ESCLUSIVA TC - VITTORIO PUSCEDDU: "Il Cagliari per il fatto di aver raggiunto l'obiettivo meriterebbe un 6.5, ma la stagione nel suo complesso è da 6 stiracchiato. Va rinforzato innanzitutto il reparto arretrato. Poi va presa un'altra punta"

Vittorio Pusceddu, storico terzino rossoblù, ai microfoni di Tuttocagliari.net traccia un bilancio in chiaroscuro del campionato disputato dagli uomini di Davide Nicola, ai quali assegna “una sufficienza abbondante per aver raggiunto l’obiettivo stagionale, e una sufficienza striminzita se esaminiamo, nel suo complesso, il percorso compiuto nell’arco del torneo”.
Vittorio, a fronte di una salvezza ottenuta con una giornata d’anticipo il Cagliari ha incassato quest’anno ben venti sconfitte – di cui nove in casa – e ha viaggiato costantemente sull’ottovolante. Lei come giudica la stagione di Luperto e compagni?
“Se consideriamo il fatto che alla fine abbiamo mantenuto la categoria dobbiamo dare alla squadra un voto attorno al 6,5. Ma giusto per la salvezza ottenuta. È altresì vero che ormai da parecchi anni il Cagliari si ritrova a lottare strenuamente fino all’ultima giornata per strappare la permanenza in serie A, e questo a noi tifosi certamente non fa piacere. Per carità, i ragazzi lottano e si impegnano tanto. Però ad esempio quando abbiamo vinto per 2-0 a Verona c’era la possibilità di blindare la salvezza in largo anticipo subito dopo con un successo in casa contro l’Udinese, e invece abbiamo fallito il match point e ci siamo complicati non poco la vita. E non dimentichiamoci che chi stava sotto di noi spesso e volentieri ci ha messo del suo, continuando a perdere e consentendoci di restare in linea di galleggiamento. Ma noi dal canto nostro non possiamo ritrovarci ogni anno a sperare che le dirette concorrenti siano magnanime nei nostri confronti… Proprio per questo motivo all’intera stagione del Cagliari, presa in esame nel suo complesso, non posso dare più di un 6 stiracchiato.”
Sotto il profilo del gioco, parliamoci chiaro, i rossoblù non hanno quasi mai convinto. A parte un breve periodo, nel girone d’andata, in cui si è cercato di proporre un calcio aggressivo e arrembante, abbiamo visto spesso una squadra sfilacciata, poco coesa tra i reparti e tendente a ricorrere al lancio lungo per l’isolatissimo Piccoli, lasciato da solo là davanti a combattere contro le retroguardie avversarie. Cosa si può fare in prospettiva futura per migliorare le prestazioni e, di conseguenza, anche i risultati?
“Partiamo dal presupposto che il Cagliari deve assolutamente migliorarsi. Altrimenti si ritroverà l’anno prossimo a battagliare nuovamente punto su punto per restare in serie A, e non sempre potrà andargli bene. Io credo che ci sia innanzitutto da puntellare il reparto difensivo, che nonostante la presenza di diversi uomini d’esperienza è stato spesso soggetto ad amnesie e disattenzioni che hanno messo gli avversari nelle condizioni di far gol. Là davanti Piccoli ha dimostrato di essere uno che lotta, sgomita e fa reparto da solo… anche perché da solo, di fatto, ha – quasi – sempre giocato. Non abbiamo praticamente mai visto le due punte: Viola e Luvumbo sono giocatori che orbitano attorno al centravanti, non due attaccanti veri e propri. Insomma, la squadra in buona sostanza va migliorata in ogni reparto. Magari attingendo alla ‘cantera’ rossoblù, che così bene ha fatto quest’anno conquistando la Coppa Italia di categoria. Nella primavera del Cagliari potrebbe esserci il nuovo Barella… E poi servono alcuni acquisti mirati: non bisognerà comprare tanto per comprare, ma puntare su elementi esperti e pronti a trascinare la squadra in serie A. Parlo di gente in grado di farci fare il salto di qualità, perché la nostra dimensione non può restare in eterno quella di lottare fino all’ultima stilla di sudore per arrivare diciassettesimi.
A centrocampo Viola è il calciatore di maggior tasso tecnico, Makoumbou ogni tanto convince e ogni tanto si concede delle pause… senza dimenticare che tende a rimediare qualche ammonizione ed espulsione di troppo. Uno come Deiola lo terrei sempre: è vero che sbaglia qualche passaggio, ma tocca tantissimi palloni e poi si arrabatta, combatte come un leone per novanta minuti. Sulle fasce c’è stato Augello che ha collezionato un gran numero di assist, però sia a destra che a sinistra abbiamo sempre corso tanti pericoli. I terzini raramente hanno garantito la giusta copertura. Ripeto: se fossi nella società rinforzerei prima di tutto il pacchetto arretrato e poi prenderei una punta in grado di dialogare con Piccoli. Ammesso e non concesso che il centravanti bergamasco alla fine resti in Sardegna.”