UN MIRTO CON... MARIO BRUGNERA: "Il Cagliari deve fare coi suoi giovani talenti provenienti dalla Primavera quello che facemmo noi con Piras, Bellini e Quagliozzi: lanciarli in prima squadra e valorizzarli, anche per svecchiare l'organico"

Il leggendario Mario Brugnera, uno dei Giganti che nel 1970 cucirono il tricolore sulla maglia del Cagliari, ai microfoni di Tuttocagliari.net dice la sua sulla scelta del presidente Giulini di affidare la panchina sarda a Fabio Pisacane: una decisione che, ormai da settimane, scatena un acceso e appassionato dibattito tra i tifosi rossoblù.
Mario, lei come giudica la promozione di Pisacane da tecnico della Primavera a mister della prima squadra? La trova un’idea brillante o una scommessa fin troppo “coraggiosa”?
“Intanto dico che, in questi casi, se le cose vanno male si fa presto a cambiare. Ma credo che ora come ora Pisacane vada lasciato lavorare con la massima tranquillità. Lui si è portato in ritiro quattro-cinque giovani di talento che aveva precedentemente allevato nella Primavera; ora occorre sfoltire la rosa, perché non si possono tenere in organico trentaquattro-trentacinque giocatori. Tutti vorrebbero giocare e, siccome in campo vanno solo undici uomini, chi sta fuori può manifestare malumori e creare problemi.
All’inizio del campionato manca poco meno di un mese, quindi Pisacane avrà tutto il tempo di vedere e di valutare gli elementi a sua disposizione. Mi riferisco in particolare ai giovani in rampa di lancio, coi quali il mister dovrà fare esattamente come facemmo noi coi vari Piras, Bellini e Quagliozzi: li valorizzammo e puntammo su di loro a occhi chiusi, in prospettiva, a discapito di vari ‘senatori’ che in quel periodo componevano la rosa rossoblù. Poi, guarda a caso, tutti quei talenti in erba sono diventati degli ottimi giocatori, se non dei fuoriclasse.
Se poi questa politica non dovesse portare dei frutti, tra due-tre mesi - a seconda dell’andamento del Cagliari in campionato - si sostituirà Pisacane con un tecnico navigato e di assodata esperienza: d’altra parte di allenatori in giro ce ne sono fin troppi. Ma ribadisco: adesso lasciamo lavorare Fabio e, prima di giudicarlo, aspettiamo che riesca a imprimere il suo marchio di fabbrica alla squadra, tanto dal punto di vista tattico quanto sotto il profilo caratteriale. Lui è un ragazzo in gamba, e la speranza di tutti i tifosi è che riesca a costruire un Cagliari agguerrito e divertente. Se poi dovesse andargli bene con quei giovani che ha portato in ritiro… A proposito, io stasera sarò all’Unipol Domus per vedere la partita contro il Saint Étienne. Spero che il mister dia ampio spazio ai ‘talentini’ più dotati, perché sono proprio curioso di vederli giocare dal vivo.”