UN MIRTO CON... ANDREA PISANU

UN MIRTO CON... ANDREA PISANUTUTTOmercatoWEB.com
domenica 13 agosto 2023, 01:12Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Ha debuttato ad appena sedici anni con la maglia della squadra della sua città, “rischiando” di bagnare l’esordio con un gol al Delle Alpi contro la Juventus, mancato per questione di centimetri. Poi il destino l’ha portato ad affermarsi soprattutto con la maglia del Parma, con la quale ha coniugato ottime prestazioni con un discreto score realizzativo, e a vivere una lunga esperienza a Malta, prima come giocatore e successivamente come allenatore.

Ora il cagliaritano Andrea Pisanu, tornato stabilmente in Italia - per la precisione a Firenze - cerca una panchina per lanciarsi definitivamente come tecnico, con l’ambizione di arrivare il prima possibile ai massimi livelli (esattamente come ha fatto da giocatore). “Sono in possesso di tutti i patentini necessari e ho già maturato esperienza nelle vesti di coach in svariate squadre maltesi”, annuncia con la voce entusiasta di chi sa che si sta aprendo un nuovo, elettrizzante capitolo della sua vita sportiva e personale.

Andrea, come giudica il calciomercato del Cagliari? Come sta agendo la società e, a suo avviso, quali pedine mancano ancora per allestire una rosa competitiva in ottica serie A?

“Direi che il Cagliari si sta muovendo in modo molto oculato. Sta ponderando bene le sue scelte. I dirigenti e gli osservatori stanno svolgendo un grande lavoro di scouting, basandosi rigorosamente sulle indicazioni fornite da Ranieri. Un attaccante di valore è sicuramente necessario, perché in serie A serve avere ricambi all’altezza dei titolari e perché non si sa ancora con precisione quando tornerà Lapadula. Stesso discorso per il difensore centrale: resta da capire se Ranieri preferisca un centrale di piede destro o uno di piede sinistro; quest’ultimo potrebbe servire se il piano tattico è quello di passare, in determinate circostanze, da una difesa a quattro a una difesa a tre.

Quello che è certo è che i rossoblù non stanno acquistando giocatori tanto per rimpolpare la rosa, ma stanno soppesando con estrema attenzione le caratteristiche dei calciatori che possono tornare utili in funzione del progetto tecnico sposato dall’allenatore.”

Secondo lei l’attaccante ideale per completare l’organico è una seconda punta veloce e abile tecnicamente che possa fungere da spalla a Pavoletti e a Lapadula (quando rientrerà), oppure una prima punta in grado di portare in dote i gol che avrebbe garantito l’italoperuviano?

“Dipende dal modo in cui Ranieri intende impostare la fase offensiva della squadra. Non sappiamo se preferisca portare più palloni rasoterra nei pressi dell’area di rigore per poter far dialogare gli attaccanti o se prediliga invece un centravanti ‘boa’ al quale appoggiarsi, da cercare con palle lunghe o traversoni dalle fasce. Nella prima ipotesi una seconda punta sarebbe la soluzione migliore, perché darebbe modo alla squadra di palleggiare e di cercare il fraseggio negli ultimi sedici metri. Shomurodov o Pavoletti verrebbero così affiancati da un partner rapido, veloce, capace di sfruttare la profondità e di aprire spazi. Nel caso il mister optasse invece per un gioco con palla lunga e con tanti cross dalle corsie esterne, ovviamente il prescelto sarebbe un centravanti forte fisicamente in grado di far salire i compagni con le sponde aeree e di raccogliere i traversoni in area.

La soluzione intermedia potrebbe essere una combinazione di questi due profili che ho appena descritto: una seconda punta tecnica ma al contempo strutturata a livello fisico, con la quale poter giocare sia in profondità che alzando la palla.”

Che obiettivo può ragionevolmente porsi quest’anno il Cagliari? I mass media – e con loro Ranieri – ripetono che la salvezza deve essere il chiodo fisso dei rossoblù, ma è anche vero che oggi su venti squadre ne retrocedono solo tre. Non si può proprio, con questi uomini, ipotizzare un piazzamento un po’ più nobile di un diciassettesimo posto?

“Partirei dal presupposto che il livello dell’attuale campionato di serie A è molto inferiore rispetto a quello della A di una quindicina d’anni fa. Basti pensare che a me è capitato, quando giocavo, di disputare uno spareggio salvezza dopo aver chiuso la stagione regolare a 42 punti… Il che la dice lunga sul valore e sulla qualità delle squadre che all’epoca militavano nel massimo torneo nazionale.

Immagino che l’idea della società sarda sia quella di fare il prima possibile i punti necessari per assicurarsi un posto in serie A anche per l’anno prossimo. Poi sarà il momento di provare a scalare qualche posizione, anche per galvanizzare l’ambiente e la tifoseria. Questo non significa necessariamente sognare l’Europa: un decimo posto, ad esempio, sarebbe un traguardo di prestigio. Come anche, ipotizzo, arrivare ai 50 punti: tanta roba per una compagine come il Cagliari.”