UN MIRTO CON... RAFFAELE PAOLINO

UN MIRTO CON... RAFFAELE PAOLINO
sabato 25 novembre 2023, 00:00Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Un milanese col cuore tinto di rossoblù.

Raffaele Paolino ha militato nel Cagliari per appena due stagioni, tra il 1989 e il 1991, ma i quattro mori li ha impressi nell’anima. Non appena parla della squadra isolana si accende, e ricorda gli anni felici trascorsi in Sardegna all’assalto delle difese avversarie. Seconda punta mobile e preziosa sia tecnicamente che tatticamente, ottenne prima una inattesa promozione in serie A e poi riuscì, assieme a tutto il gruppo rossoblù, a mantenere la categoria al termine di un campionato vissuto sull’ottovolante, segnato da un girone d’andata da tregenda e da una seconda parte di stagione a dir poco formidabile. Da stropicciarsi gli occhi.

Paolino parla sempre volentieri della compagine allenata dal “suo” Claudio Ranieri, del quale è il primo estimatore e tifoso.

Raffaele, finalmente – dopo un inizio di stagione che assomigliava a un tunnel buio senza fine – il Cagliari sembra essersi sbloccato. Gioca meglio, con maggiore grinta e fiducia, e sfida a viso aperto anche squadre sulla carta superiori. Qual è stata la svolta che ha consentito agli uomini di Ranieri di invertire la tendenza?

“Ranieri aveva detto, ad agosto, che le prime otto partite sarebbero state infernali. E io mi sono fidato di lui. D’altra parte il Cagliari ha fatto debuttare tanti giovani in massima serie, quindi qualche affanno nelle primissime giornate – dovuto principalmente all’inesperienza – era da mettere in conto. Ma il mister, esattamente come fece con noi nel 1989, ha saputo dare fiducia e coraggio a questi ragazzi, e gli ha insegnato a non mollare mai. È anche vero che è venuta a mancare un po’ di buona sorte, perché a parte la gara con la Fiorentina i rossoblù hanno sempre lottato contro qualsiasi avversario, e la partita se la sono giocata. Non sono mai riusciti, fino al match col Frosinone, a raccogliere i frutti per quanto seminato. Poi da lì si è capovolto il cielo: passare dallo 0-3 al 4-3 è un’impresa quasi impossibile, e per realizzarla, oltre a tanta buona volontà, serve anche un pizzico di fortuna. Quella è stata la scintilla che ha fatto cambiare il vento.

Ranieri sa perfettamente che, se la squadra non verrà rinforzata a gennaio, ci sarà da battagliare fino all’ultimo respiro. Ma alla fine gli isolani porteranno a casa la salvezza.”

Parliamo degli attaccanti a disposizione del tecnico romano. Lei su quale tandem offensivo punterebbe a occhi chiusi? Luvumbo-Petagna? Lapadula-Luvumbo? Oppure opterebbe per un tridente, magari con Oristanio e l’angolano ai lati e un centravanti di riferimento a fare da ariete?

“A mio avviso i titolari, d’ora in avanti, saranno Luvumbo e Lapadula. Pavoletti potrebbe subentrare nell’ultima mezz’ora per sparigliare le carte. Il bomber toscano potrebbe essere impiegato part-time, un po’ all’Altafini se vogliamo, perché in questo modo a mio avviso risulta più incisivo. Per quanto riguarda il possibile tridente, io non sono molto favorevole: per questa squadra mi sembra più funzionale la coppia di attaccanti classica, composta da una punta centrale e da una seconda punta. Anche perché Petagna non sta ancora benissimo a livello fisico. Ecco, nell’analisi globale va considerato anche questo: il Cagliari ha iniziato la stagione con parecchi elementi di spicco infortunati. Questo fattore ha pesato enormemente sui pochissimi punti ottenuti nelle prime giornate e sulle nubi fosche che si erano addensate sulla squadra. Ora personalmente sono super fiducioso in vista del prosieguo della stagione. Sono convinto che le cose cominceranno ad andare per il meglio.”

Raffaele, diamo i voti ai singoli. C’è in questo Cagliari un giocatore che ha una marcia in più, imprescindibile per il raggiungimento dell’obiettivo salvezza? E, per contro, c’è qualcuno che non ha ancora reso secondo le aspettative e che, magari, potrà tornare utile nel girone di ritorno?

“L’elemento che mi ha impressionato di più è stato Luvumbo. Per corsa, velocità, tecnica di base e capacità di svariare su tutto il fronte dell’attacco. Non mi sento sinceramente di ‘bocciare’ nessuno. Certamente mi aspetto grandi cose da Lapadula, che dovrà confermarsi il faro dell’attacco e il vero valore aggiunto della squadra. Lui ha un innato feeling con il gol: dobbiamo solo aspettare che recuperi la condizione ottimale e che inizi a ingranare.”