire che gli schemi vanno modellati in base alle caratteristiche degli elementi che hai a disposizione. Altro esempio: Gabriele Zappa non può essere impiegato come ‘braccetto’ di destra in una difesa a tre. Lui è un esterno, punto e basta. Ultimamente abbiamo preso gol perché Zortea – che è tutto meno che un difensore – è dovuto andare lui a marcare l’attaccante avversario a causa delle amnesie di Zappa.”
Lei è tra gli addetti ai lavori che promuovono il tecnico Davide Nicola, in quanto ha comunque – quasi – messo in cassaforte la salvezza (ossia l’obiettivo stagionale), o tra quelli che lo mettono in discussione per via del gioco espresso dalla squadra e di una gestione dei calciatori che non sempre ha convinto?
“Parto dal presupposto che a me Nicola piace: lo considero tecnicamente e tatticamente preparato. Però quest’anno ci sarebbero parecchie cose da obiettare a proposito della sua gestione: non sempre ha messo in campo gli uomini giusti al posto giusto. Certo, se la richiesta era quella di salvare il Cagliari il traguardo è stato centrato… Ma, a mio avviso, sarebbe ora che questa squadra iniziasse a lottare per qualche obiettivo un po’ più nobile e gratificante. Anche per onorare gli sforzi – e l’entusiasmo – dei tanti tifosi che seguono sempre i loro beniamini in trasferta. Dico poi che bisogna sempre lottare fino all’ultima stilla di sudore. Pensiamo all’Empoli: ha dei mezzi tecnici limitati e spesso perde, ma combatte e non lascia nulla di intentato fino al novantesimo e oltre. Così come il Venezia. A proposito del Venezia: attenzione, alla fine potrebbe anche non retrocedere. C’è il Lecce che rischia tanto.
Ora, se anche per l’anno prossimo la permanenza in serie A fosse l’unico obiettivo della società Nicola potrebbe anche essere l’allenatore giusto. Ma io, a dirla tutta, mi auguro che finalmente si riesca a voltare pagina.”
Anche perché partire tutti gli anni ad agosto con in mente l’idea di arrivare diciassettesimi su venti squadre non è esattamente la prospettiva più allettante e più ambiziosa che si possa immaginare…
“Non lo è per niente. Anzi, a me mette tristezza. Proprio come l’ultima gara contro l’Udinese. Alla fine della partita non provavo rabbia, assolutamente. Peggio: ero triste. Non avevo intravisto un barlume di gioco e di ‘garra’ agonistica. L’Udinese, che veniva da un periodo molto negativo, era un avversario abbordabile. E aggiungo che non mi sono affatto piaciute le dichiarazioni di Davide Nicola nel dopogara. Il mister ha detto: ‘Però stiamo migliorando’. Peccato che sia finito il campionato… Tra l’altro io di miglioramenti, sul piano del coraggio e dell’espressione calcistica, ne ho visti ben pochi.”