UN MIRTO CON... GIANPIERO PIOVANI

UN MIRTO CON... GIANPIERO PIOVANITUTTOmercatoWEB.com
venerdì 4 agosto 2023, 00:00Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Gianpiero Piovani a Cagliari è germogliato per un solo anno, ma ha decisamente lasciato il segno.

Ha conquistato una promozione dalla serie C alla serie B e ha alzato una Coppa Italia di C, contribuendo attivamente alla causa rossoblù con 30 presenze e 3 reti.

Seconda punta abile a fare movimento e ad aprire varchi per il centravanti, nel prosieguo della carriera ha poi trovato maggiore dimestichezza con la porta. Ma il suo lavoro era prezioso e determinante a prescindere, tanto da renderlo una pedina insostituibile nello scacchiere di Claudio Ranieri.

E proprio da Ranieri, suo grande maestro ed estimatore, riparte Gianpiero quando parla del Cagliari attuale.

Gianpiero, ha visto la finale di ritorno col Bari al San Nicola, che ha sancito la promozione dei sardi in serie A?

“L’ho vista eccome: una finale molto emozionante, vinta secondo me meritatamente dal Cagliari grazie soprattutto alle mosse di mister Ranieri, che si sono rivelate decisive. Penso al cambio finale con l’ingresso, decisamente lungimirante, di Pavoletti, il match winner. Ma anche a tutta l’impostazione tattica della partita: la squadra era messa benissimo in campo, non ha mai rinunciato a giocare anche perché aveva un solo risultato utile per centrare la promozione. Poi è normale che nell’arco della gara ci siano frangenti in cui si soffre e altri in cui si prende il sopravvento, ma i rossoblù sono stati bravissimi a tirare fuori la loro qualità e a colpire al momento giusto. Anche, mi ripeto, grazie all’abilità tattica di Ranieri.”

Il tecnico romano in passato è stato spesso bollato come un difensivista, per via dell’estrema attenzione con cui cura gli equilibri del reparto arretrato. Ma quando a Bari c’è stato da attaccare ha schierato una formazione offensiva capace di creare, tra primo e secondo tempo, sei-sette limpide palle gol.

“Sì, di Ranieri si è sempre detto che fosse più portato a difendere che ad attaccare. E si diceva anche di Cagni, allenatore che io ho avuto a Piacenza. Ma col mister Ranieri a Cagliari giocavamo con tre punte e una mezzapunta, per cui l’assetto era piuttosto aggressivo. Poi è vero che lui chiedeva a noi attaccanti di fare prima di tutto la fase difensiva. Noi eravamo i suoi primi difensori. E questo concetto me lo sono portato dietro nella mia personale carriera di allenatore: da Claudio ho imparato tantissimo sotto il profilo tecnico-tattico.

A Bari il Cagliari si è difeso in undici e ha attaccato in undici: un principio semplice ma basilare. Anche il portiere partecipava attivamente all’azione. Si tratta di tendenze e accorgimenti tattici ormai comuni nel calcio contemporaneo, che magari non sempre ci si aspetterebbe di vedere applicati da un tecnico di grandissima esperienza come Ranieri, nato e cresciuto in un’epoca diversa. Ma lui si informa e si aggiorna costantemente, adattando le sue metodologie ai concetti attuali e all’inevitabile evoluzione a cui va incontro il gioco del calcio.”

Lei Ranieri lo conosce bene: a suo avviso che aspettative ripone nell’annata che sta per iniziare? Dove si aspetta di traghettare un Cagliari che, complici gli infortuni di Rog, Mancosu e Lapadula, di fatto appare ancora come un cantiere aperto?

“Sicuramente lui in questo momento ha in testa la salvezza. Poi se dovessero aprirsi degli scenari più interessanti cercherà di approfittarne. Ma il primo obiettivo ce l’ha ben chiaro dentro di sé. Certo che i tre giocatori che sono venuti a mancare per infortunio sono tre pezzi da novanta; andranno rimpiazzati da elementi di pari livello, magari pescando anche all’estero. Ma il valore aggiunto del club isolano resta senza dubbio l’allenatore.”

Un parere da attaccante su Shomurodov, centravanti in cerca di riscatto in Sardegna.

“Le sue caratteristiche rispecchiano perfettamente il progetto del Cagliari, una squadra che giocherà innanzitutto per mantenere la categoria. E lui è un attaccante generoso, combattivo, capace di sacrificarsi per il collettivo. Non avrà un grande score dal punto di vista realizzativo, ma è anche vero che negli ultimi anni ha sfornato tanti assist e si è dimostrato in grado di legare bene il gioco, aprendo anche spazi per gli altri attaccanti. La partecipazione attiva alla manovra è un requisito molto importante per una punta che milita in una formazione che lotta per non retrocedere.”