UN MIRTO CON... FABRIZIO PROVITALI: "Con Pisacane bisognerà avere pazienza. Invece spesso in Italia anche un tecnico esperto, se parte male in campionato, viene messo in croce. Per me alla lunga la scelta della società potrebbe dare i suoi frutti"

L’ex attaccante Fabrizio Provitali, che ha lasciato un gran bel ricordo di sé nel cuore degli appassionati rossoblù (fu decisivo nella cavalcata-promozione dalla B alla A della stagione 1989-’90), affida ai microfoni di Tuttocagliari.net le sue riflessioni sul futuro del nuovo Cagliari allenato da Fabio Pisacane.
Fabrizio, lei crede che Pisacane si dimostrerà capace di guidare subito, al suo esordio assoluto nel calcio professionistico, una compagine di serie A?
“Saranno le prime giornate di campionato a stabilire se quella di Giulini è stata una scelta giusta o meno. Pisacane si è messo in evidenza con la Primavera: d’altra parte quella di puntare su allenatori giovani e, per lo più, esordienti è una tendenza che ultimamente sta prendendo sempre più piede. Io dico che la scommessa della società cagliaritana, alla lunga, potrebbe dare i suoi frutti.”
Lei pensa che la giovane età del mister partenopeo possa in qualche modo condizionare – in positivo o in negativo – i suoi rapporti coi calciatori? C’è il rischio che qualcuno di essi non gli riconosca quell’autorevolezza che deve sempre essere propria di ogni allenatore?
“Beh, c’è poco spazio per voli pindarici: all’interno del rettangolo verde Fabio Pisacane è il mister. Potrà anche essere stato compagno di squadra di alcuni tra i giocatori rossoblù, ma finché la palla rotola sul prato tutti devono riconoscerlo come il loro allenatore. E rapportarsi a lui di conseguenza. Poi fuori dal campo, magari al bar, chi ci ha giocato assieme potrà pure chiamarlo per nome. Perché no? Ma sul lavoro, ovvero in partita e durante gli allenamenti, i ruoli devono essere ben definiti. Forse a qualcuno ‘farà un po’ strano’, come si dice, ma è e deve essere così. Anche perché immagino sia ciò che vuole lo stesso Pisacane. Tornando alle prospettive di Fabio sulla panchina sarda, tengo a sottolineare che se uno non comincia da qualche parte a farsi le ossa non potrà mai accumulare esperienza. Magari basterà poco per conquistare i tifosi con le prime – auspicabilmente buone – prestazioni.”
A proposito delle prime giornate di campionato: quanto sarà importante, affinché il nuovo corso del Cagliari abbia successo, partire col piede giusto? Iniziare bene potrebbe accrescere enormemente l’autostima di un gruppo – e di un mister – molto più giovane rispetto a quello dello scorso anno…
“Purtroppo sappiamo che anche un allenatore navigato, se la squadra non comincia bene la stagione, viene subito messo in discussione… per usare un eufemismo. Non oso quindi pensare cosa potrebbe accadere a un tecnico esordiente come Pisacane. Però bisognerà concedergli del tempo, e di questo dobbiamo essere tutti consapevoli. Noi tifosi vogliamo sempre che la nostra squadra del cuore cominci a vincere fin dalla prima giornata. Ma a volte le aspettative si scontrano inesorabilmente con la realtà. Insomma, servirà un po’ di pazienza. A maggior ragione in questo caso, alla luce della scelta estremamente coraggiosa compiuta dalla società sarda.”