UN MIRTO CON... EMILIANO MELIS

UN MIRTO CON... EMILIANO MELIS
domenica 5 novembre 2023, 00:00Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Emiliano Melis, trequartista dai piedi vellutati e dal tocco morbido e illuminante, il suo grande sogno l’ha realizzato tra il 1999 e il 2003, vestendo la maglia rossoblù del Cagliari tanto in serie A quanto in cadetteria. Per lui, selargino doc, gonfiare la rete al Sant’Elia e poi correre a esultare davanti alla sua gente è stato il lieto fine di una favola che l’aveva visto tirare i primi calci al pallone da bambino, con la passione e le speranze di un campioncino in erba che sapeva di poter arrivare a calcare i massimi palcoscenici.

Non ha avuto – per poco - la fortuna di giocare nel grande Cagliari di Gianfranco Zola, e di conquistare quella meravigliosa promozione che ha restituito alla Sardegna la serie A nel 2004. Tutt’oggi, in ogni caso, il suo cuore è più che mai rossoblù. Tanto che, quando parla del Cagliari, lo fa in prima persona plurale…

Emiliano, come si possono sintetizzare le prime dieci giornate di campionato dell’undici di Ranieri? Dopo una lunga, incessante pioggia sembra ora aprirsi all’orizzonte uno spiraglio di sole…

“Direi che la cosa più importante è il fatto che, nell’ultimo periodo, il Cagliari stia recuperando parecchi giocatori di spessore. Lapadula è appena rientrato, Petagna piano piano sta trovando la sua migliore condizione fisica. Su Pavoletti si può sempre fare affidamento, soprattutto negli ultimi minuti.

L’impressione era che nelle prime gare fossimo Luvumbo-dipendenti: se non ingranava l’angolano diventava difficile costruire occasioni da gol. Invece adesso, grazie al rientro degli assenti e alla crescita di Oristanio, riusciamo a creare spesso i presupposti per segnare. E la qualità che possono dare tra le linee Mancosu e Viola è determinante nel migliorare la nostra fase offensiva. Inoltre devo dire che Cagliari-Frosinone mi ha ricordato un Cagliari-Napoli di tanti anni fa, deciso da Conti al 94’: sono le classiche partite che possono rappresentare il crocevia di tutta una stagione. E sono la spia del buono stato di salute della squadra, sia sotto il profilo tecnico che dal punto di vista psicologico. Io leggo la rimonta centrata contro i ciociari come un segnale: se avessimo perso, la sconfitta sarebbe stata molto dura da metabolizzare. Invece il 4-3 ci ha regalato una botta di autostima clamorosa: non a caso poi siamo andati a Udine in Coppa Italia e abbiamo rivinto, tra l’altro giocando bene e costruendo numerosissime azioni da gol.”

Una volta ritrovata la brillantezza nella costruzione della manovra, come ovviare invece ai tanti svarioni difensivi che spesso costano gol potenzialmente evitabili? Si tratta per lo più di errori concettuali dei singoli difensori…

“Secondo me ci si è messa di mezzo anche la sfortuna, soprattutto nelle primissime giornate. Capitava sovente, ad esempio, che il portiere si facesse sfuggire palloni facili da gestire, venendo puntualmente castigato. Episodi che si sono ripetuti molte volte, sommati ad alcuni errori di impostazione o di posizionamento dei difensori. Purtroppo la categoria non ti permette di sbagliare, perché paghi subito pegno. Adesso mi auguro che, trovati gli equilibri giusti per il reparto offensivo, anche il reparto difensivo acquisisca maggiore consapevolezza e i ragazzi crescano individualmente e collettivamente. Anche perché a guidarli c’è un allenatore, come Claudio Ranieri, che ci fa dormire sonni tranquilli: è lui il fuoriclasse del Cagliari.”

Proprio Ranieri, molti anni fa, adottava una marcatura a volte a zona, a volte a uomo. A suo avviso potrebbe essere il caso, per limitare gli errori individuali in difesa, di ripristinare una più stretta marcatura a uomo in alcune specifiche situazioni di gioco (penso ad esempio ai calci piazzati)?  

“Io dico che uno come Ranieri è in grado di stabilire cosa sia meglio per la squadra. Se riterrà opportuno, in alcune occasioni, applicare la marcatura a uomo a seconda dell’avversario e delle circostanze, saprà senz’altro trovare il momento giusto per farlo.”  

Emiliano, risposta secca: il nome di un giocatore - possibilmente non tra i big conclamati – che a lungo andare si rivelerà decisivo per le sorti della squadra.  

“A me piace Oristanio. Ha spunti importanti e, come molti mancini, è talentuoso e imprevedibile. Deve migliorare nella scelta finale: a Udine ha sfoderato numeri da gran giocatore, ma poi spesso ha sbagliato al momento di concludere l’azione. In particolare una volta, dopo un dribbling stretto, anziché servire a rimorchio il compagno meglio piazzato in area ha calciato in porta da posizione angolata, sprecando un’azione sontuosa. Pensiamo anche al match col Frosinone: ha segnato un gol da antologia ma poi, tutto solo davanti al portiere, ha dilapidato il possibile 5-3. Se diventerà più concreto e riuscirà a prendere le decisioni giuste negli ultimi sedici metri, potrà trasformarsi nella vera arma in più del Cagliari.”