UN MIRTO CON... RENATO COPPARONI

UN MIRTO CON... RENATO COPPARONITUTTOmercatoWEB.com
giovedì 27 luglio 2023, 01:45Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Una promozione “assolutamente meritata” e un nuovo Cagliari, pronto ad affacciarsi alla serie A, “tutto da scoprire”.

Anche Renato Copparoni, portiere rossoblù negli anni ’70 (in seguito ha vestito le maglie di Torino e Verona), originario di San Gavino Monreale, si è goduto la festa per il ritorno in massima divisione della formazione isolana. E guarda con fiducia al futuro, “perché il calcio può riservare sempre mille sorprese. E Ranieri è una garanzia, grazie al suo carisma, alla sua esperienza e alla sua sagacia tattica”.

Renato, che impressione le hanno fatto le gare di playoff contro Parma e Bari?

“Io avevo detto che i playoff se li sarebbe aggiudicati la squadra che si sarebbe presentata nelle migliori condizioni fisiche e psicologiche. È esattamente quello che ha fatto il Cagliari. Certo, ha avuto dalla sua anche la buona sorte al momento giusto, ma se l’è decisamente meritata. Col Parma in casa ha compiuto una rimonta fantastica grazie a un secondo tempo devastante; poi al ritorno ha giocato benissimo, anche grazie all’intelligente mossa di Ranieri che ha messo Deiola praticamente a uomo su Vazquez, stroncando sul nascere la principale fonte di gioco offensivo degli emiliani. Infatti al Tardini si è rischiato poco o niente.

Col Bari, al San Nicola, la condotta di gara è stata ugualmente esemplare, come testimoniato dai pochissimi rischi corsi. Insomma, d’accordo che il gol di Pavoletti è arrivato al 94’, ma il colpo di fortuna è stato ampiamente cercato dalla squadra con un atteggiamento propositivo fin dal primo minuto e con una prestazione tecnicamente e tatticamente eccellente.”

Enormi meriti vanno attribuiti a Ranieri, dunque, che da gennaio a giugno ha fatto un piccolo grande miracolo.

“Senza dubbio. La squadra che ha allenato Claudio era la stessa che allenava fino a poco tempo prima Liverani, con l’aggiunta di Prelec e Azzi: due elementi in più, anche preziosi, ma non due titolari fissi. Con Liverani c’erano probabilmente dei problemi tattici, nel senso che i calciatori non si trovavano a loro agio, anche a livello mentale, con la filosofia propugnata dall’allenatore ex Parma e Lecce. Ranieri ha imposto un calcio più offensivo e diretto: è vero che con Liverani il Cagliari aveva il 60-65% di possesso palla, ma quante volte tirava in porta in 90 minuti? Una o due. Con Ranieri sono iniziate a fioccare le occasioni e le reti. Lapadula si è scatenato, e lo stesso Pavoletti – a lungo tormentato dagli infortuni – è stato premiato col sigillo finale che è valso la promozione.”

Proiettiamoci al prossimo campionato di serie A: come giudica la campagna acquisti fin qui condotta dalla società e dal DS Bonato?

“La giudico positivamente. La squadra aveva bisogno di ampliare il proprio organico, partendo dal presupposto che, a mio avviso, il centrocampo dell’anno passato era uno dei migliori in assoluto della serie B. Aspettiamo il ritorno di Nandez, vediamo come si reinserisce Rog, poi possiamo contare su Deiola e su Makoumbou. I meccanismi del reparto nevralgico, grazie alla quadratura del cerchio trovata nello scorso campionato, sono molto ben oliati. Il centrocampo negli ultimi sei mesi ha girato alla grande, coi suoi equilibri e coi suoi sincronismi, quindi va attentamente valutato l’eventuale innesto di pedine nuove, che dovranno integrarsi e adattarsi a un sistema già collaudato e funzionante.

Dirò di più: a mio parere il centrocampo attuale potrebbe anche partire titolare in serie A. Poi strada facendo si vedrà, e il mister avrà modo di fare le sue valutazioni. Per quanto riguarda la difesa si ripartirà da Dossena, che è una garanzia. Poi si parla di un possibile ingaggio di Palomino: magari arrivasse! Si tratta di un difensore espertissimo, rodato in serie A e con parecchie presenze anche in Champions League. Potrebbe far crescere tantissimo i giovani marcatori di cui dispone il Cagliari, ed essere in questo senso una chioccia preziosa.

Ad ogni modo, per dare dei giudizi più approfonditi occorre aspettare l’inizio del campionato. Ora è troppo presto per farsi delle idee precise: i calciatori devono ambientarsi, trovare la forma migliore ed essere sottoposti ai primi test veramente probanti, che solo il campionato può offrire. Il calcio di luglio e d’agosto è spesso menzognero, sia che si giochi male sia che si sfoderino prestazioni convincenti contro avversari poco quotati o in fase di rodaggio. Prima di maturare un’opinione fondata sul nuovo Cagliari attendiamo di vederlo in campo in partite ufficiali, Coppa Italia compresa. A partire da quel momento verranno fuori le reali potenzialità della squadra.

Certo, ora siamo tutti felici per la promozione e la città è euforica. Il sostegno non mancherà ai rossoblù per tutta la stagione, ma aldilà di questo aspetto – pur rilevante – sarà il campo a dare le risposte concrete.”

Renato, un suo parere su Shomurodov: gol segnati col contagocce negli ultimi anni, ma tanto spirito di sacrificio al servizio della squadra. È l’attaccante giusto per il Cagliari?

“Potrebbe esserlo. Certo che a noi serve gente che sappia far gol. Ad ogni buon conto nulla vieta che, dopo qualche annata sotto tono dal punto di vista realizzativo, l’uzbeko venga a Cagliari, trovi l’ambiente e il contesto giusto per esplodere e magari segni 10 o 15 reti. Non ne sarei stupito: nel calcio tutto è possibile. Sicuramente se Ranieri l’ha voluto l’ha attentamente monitorato e l’ha ritenuto tatticamente adatto ai suoi schemi: potrebbe svariare sul fronte offensivo e fare da spalla al centravanti, o diventare lui stesso una prima punta. Il suo gioco è un po’ quello che faceva Graziani al Torino: Ciccio affiancava la punta centrale Pulici e, benché segnasse anche lui, si muoveva tantissimo, arretrava ad aiutare il centrocampo, dava manforte a tutta la squadra. Ecco, questo mi aspetto da Eldor. E ovviamente i gol. Pensiamo a Lapadula: non aveva mai segnato così tanto come l’anno scorso con la maglia del Cagliari. La speranza è che Shomurodov ripeta la parabola dell’italoperuviano.”