UN MIRTO CON... MATTEO VILLA

UN MIRTO CON... MATTEO VILLA
domenica 23 luglio 2023, 00:00Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Un Cagliari dominante a Bari che ha meritato la promozione. Un valore aggiunto imprescindibile e insostituibile chiamato Claudio Ranieri. Un calciomercato che dovrà portare in dote senz’altro un attaccante in più, possibilmente un contropiedista veloce in grado di attaccare gli spazi aperti.

Parola di capitano coraggioso, “vecchio” bucaniere rossoblù protagonista di mille imprese (e di qualche inevitabile caduta), tra qualificazioni in Coppa Uefa, retrocessioni, promozioni e campionati vissuti da matricola terribile, tra lo stupore di mezza Italia. Tra sorrisi, abbracci, trionfi, tonfi, lacrime e un addio struggente, nel 2001, dopo dieci anni spesi sempre col vento in poppa. E, in buona parte, con la fascia di capitano al braccio.   

Matteo Villa, quando parla, non è mai banale. E anche stavolta, analizzando i playoff e il (possibile) futuro del Cagliari, offre riflessioni stimolanti e di sicuro interesse.

Matteo, ai playoff è accaduto quello che tutti i tifosi sardi si auguravano: a Bari, nella gara da dentro o fuori, la squadra ha espresso il meglio di sé ed è tornata in serie A.

“Quella del San Nicola è stata una partita veramente incredibile. Una girandola di emozioni. Prima del gol di Pavoletti, arrivato fuori tempo massimo, il Bari aveva colto un palo clamoroso. Poi, quando tutte le speranze dei rossoblù sembravano svanite, all’ultimo respiro si è materializzato il miracolo. E vincere così è ancora più bello, dà ancora più gioia.

Devo dire che anche nel match d’andata all’Unipol Domus il Cagliari aveva disputato un buon primo tempo, subendo poi senz’altro il ritorno veemente del Bari nella ripresa. A Bari, invece, la formazione di Ranieri ha preso subito in mano il controllo del gioco e l’ha mantenuto praticamente per tutti i novanta minuti, vincendo con merito. Va ricordato che Lapadula e compagni, prima di segnare al 94’, hanno sprecato un gran numero di occasioni: fossero riusciti a concretizzare prima la gara avrebbe potuto prendere una piega diversa fin dal principio.

Ad ogni modo, l’importante è stato ottenere la promozione. Una gioia immensa, una grande soddisfazione anche per me, da ex capitano. Perché tornare in serie A dopo un solo anno è cruciale: più stagioni passano dalla retrocessione, più è difficile risalire. Aver ritrovato la categoria che compete al Cagliari dopo appena dodici mesi di purgatorio è stato davvero fondamentale. Serie B e serie A sono due mondi completamente diversi, distanti anni luce l’uno dall’altro. Con tutto rispetto per la cadetteria, l’habitat naturale dei rossoblù è la serie A.”

Veniamo al mercato dei rossoblù. Si sta puntando su un mix di profili futuribili – da Sulemana a Oristanio – e di elementi navigati e già forgiati dalla serie A – da Jankto ad Augello. Per l’attacco si fa il nome di Shomurodov, ma piace anche Borja Mayoral. A suo parere come sta operando la dirigenza nel tentativo di allestire una rosa all’altezza del massimo campionato?

“Mi sembra che fino a questo momento abbiano fatto le cose nella maniera migliore. Ma è chiaro che con un tecnico come Ranieri nei panni di timoniere del mercato diventa tutto più semplice. Ormai ha un’esperienza tale da conoscere a menadito non solo i giocatori del campionato italiano, ma anche quelli di tutti gli altri campionati europei. Per cui sono certo che saprà dare i consigli migliori per mettere su quella che dovrà essere – e certamente sarà – un’ottima squadra.”

Lei condivide l’idea che nella rosa del Cagliari, Luvumbo a parte, manchi un giocatore veloce capace di far male in campo aperto e di ispirare il contropiede? È questo il tipo di attaccante che Bonato e soci devono cercare sul mercato?

“Si tratta di un tipo di giocatore che, a mio avviso, nel calcio moderno sta diventando sempre più raro. Se il Cagliari dovesse puntare su un profilo del genere mi troverebbe perfettamente d’accordo, perché oggigiorno le squadre – specialmente le big – vengono tutte a pressarti molto alto, lasciando tanti spazi scoperti dietro. Un contropiedista veloce e abile a campo aperto, da questo punto di vista, rappresenta una scelta più che corretta.”

Un identikit che riporta alla memoria un nome particolarmente caro ai tifosi del Cagliari: quello di David Suazo, autentica folgore dell’attacco che in velocità bruciava qualsiasi difensore. Un attaccante come lui ci starebbe bene nella squadra attuale?

“Magari si trovasse un nuovo Suazo. Quello che ha fatto David a Cagliari è stato davvero straordinario. Si è portato sulle spalle per anni il peso dell’attacco praticamente da solo. E con che risultati! Con lui ho trascorso alcune stagioni, e me lo ricordo molto bene. È arrivato che era un bambino, e col tempo è diventato un grande calciatore. La sua velocità era impressionante: quando mi capitava di marcarlo in allenamento - lui era giovanissimo e io cominciavo già ad avere i miei anni – faticavo tantissimo a contenerlo. Era veramente un avversario molto scorbutico e fastidioso da marcare.”