UN MIRTO CON... SIMONA SODINI

UN MIRTO CON... SIMONA SODINI
sabato 21 ottobre 2023, 00:00Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Nelle sue vene scorre sangue torresino. Ma, soprattutto e più ecumenicamente, sardo.

Simona Sodini, che oggi vive a Torino, è nata a Sassari nel 1982. E alla gioia e all’orgoglio per il (fin qui) splendido cammino della sua Torres, che sta dominando il proprio girone della serie C, fa da contraltare la preoccupazione per il Cagliari, partito malissimo e attualmente relegato all’ultimo posto in classifica in serie A.

Simona, attaccante da oltre 230 reti segnate nel corso di una carriera itinerante spesa in giro per l’Italia, si è rivelata finalizzatrice implacabile ovunque abbia giocato. Vanta anche tre presenze nella Nazionale maggiore.

Simona, come spiega l’avvio di stagione a dir poco traumatico degli uomini di Ranieri?

“Probabilmente ha inciso la scarsa esperienza ad altissimi livelli di molti componenti della rosa o, magari, in realtà non si era pronti per questo salto di qualità e di categoria. Credo che ci sia bisogno ancora di un po’ di tempo per completare il rodaggio in serie A e, soprattutto, per capire dove si sta sbagliando.”

La sensazione è che la coperta sia corta: il tecnico romano predilige spesso una formazione prudente per evitare di prendere imbarcate (da lui stesso definite “libecciate”), ma così facendo i collegamenti tra centrocampo e attacco risultano assenti o comunque deficitari. Infatti in avanti il Cagliari produce pochissimo. Come si esce da questa situazione?

“Secondo me c’è un solo modo: intervenire sul mercato. In questi casi occorre migliorare sensibilmente la qualità dei centrocampisti con nuovi innesti mirati, in modo da rendere più agevoli i rifornimenti alle punte. E poi, comunque, bisogna che anche gli attaccanti siano un po’ più cinici nelle occasioni in cui si trovano davanti alla porta.”

I tifosi aspettano con trepidazione il ritorno di Lapadula, che da molti viene visto come il “deus ex machina” in grado di risolvere i problemi dell’attacco cagliaritano. In effetti, Luvumbo a parte, le punte isolane non stanno brillando: da Pavoletti a Petagna a Shomurodov…

“A me Lapadula piace molto. Sa essere estremamente freddo quando deve battere a rete, e vede la porta come pochi. Credo che la sua assenza, in effetti, si sia fatta sentire pesantemente. In generale, a prescindere dai nomi più o meno altisonanti, serve una punta che capitalizzi il lavoro di tutta la squadra.”

In particolare contro le big, i rossoblù spesso puntano su una difesa bloccata e su un gioco prevalentemente di rimessa. In quest’ottica l’unico attaccante veloce, scattante e “da contropiede” è l’angolano Luvumbo, peraltro finora di gran lunga il miglior interprete della prima linea cagliaritana. A gennaio potrebbe rendersi necessario prendere qualche altro giocatore con queste caratteristiche, per sfruttare meglio le ripartenze?

“Una seconda punta di questo tipo servirebbe senz’altro. Come anche - a mio parere - un fantasista, un trequartista in grado di abbassarsi a centrocampo e di legare brillantemente il gioco con gli attaccanti, consentendo alla squadra di praticare un calcio più fraseggiato e imprevedibile. Il classico numero 10 che fa da collante tra la mediana e il reparto offensivo.”

Simona, impossibile non chiedere a lei – sassarese di nascita – un parere su questa Torres travolgente che ha vinto sette partite su otto nel girone B della serie C e si candida autorevolmente a conseguire una storica promozione in serie B. Anche se lei vive a Torino sarà in contatto con la Sardegna: che aria si respira a Sassari?

“A Sassari è riesploso l’amore per il calcio. Grazie agli ultimi exploit della squadra di Alfonso Greco vedo molti sassaresi – anche quelli che negli ultimi anni si erano un po’ rassegnati a dei campionati anonimi e poco entusiasmanti – riscoprire la voglia di andare allo stadio a vedere le partite. Questa Torres ha ridato lustro alla città di Sassari… e adesso si sogna a occhi aperti il grande salto di categoria in serie B.”

Qual è il vero segreto dei torresini? La brillantezza del gioco, il sostegno del pubblico, la solidità e l’intraprendenza della società…

“Io credo che sia un mix di fattori. Di certo la squadra ha alle spalle una società estremamente organizzata. Si è investito tanto sul mercato, con l’obiettivo dichiarato di ambire a traguardi prestigiosi. Sia il club che lo staff tecnico credono fermamente in quello che stanno facendo, l’entusiasmo è contagioso e i risultati si vedono. La speranza è che sia il Cagliari che la Torres raggiungano i loro obiettivi: sarebbe motivo di grande orgoglio e vanto per tutta la Sardegna.”