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UN MIRTO CON... PASQUALE DOMENICO ROCCO: "Cagliari, dopo questa salvezza è giunta l'ora di svoltare. È il momento giusto per compiere uno step in più, che dovrà portare innanzitutto a un cambio di mentalità. Lo meritano i tifosi e la piazza"

UN MIRTO CON... PASQUALE DOMENICO ROCCO: "Cagliari, dopo questa salvezza è giunta l'ora di svoltare. È il momento giusto per compiere uno step in più, che dovrà portare innanzitutto a un cambio di mentalità. Lo meritano i tifosi e la piazza"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
Ieri alle 00:01Un mirto con...
di Matteo Bordiga

L’ex centrocampista del Cagliari Pasquale Domenico Rocco – protagonista della scalata dalla B alla A e della successiva, portentosa salvezza in massima serie conseguita con Claudio Ranieri in panchina – ai microfoni di Tuttocagliari.net analizza l’annata vissuta da Luperto e compagni sotto la guida del tecnico Davide Nicola.

Pasquale, alla fine di questa tribolata stagione c’è da essere contenti o insoddisfatti? Il Cagliari anche l’anno prossimo giocherà in serie A, ma spesso e volentieri non ha destato una buona impressione né sul piano del gioco né, tantomeno, su quello dello spirito e del carattere.

“Devo dire la verità: ancora prima che iniziasse il campionato la mia sensazione era che non fosse facile gestire l’addio di un allenatore come Claudio Ranieri. C’erano grande passione e attaccamento, da parte dell’ambiente rossoblù, nei confronti del mister romano. Quindi, con queste premesse, mantenere la categoria è stato un risultato non da poco. Anche perché tante compagini hanno battagliato strenuamente fino all’ultimo per evitare la retrocessione. Quindi nel complesso sarei soddisfatto. Tuttavia, ora è giunto il momento di svoltare. Di non accontentarsi. La fase di transizione, dopo la salvezza miracolosa ottenuta da Ranieri nel 2024, è stata superata. Urge alzare l’asticella, anche perché molte squadre in serie A si stanno rinforzando e, dal punto di vista economico, dispongono di risorse importanti. Lottare ancora per la salvezza andrebbe un po’ stretto a una piazza come quella cagliaritana, che meriterebbe qualcosa in più.

La formazione isolana dovrebbe raggiungere il livello, tanto per capirci, di Bologna e Fiorentina. Almeno io la vedo, in proiezione futura, a competere contro quel tipo di avversarie. Ma c’è da fare uno step che non è né semplice né scontato. Ad ogni modo, come dicevo prima, secondo me questo è il momento giusto per tentare il ‘salto’.”

In questo campionato la sensazione è stata che i rossoblù quasi “selezionassero” le partite in cui dare il centodieci per cento, ovvero quelle disputate contro le dirette concorrenti per la salvezza. Troppo spesso, soprattutto nel girone di ritorno, contro le formazioni di medio-alta classifica i sardi sono apparsi remissivi e poco propositivi. Anche lei ha avuto quest’impressione?

“Questo conferma che lo step di cui parlavo prima deve essere compiuto anche – anzi, innanzitutto – dal punto di vista della mentalità. Faccio l’esempio del Como, che quest’anno contro le grandi si è quasi sempre ben comportato, grazie proprio alla mentalità che il tecnico Fabregas e tutto l’ambiente comasco hanno trasmesso alla squadra. Anche il Cagliari, a partire dall’anno prossimo, non dovrà sentirsi ‘piccolo’ o inferiore alle compagini più blasonate. E, di conseguenza, dovrà affrontare queste partite con uno spirito rinnovato, con un piglio più battagliero.”

Proiettiamoci alla prossima stagione: in che reparti deve essere prioritariamente migliorata la squadra per ambire a un campionato un po’ meno sofferto?

“Ribadisco che il passo fondamentale sarà quello di fare un salto di qualità nel modo di pensare e di approcciare le partite. Tutte le partite. Detto questo, penso che sia necessario un rinforzo di spessore in ciascuno dei tre reparti: difesa, centrocampo e attacco. Due anni fa ti sei salvato per il rotto della cuffia, quest’anno hai centrato l’obiettivo con maggiore disinvoltura… e l’anno prossimo devi assolutamente alzare l’asticella. Crescere, anche se a piccoli passi. E per farlo serve migliorarsi dal pacchetto arretrato alla fase offensiva. La programmazione a lungo termine è il segreto di tutte le squadre che ambiscono a salire progressivamente di livello.”