Esclusive TC

ESCLUSIVA TC - RAFFAELE PAOLINO: "Stimo Davide Nicola, ma quest'anno ha incontrato enormi difficoltà. Il Cagliari non ha mai giocato bene e ha vissuto una stagione fallimentare. Tuttavia il vero problema risiede nella società..."

ESCLUSIVA TC - RAFFAELE PAOLINO: "Stimo Davide Nicola, ma quest'anno ha incontrato enormi difficoltà. Il Cagliari non ha mai giocato bene e ha vissuto una stagione fallimentare. Tuttavia il vero problema risiede nella società..."
Oggi alle 17:01Primo piano
di Matteo Bordiga

L’ex attaccante rossoblù Raffaele Paolino, intervistato da Tuttocagliari.net, non lesina pesanti critiche nei confronti del Cagliari. Dallo staff tecnico alla società nessuno, secondo Paolino, è esente da colpe in quello che, da un finale di stagione potenzialmente tranquillo, si sta trasformando in una sorta di calvario.

Raffaele, il Cagliari sta chiudendo il campionato tra mille affanni e delusioni. Come si spiega, a suo giudizio, una parabola così negativa?

“Parto dal presupposto che Davide Nicola secondo me è un buon allenatore, ma quest’anno ha incontrato davvero tante difficoltà. Parliamoci chiaro: il Cagliari non ha mai giocato bene a calcio. A memoria stento a ricordarmi una partita in cui i rossoblù abbiano pienamente convinto sul piano del gioco. Siamo stati fortunati perché, a un certo punto della stagione, abbiamo inanellato quelle due-tre vittorie di fila che, con ogni probabilità, ci sono valse la salvezza. Ma di fatto siamo stati sullo stesso livello del Venezia, dell’Empoli, del Lecce. E questa è una cosa che non può succedere. Torno a ripeterlo, come faccio da tempo: una piazza come Cagliari non merita questa agonia che caratterizza, da tempo, i campionati della formazione isolana. E mi spingo ancora più in là: attenzione a Venezia-Fiorentina di stasera, perché se i lagunari dovessero vincere per la squadra di Nicola sarebbero dolori. E lo scontro diretto di domenica prossima contro gli arancioneroverdi assumerebbe le sembianze di un vero e proprio spareggio salvezza. Una finalissima. Se poi per somma disgrazia il Venezia dovesse vincere in Sardegna noi rischieremmo grosso, dovendo disputare l’ultima gara stagionale al Maradona di Napoli. E io ho pessime sensazioni per la sfida all’undici di Di Francesco, che avrà anche meno punti in classifica rispetto a noi ma, in compenso, gioca molto meglio.

Queste sono le conseguenze di un’annata a mio parere fallimentare sotto tutti i punti di vista: dal gioco alle prestazioni, dai risultati ottenuti alla grinta che, spesso, in campo è venuta a mancare. La tifoseria è scontenta, e sui social – che io frequento molto – non c’è una sola persona che sia contenta dell’operato di Davide Nicola.”

Secondo lei i problemi principali del Cagliari sono di carattere tattico – spesso è stato messo in discussione il modulo a una sola punta, considerato troppo poco propositivo – o di natura caratteriale? Dal punto di vista della “garra” agonistica questa squadra sembra somigliare molto poco al suo allenatore…

“In effetti Nicola non è che si sia mai contraddistinto per la sua capacità di far giocare bene le squadre da lui allenate… ma, in compenso, in passato ha sempre saputo trasmettere ai suoi giocatori una grinta e una determinazione feroci. Eppure tutto questo a Cagliari non si è mai visto. La squadra non è né combattiva né agonisticamente cattiva. E meno male che sono arrivati i tre punti di Verona, altrimenti la situazione adesso sarebbe a dir poco drammatica.

E comunque l’origine di tutti i mali è una sola: l’assenza totale di programmazione da parte della società. Non intravedo un filo conduttore chiaro nella gestione del Cagliari: i giocatori e gli allenatori vanno e vengono. Ammesso e non concesso che si resti in serie A, l’anno prossimo bisognerà acquistare calciatori forti e di spessore. Perché non possiamo replicare i risultati, ad esempio, di una piazza come Bologna? Certo, il patron dei felsinei può contare su risorse economiche importanti, ma diciamo le cose come stanno: il Bologna non butta via i soldi, ma va avanti coi proventi ottenuti dal mercato. Non capisco proprio perché una piazza come Cagliari non possa avviare un progetto a lungo termine come quello degli emiliani. O dell’Udinese. Lo stesso Empoli, benché quest’anno rischi seriamente di retrocedere, ha comunque una programmazione chiara e definita. Noi invece non facciamo mai il salto di qualità.

Insomma, se Giulini non ce la fa a dare qualcosa in più al Cagliari perché non vende? Io non credo che non esistano imprenditori interessati all’acquisto di una società storica ed economicamente appetibile come quella rossoblù. Probabilmente il presidente vuole costruire lo stadio e, a partire da quel passo, creare un determinato tipo di business. Ma tutto ciò non va fatto sulle spalle di una tifoseria che non lo merita.”